Seppur convalidando l’arresto (al momento del fermo, giovedì sera, la polizia aveva elementi ritenuti sufficienti), il giudice per le indagini preliminari ha rimesso in libertà il pregiudicato marsalese Gaspare Parrinello, 43 anni, dagli investigatori ritenuto l’autore della rapina a mano armata ai danni della tabaccheria di contrada San Silvestro.
Parrinello era stato rintracciato dalla polizia, circa un’ora dopo il fatto, nella sua abitazione di via Mazara. Gli elementi che avevano portato al fermo erano stati soprattutto quelli relativi all’abbigliamento del malvivente che, puntando una pistola semiautomatica in testa a Daniele Fabio Pegno, marito della titolare della tabaccheria, si è fatto consegnare il denaro in cassa (circa 3000 euro, l’intero incasso della giornata) e tagliandi del “Gratta e Vinci” per 400 euro.
Nelle immagini di diverse telecamere di sorveglianza, era stato ripreso un uomo con volto travisato, una felpa rossa, pantaloni scuri e scarpe da ginnastica grige. Una felpa rossa, sudata, della stessa marca indossata dal rapinatore e una manica di maglietta nera con due buchi sono stati, poi, trovati nei pressi dell’ex falegnameria della famiglia Parrinello.
Appare improbabile, però, che l’arrestato abbia gettato la felpa utilizzata per la rapina in un luogo a lui facilmente riconducibile. Sarebbe stato come firmare la propria colpa. Magari sarà stato qualcuno che voleva far ricadere i sospetti sul Parrinello. Oppure, è stato un caso.
Pantaloni neri e scarpe grige, inoltre, per il gip non sono sufficienti a individuare il rapinatore. A difendere Parrinello è stato l’avvocato Sebastiano Genna, che dopo la decisione del giudice ha dichiarato: “La polizia ha preso un abbaglio. Ed essendo presente anche la scientifica, poteva da subito accertare che il Parrinello nulla ha a che vedere con la rapina. Bastava il Dna di Parrinello con quello della felpa rossa, come ha detto lo stesso Parrinello davanti al giudice”.