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05/05/2015 06:40:00

Dieci piccole grandi cose che il futuro Sindaco di Marsala dovrà fare per essere ricordato

 A fine mese i nostri concittadini dovranno eleggere il nuovo Sindaco. Una scelta importante, delicata e difficile. Una scelta in cui non voglio certo metter …penna visto che non sono chiamato in causa. Ma da marsalese che – pur vivendo ad oltre millecinquecento km. di distanza – partecipa con frequenti presenze alla vita cittadina, mi sembra doveroso dare il mio contributo con la mia esperienza e le mie idee. E con l’occhio di chi, da lontano, vede forse con maggiore serenità e veduta d’insieme, a 360 gradi, situazioni e problemi, ed è in grado di valutarle con le conoscenze ed i criteri di valutazione derivanti dal fatto di vivere in ambienti assai diversi dal nostro.

In quest’ottica ho elaborato dieci punti che il prossimo Sindaco – chiunque egli sia - dovrebbe tenere in debita considerazione per assolvere al suo compito nel migliore dei modi a farsi ricordare positivamente al termine del suo mandato. Naturalmente non sto a parlare dei servizi sociali basilari come sanità, pubblica istruzione, assistenza, edilizia e viabilità, tutti problemi che chi frequenta la politica conosce certamente meglio di me.

Qui mi, limito ad esporre alcune piccole, o anche gradi, idee che possono aiutare la Città a crescere, a trovare maggiori risorse, a migliorare il proprio appeal ed a sfruttare al meglio le grandi potenzialità che la natura le ha dato e che spesso sono rimaste colpevolmente trascurate, o invalidate da decisioni sballate. Se con queste mie righe sarò riuscito a catturare l’attenzione di qualche candidato, sarò certo di aver dato un piccolo contributo alla crescita della nostra città.

1. Assumere al più presto – o formarlo in casa - un funzionario che conosca (o impari a conoscere) a fondo la legislazione europea, portato per la materia ed in grado di assume un ruolo di questo genere. Il segreto per amministrare bene un'azienda - ed un Comune e' un'azienda di importanza strategica - non è tagliare le spese (e quindi ridurre inevitabilmente e dolorosamente i servizi per i cittadini) ma incrementare gli introiti. Ora è noto che l'Italia è il Paese che riceve più¹ contributi dall'UE ma che riesce ad utilizzarne di meno, perché molti li perde per strada a causa della lentezza della sua burocrazia, delle beghe politiche, delle gelosie fra partiti, e per l'incompetenza di certi addetti. Con un funzionario molto esperto delle normative europee, il Comune potrà cercare di sfruttare al massimo, senza lasciarseli sfuggire, i preziosi contributi che l'UE gli mette a disposizione. E magari scovarne di altri, insospettabili quanto legittimi. L'ho inserito per primo questo argomento perché lo ritengo prioritario: avere più soldi a disposizione è fondamentale per realizzare opere ed iniziative. Ed imporre meno tasse ai già tanto tartassati cittadini.

2. Trovare le strade, le forze, le idee per riuscire ad ottenere finalmente dall'UNESCO il riconoscimento di "patrimonio universale dell'umanità " per il nostro litorale dello Stagnone con le sue saline e le sue Isole. Sarebbe un additivo straordinario per il turismo; Trapani ne ha capito l’importanza e recentissimamente si è infilata nella vicenda, portandosi a braccetto la Regione. Marsala deve difendere la priorità della propria richiesta fondata sul diritto (lo Stagnone è nel nostro Comune, vivaddio), non deve fare questa ennesima brutta figura. Perché se la gestione dovesse passare in mano a Trapani, verso Trapani verrebbero inevitabilmente convogliati gran parte dei ritorni d’immagine e non solo. L’invasione di campo dei cugini stavolta è innegabile e pacchiana.

3. Promuovere - e non più combattere, come da secoli fanno colla loro stupidità ideologica, certo ottusi ambientalisti - la realizzazione di una o più strutture per il turismo stanziale (e non più solo per quello di passaggio, mordi e fuggi) a ridosso del nostro litorale. Il tutto ovviamente nel rispetto intelligente - e non ideologicamente ottuso, come è stato fatto sinora - dell'ambiente.

Niente casermoni di cemento ovviamente, sia chiaro, ma sì a costruzioni che – nel rispetto dell’ambiente - consentano di ottenere una sufficiente ricettività senza mettere in discussione il rispetto per la natura ed il paesaggio. Se vogliamo che il turismo sia una risorsa del territorio, dobbiamo dotarci delle strutture indispensabili. Solo così potremo avere viaggiatori che si fermino a Marsala e dintorni per almeno una settimana, che non si limitino al "mordi e fuggi", alla colazione al sacco e che lascino in città più cartacce e bottiglie o lattine vuote che risorse.

4. Restituire ai cittadini uno dei loro patrimoni: il viale fra Porta Nuova ed il Ferro di Cavallo (viale Vittorio Veneto, per la toponomastica). Sul quel viale generazioni di marsalesi hanno vissuto le notti più felici e spensierate della loro adolescenza. Su quel viale sono nati i primi amori di tanti di noi. Chiuderlo è stato un delitto di insensibilità e cecità. Quello del Parco Archeologico - doverosa e lodevole l'iniziativa, per carità - è stato un progetto elefantiaco, sproporzionato alle risorse, poco concreto e sicuramente penalizzante per la Città, anche per la gestione talmente costosa che richiede. Poter esibire in condizioni decorose il Parco così com’è strutturato, risulta fuori dal portata dei bilanci di un Comune come il nostro. Il problema del Decumano? Facilissimo da risolvere: basta costruire ai suoi fianchi due passerelle che consentano il passaggio – o passeggio - ed al tempo stesso permettano di poter ammirare convenientemente gli splendidi resti della pavimentazione romana senza per questo "scippare" ai cittadini la possibilità di arrivare fino al Ferro di Cavallo. Di esempi ce ne sono tanti, a tutte le latitudini: il primo che mi viene in mente, nel centro storico della civilissima Aosta, dove si sono ben guardati dal chiudere "masochisticamente" una strada centralissima per consentire l'esposizione di interessantissimi reperti archeologici.

5. Restiamo nel turistico. Dello sbarco di Garibaldi coi suoi Mille abbiamo fatto per oltre un secolo la nostra bandiera, ma al turista che arriva a Marsala e chiede di vedere il punte dove l’Eroe dei due Mondi mise piede sulla nostra terra cosa diciamo? Nulla. Come nulla c’entra via dello Sbarco. Eppure il posto dell’attracco del Piemonte è noto, ci sono libri dell’epoca (di scrittori stranieri, perché molti dei nostrani hanno pensato più a romanzare l’impresa che a descriverla) che riportano addirittura la piantina. Il posto è identificabile sul molo che porta alla Lanterna bianca, ad alcune diecine di metri dalla stessa. Bisognerebbe collocarvi un cippo, una lapide, una semplice targa (una cosa a basso costo, per carità, o una di quelle piantine a rilievo che esistono un po’ dappertutto) e poi da quel luogo far partire una lunga linea che accompagni il turista – attraverso via dei Mille, Porta Garibaldi e via Garibaldi fino a Palazzo VII Aprile. Una linea fatta in piastrelle di porfido, di un colore diverso da quello della pavimentazione stradale (rosso come le camice dei Garibaldini, o anche bianco, o nero, in modo che spicchi e si veda chiaramente, senza richiedere manutenzione particolare). Recentemente in occasione di un Congresso di commercianti, un’iniziativa simile è stata fatta con strisce rosse di plastica adesive che hanno rivelato una grande resistenza. Naturalmente questa soluzione costerebbe di meno ma richiederebbe una certa manutenzione periodica. La soluzione in pietra sarebbe preferibile, ma ci saranno i tecnici ed i …bilanci per decidere. Certo, con una piccola realizzazione come questa i turisti non resterebbero più delusi.

6. Lo sport. E’ indecoroso che Marsala, coi suoi ottantamila abitanti (trentacinquemila dei quali vivono nel centro urbano) abbia un solo campo di calcio, lo stadio Comunale <Nino Lombardo Angotta>, con un terreno di gioco compromesso dall’uso irragionevole che se ne fa. Il disagio per i giovani è grande ed il ritorno d’immagine umiliante, specie se si pensa che con la promozione in Serie D e le ambizioni dello Sport Club Marsala 1912 le occasioni di vedere semplici spezzoni o intere telecronache sugli schermi televisivi locali e nazionali cresceranno esponenzialmente. Presentarsi con un terreno spelacchiato come un campo di patate è indecoroso, non promuove la Città ma le crea danno. Oggi oltre al terreno – peraltro inagibile per le solite pastoie burocratiche – di Strasatti, non c’è altro (se non un paio di campetti privati di alcune scuole calcio).

E’ indispensabile che Marsala si doti di uno stadiolo per le squadre minori, i tornei giovanili e studenteschi e che anche la prima squadra del Marsala abbia un terreno alternativo per potersi allenare senza rovinare il terreno erboso del Comunale. Problema che in parte potrebbe risolversi con la collocazione di un terreno sintetico di ultima generazione e di qualità. La disponibilità di un campo efficiente potrebbe inoltre aprire alla possibilità di ospitare, durante il nostro mite inverno, ritiri di squadre del Nord Europa durante il letargo di alcuni campionati (come quello tedesco, quello svizzero ed altri), con buoni introiti e soprattutto con un ritorno di immagine per la nostra Città sicuramente molto importante ed a livello internazionale. Alcuni …decenni addietro avevo organizzato (insieme con il manager Beppe Bonetto) un triangolare con il Losanna di Antognoni e lo Stoccarda, torneo che sarebbe stato teletrasmesso dalla RAI, ma all’ultimo momento saltò perché il Comune non fu in grado di onorare gli impegni presi e versare nei tempi stabiliti il contributo già deliberato.

Ovviamente oltre al calcio anche gli altri sport hanno bisogno di impianti sportivi che mancano o spesso sono inagibili. E se vogliamo cercare di impedire che i ragazzi finiscano fra i pericoli della strada e le trappole della malavita o nel baratro della droga dobbiamo dar loro gli impianti dove esercitare la loro naturale esuberanza e dove imparare le regole della vita. Non dimentichiamo quel che diceva Albert Camus, che la morale cioè l’aveva sviluppata giocando al calcio. La Commissione Sportiva non deve solo stilare i meccanismi per elargire contributi sempre più esigui, ma deve dare un contributo di idee, individuare i problemi e spingere la Giunta a risolverli.

7. Abbiamo la fortuna di avere uno dei lungomari più belli d’Italia, quello che dal porto conduce alla zona dei circoli nautici (Società Canottieri e circolo velico) fino a ricongiungersi a Sappusi alla provinciale per Trapani, ma è una strada deserta, funge più da circonvallazione di scorrimento che non da lungomare di intrattenimento. Ed è un peccato, visto che su di esso si affacciano il Museo del Baglio Anselmi che ospita la preziosissima Nave Punica ed il Parco Archeologico. Poi, solo un paio di pizzerie ed un paio di enoteche per turisti e nient’altro. Sarebbe opportuno indire un progetto per la valorizzazione del Lungomare. Fermo il divieto di costruzioni fisse, una serie di strutture mobili potrebbe consentire di attrezzarvi negozi, bar, ristoranti, luoghi di intrattenimento – e parcheggi ovviamente - che invoglino i giovani e le famiglie a usufruirne e renderlo vivo, almeno per la lunghissima stagione estiva. La vicina Mazara (anche se non ha i vincoli archeologici che gravano sulla zona del Boeo) docet. Ma con le moderne tecnologie un buon architetto esperto nel settore sarebbe in grado di elaborare un progetto non costosissimo in grado di consentire al nostro lungomare di vivere una sua vita all’altezza della bellezza che possiede. Ricordo il figurone che fece, in TV, quando vi arrivò una corsa ciclistica. Quel ricordo purtroppo non ha avuto seguito. Parallelamente bisognerebbe completare e razionalizzare i servizi di trasporto pubblico urbano. Va bene la sempre più ampia pedonalizzazione del centro storico, ma la mobilità, specie agli anziani, va assicurata. Bisognerebbe studiare una specie di linea circolare, magari da effettuare con un paio di pullman medio-piccoli a scarso impatto ambientale (a g.p.l. o elettrici) che colleghi con accettabile frequenza i punti strategici della città (le quattro porte, Baglio Anselmi, la stazione, qualche scuola importante, il cimitero) e potenziare i parcheggi, perché per andare a piedi chi viene da distanze medio-lunghe, la macchina deve pur lasciarla da qualche parte, senza rischiare multe.

8. Due vie una volta vitalissime, via Abele Damiani e via Vincenzo Pipitone (via Collegio per i meno giovani) sono diventate – soprattutto la seconda – una sorta di cimitero. Non c’è più un negozio o quasi, ci abitano pochissime famiglie, non ci passa più nessuno. Erano vie importanti e meritano di tornare ad esserlo. In fondo a via Pipitone c’è via Frisella con il bel barocco di Palazzo Spanò, in via Abele Damiani ci sono resti pregevoli del XVII e XVIII secolo. Studiare un loro rilancio (come ha fatto Trapani per via Cuba e dintorni) tramite sgravi fiscali, la collocazione di qualche ufficio, la costruzione di un parcheggio potrebbe rivitalizzarle e restituirle alla città ed alla sua vita. Non possiamo aspettare che i palazzi ivi ubicati crollino per incuria e vetustà. Sarebbe uno scempio.

9. La cultura. La nostra Città continua a nutrire ed esprimere vitalissimi fermenti culturali. Fermenti che portano ad iniziative letterarie, musicali, teatrali, sportive e sociali. Non mancano i sodalizi che si rendono protagonisti di attività benefiche, a sostegno di iniziative di vari tipi. Però manca l’Evento, quello che assume una valenza nazionale o addirittura internazionale ed aiuta a far conoscere Marsala nel mondo. Potrebbe essere un festival letterario, teatrale o musicale, una fiera, una manifestazione sportiva, una sagra a valorizzare una delle nostre eccellenze (dal vino alla fragola, dal cibo di strada alle specialità caratteristiche). Non c’èm che da scegliere. Nell’arco dell’anno si susseguono una miriade di piccole manifestazioni che durano l’arco di poche ore e la cui eco non esce dal quartiere o dal …cortile. Con tutto il rispetto ed il plauso a chi le promuove e realizza, bisognerebbe cercare di allargare l’orizzonte, costruire qualcosa di più importante. La strada? Formare una commissione ristretta di saggi e cercare di indirizzare gli sforzi verso uno, due tre eventi al massimo ma che abbiano la possibilità di crescere, farsi strada, diventare un appuntamento che ci proietti verso l’Italia ed il mondo. Cercando di stare alla larga da certi sedicenti “organizzatori di eventi” che poi si dimostrano truffatori e ladri di galline. Che lasciano solo debiti e lacrime.

10. L’aeroporto. Infine l’aeroporto. Innanzitutto non mollare la campagna per ottenere il riconoscimento innegabile di territorialità ed aggiungere il nome di Marsala a quello di Trapani nella denominazione dell’aeroscalo. Il nome Trapani-Birgi non serve a nessuno e da la sensazione che Birgi sia una frazione di Trapani. Trapani-Marsala darebbe un’immagine più veritiera sulla collocazione dell’aeroporto e valorizzerebbe moltissimo l’immagine (o quel che gli esperti di marketing chiamo <brand>) della nostra Città.

Ma importante sarebbe anche accordarsi con Trapani – magari istituendo un gruppo di studio congiunto - per promuovere la costruzione di una brevissima bretella ferroviaria che porti la strada ferrata - che già di suo storicamente costeggia l’aeroporto - il più possibile vicino all’aerostazione, in modo che poter istituire un collegamento su rotaia economico sia da Marsala che da Trapani che renda più facilmente fruibile l’aerostazione e rivitalizzi al contempo la linea ferroviaria Marsala-Trapani. Con i fondi europei l’opera, non costosissima, si potrebbe realizzare e potrebbe diventare anche un primo passo verso una più ampia sinergia aeroportuale con lo scalo di Punta Raisi. Ed a questo punto potrebbe intervenire anche la Regione.

Salvatore Lo Presti