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02/10/2009 05:08:00

Estorsione: due arresti in flagranza a Marsala. E' il seguito dell'operazione "Raja"

Si tratta di Vincenzo De Vita, 33 anni, figlio del boss latitante Francesco, e Paolo Internicola, 32 anni, che devono rispondere di estorsione aggravata dall'intimidazione mafiosa. Oltre che di questo episodio, i due sono ritenuti partecipi anche di altre richieste di 'pizzo' a imprenditori e commercianti marsalesi emerse nello scorso luglio nell'ambito dell'operazione antimafia "Raia".

Le indagini hanno accertato la partecipazione dei due alle estorsioni inflitte agli imprenditori locali da cui estorcevano il pagamento del pizzo sotto continua minaccia di ritorsioni.







L’arresto di Internicola e De Vita permette alle forze dell’ordine di fare un ulteriore ed immediato passo avanti nella lotta agli estorsori. Risale allo scorso luglio l’operazione denominata RAIA (o Lilibeum) che ha decapitato la cosca marsalese facente capo a Francesco Giuseppe Raia e Vito Vincenzo Rallo che, servendosi di una squadra di emissari, pianificavano le attivita' estorsive, sovrintendevano alla gestione della cassa comune della cosca e rappresentavano la stessa famiglia nei rapporti con le altre articolazioni territoriali di Cosa nostra.

"Un plauso alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura per l’operazione che ha portato all’arresto dei due estorsori di Marsala colti in flagrante nella riscossione di una tangente grazie alla denuncia di un imprenditore.È un segnale molto importante di ribellione che auspichiamo venga, sempre più, seguito da coloro che fino ad oggi hanno subito il ricatto della mafia".

Il Presidente di Confindustria Trapani, Davide Durante, invita gli imprenditori ad emulare questo esempio di coraggio, "perché, oggi più che mai, forte è il sostegno dello Stato e, non meno importante, della società civile. Confindustria Trapani è a completa disposizione di quanti volessero un supporto ed un sostegno nel denunciare fatti che li vedano vittime di tali crimini".


Per tentata estorsione, Vincenzo De Vita era stato arrestato nel luglio del 2002 assieme allo zio Nicolò Titone. I due avevano chiesto 50 milioni di lire alla titolare di una nota farmacia di Marsala (Sonia Bonfanti). Anche in quel caso, però, la vittima, anziché pagare, decise di rivolgersi alle forze dell'ordine. In quel caso alla polizia, che effettuò intercettazioni telefoniche e ambientali e riprese filmate. Uno degli arrestati fu ripreso mentre, di notte, piazzava due cartucce di pistola calibro 38 davanti alla saracinesca della farmacia.