I fatti cui si riferisce l'imputazione sono stati in gran parte affrontati nel processo 'Talpe alla Dda', in cui l'attuale senatore dell'Udc fu condannato a cinque anni, venendo poi costretto alle dimissioni, con l'accusa di favoreggiamento di singoli mafiosi e di ri
velazione di segreto delle indagini non aggravato. Secondo il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, e il sostituto Nino Di Matteo, titolari dell'indagine, Cuffaro avrebbe "consapevolmente e fattivamente contribuito al sostegno e al rafforzamento dell'associazione mafiosa Cosa Nostra", attraverso una serie di comportamenti e di contatti con esponenti mafiosi, da Giuseppe Guttadauro a Nino Rotolo. Sulla vicenda la Procura, nel 2007, si era spaccata e il pm Di Matteo aveva lasciato il processo 'Talpe'. I pm Maurizio De Lucia e Michele Prestipino avevano insistito per la condanna con l'accusa di favoreggiamento aggravato, ma il tribunale aveva ritenuto insussistente l'aggravante di avere agevolato Cosa Nostra, condannando comunque Cuffaro a una pena severa. Il procuratore Messineo a quel punto aveva chiesto e ottenuto la riapertura dell'inchiesta per l'ipotesi di concorso esterno. Ora la conclusione delle indagini, preludio della richiesta di rinvio a giudizio.