Anche nella prima seduta della sessione consiliare di lunedì 18 maggio, iniziato con la discussione del terzo punto dell’Ordine del giorno, Nomina del difensore civico, non viene eletto, in quanto, occorrendo necessariamente almeno 20 preferenze, i ventisette consiglieri presenti hanno così votato: Basile 9 preferenze, Grado 8, Pantaleo 6, Favata 1 e 3 schede nulle.
Il punto 4, approvazione Regolamento Comunale per l’assegnazione di aree comprese nei piani per insediamenti produttivi non viene discusso, dopo la votazione chiesta dal consigliere Sturiano per il rinvio a mercoledì, perché oggi si riunisce la commissione competente.
Il consigliere Gesone, considerata l’urgenza, visto che il Governo la settimana prossima deciderà le cinque aree dove costruire le altrattante centrali nucleari, delle quali due saranno installate al nord, una al centro, una al sud ed una in Sicilia, chiede il prelievo del punto 23 dell’Odg, Indisponibilità del territorio comunale alle procedure di individuazione di siti idonei all’attivazione di centrali nucleari. Dopo un’ampia discussione sui problemi connessi alla costruzione di tali impianti da parte dei consiglieri Gesone, Basile, Mauro e Pipitone, con molti dei diciannove consiglieri presenti poco attenti alla discussione, il consigliere Pipitone chiede il voto per l’astensione e la trattazione dell’Ordine del giorno in altra occasione, visto che mancano 11 consiglieri. Alla votazione, con 7 favorevoli e 12 astenuti, l’importante punto dell’ordine del giorno non viene approvato.
Subito dopo la votazione, alle ore 20,50, con due soli punti trattati ed altri ventiquattro da dovere trattare, la seduta viene chiusa; prossimo consiglio domani mercoledì 20 maggio alle ore 17,30.
Ancora una volta, mancando una maggioranza all'Amministrazione Carini, nessuno se l'è sentita di cominciare la discussione sul bilancio ( e si prevedono nottate, dato che deve essere approvato entro il 31 Maggio). Ma il Consiglio Comunale ha avuto modo comunque di lasciare la sua impronta.
E' stato infatti bocciato dall'assemblea di Sala della Lapidi un Ordine del Giorno presentato dal Consigliere Lillo Gesone. Questo documento era contrario all'installazione a Marsala di una centrale nucleare.
Come si sa, c'è un provvedimento del governo Berlusconi che prevede il ritorno al nucleare per l'Italia e le prime indiscrezioni vorrebbero anche la Sicilia interessata dall'insediamento di almeno due centrali.
Il documento preparato da Gesone serviva, nelle sue intenzioni, a levare alta la voce contro anche la più remota possibilità che Marsala possa diventare sede di una delle future centrali nucleari italiane. E' una prassi che stanno adottanto tutti i consigli comunali d'Italia. “Soltanto l’ipotesi che una centrale nucleare possa sorgere a Marsala la dice lunga su quanto sia grottesca la situazione in cui il Governo ci sta trascinando”, ha commentato Gesone, aggiungendo, che "mentre il resto del mondo va in direzione opposta, mentre l’Unione Europea stabilisce che entro il 2020 il 20% dell’energia dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili, con il governo Berlusconi l’Italia fa un salto indietro di trent’anni, ai tempi del pre-Chernobyl”.
Da qui l'idea di Gesone di proporre, come è stato fatto in altri comuni d'Italia, un ordine del giorno contro il nucleare a Marsala. Ma il Consiglio Comuale lo ha bocciato, ritenendo dunque opportuno che Marsala diventi sede di una centrale nucleare. Come Springfield, la città dei Simpson. Mitico!
Ecco alcune possibili cartoline dalla Marsala di domani.
Questo il testo bocciato dal Consiglio Comunale.
PROPOSTA DI ORDINE DEL GIORNO RELATIVO ALLA COSTRUZIONE DI CENTRALI NUCLEARI SUL TERRITORIO
IL CONSIGLIO COMUNALE DI MARSALA
Premesso che
- in occasionedel recente accordo Italia-Francia sul nucleare il governo Italiano ha dichiarato la volontà di avviare iniziative finalizzate al ritorno dell’Italia al nucleare, con la costruzione di ben 10 centrali nucleari sul territorio nazionale;
- i siti di queste eventuali centrali non sono ancora stati individuati.
Ricordato:
- che l’otto novembre 1987 la volontà delle cittadine e dei cittadini italiani contro il nucleare si espresse con il voto referendario;
- che come conseguenza del referendum citato, a partire dal 1989 l’Italia chiuse tutti i propri impianti nucleari;
- che l’Italia conserva ancora oltre 23.000 metri cubi di materiale radioattivo proveniente dalle vecchie centrali disattivate;
- che in Europa esistono ancora 148 impianti nucleari funzionanti (e una parte di esse nell’ex Unione Sovietica) e oltre 1000 siti con materiali radioattivi;
- che l’energia nucleare soddisfa solo una percentuale ridotta dal fabbisogno energetico mondiale: il 6% dell’energia commerciale nell’Unione Europea e circa il 2% nel resto del mondo;
- che l’energia nucleare non riduce la dipendenza dell’Unione Europea dall’importazione di energia, poiché tutto l’uranio necessario alla fabbricazione del combustibile nucleare deve essere importato;
- che l’uranio con cui sono alimentate le centrali nucleari, è presente in poche aree del mondo in quantità appena sufficienti ad alimentare le attuali 440 centrali per i prossimi 70-80 anni.
Considerato:
- che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha calcolato che l’esplosione del reattore nucleare n.4 della centrale di Chernobyl, nel 1986 ha prodotto un livello di radioattività 200 volte superiore a quello dell’effetto combinato dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki;
- come a tutt’oggi non si siano realizzati nel mondo livelli accettabili di sicurezza per le popolazioni, come dimostrano i numerosi gravissimi incidenti, che dal disastro di Chernobyl in poi si sono ripetuti;
- che se è vero che nel 2005, per la prima volta in 15 anni, è stato avviato un
unico cantiere per la costruzione di un nuovo impianto in Finlandia, nello stesso anno due centrali sono state chiuse in Germania e in Svezia;
- che l’Inghilterra, negli ultimi anni, ha privatizzato 5 centrali nucleari ritenendole antieconomiche;
- che le centrali nucleari producono ingenti quantità di scorie altamente radioattive il cui smaltimento non ha ancora trovato soluzione poiché non esiste un sistema in grado di garantire lo stoccaggio sicuro e definitivo dei rifiuti altamente radioattivi;
- che le centrali nucleari rappresentano obiettivi sensibili per attacchi terroristici;
- che allo stato attuale il rilancio del nucleare non è realistico in quanto non intrinsecamente sicuro, economicamente redditizio e, soprattutto, non se ne possono governare gli esiti e in ogni caso i tempi di realizzazione di eventuali strutture non risulterebbero comunque compatibili con le esigenze attuali del Paese;
- che le centrali nucleari sono straordinariamente consumatrici di acqua potabile che verrebbe così sottratta al consumo civile.
Ribadito:
che il nostro Paese sconta un grave ritardo sia nella pianificazione di interventi tesi a renderlo autonomo in termini di produzione dal punto di vista del fabbisogno energetico sia nello sviluppo delle energie rinnovabili e pulite come su politiche di risparmio e di efficienza energetica.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI MARSALA
Ritenendo:
inopportuno che si investa su una fonte di energia obsoleta e altamente pericolosa e dai costi elevatissimi nelle diverse fasi di costruzioni degli impianti, di produzione di energia e di messa in sicurezza delle scorie radioattive
invita in Governo ed il Parlamento italiano
- a rispettare la volontà espressa sull’elettorato con il Referendum dell’8 novembre 1987, di non intendere percorrere alcuna strada che preveda un ritorno a forme di utilizzo del nucleare per la produzione di energia in Italia;
- a partecipare anche in sede internazionale alla ricerca sulla produzione di energia sostenibile, al fine di ottenere una riduzione degli impianti sull’ecosistema nelle diverse matrici ambientali (terra, acqua, aria e suolo) della produzione di energia;
- a mantenere l’impegno nella ricerca come previsto in alcuni recenti accordi internazionali sottoscritti dal precedente Governo con numerosi Paesi che propone studi sul nucleare di quarta generazione sull’idrogeno;
- ad adottare decisioni chiare, concertate e condivise con le popolazioni locali su come gestire le scorie radioattive e il combustibile nucleare italiano riprocessato all’estero. Attuando prioritariamente, con tempi certi, la messa in sicurezza dei siti nucleari italiani.
Dichiara
IL TERRITORIO DEL COMUNE DI MARSALA INDISPONIBILE PER LA COSTRUZIONE DI CENTRALI NUCLEARI