17,30 - Avrebbe gestito “un nutrito pacchetto di voti” anche, soprattutto, a Marsala Paolo Ruggirello l'ex deputato regionale del Pd arrestato per mafia oggi. Voti marsalesi organizzati da lui, con l'aiuto di pacecoti e campobellesi.
Gli inquirenti passano al setaccio tutti i suoi movimenti politici e soprattutto i rapporti con gli esponenti mafiosi. Ruggirello, emerge nell'inchiesta, in occasione delle elezioni amministrative di Marsala del 2015 avrebbe chiesto lintervento del pacecoto Carmelo Salerno, altro soggetto ritenuto organico a cosa nostra, e di altri soggetti di Campobello.
In particolar c'è un'intercettazione in cui Ruggirello dice a Salerno “mi devi trovare un candidato buono a Marsala”.
Nelle settimane precedenti alla chiusura delle liste per le amministrative è un gran giro di appuntamenti tra Ruggirello, Salerno e altri personaggi.
Il giorno della chiusura delle liste Salerno dice a Ruggirello: “Io sono sempre qua, io sono qua, a tua disposizione, sempre!”. Si lavorava per mettere in piedi la lista di riferimento di Ruggirello. Si chiamerà Democratici per Marsala, a sostegno del candidato sindaco, poi eletto, Alberto Di Girolamo.
Una lista forte, come piaceva all'allora deputato regionale. Ruggirello parlava a Vincenzo Giardina, già consigliere e assessore a Campobello di Mazara, dell'appoggio elettorale che doveva procurare per alcuni suoi pupilli, per alcuni suoi candidati. Tra cui la nipote, Gabriella Sveglia, in lista con Democratici per Marsala.
Di quella lista, punta di diamante era Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale di Marsala, il più votato delle scorse amministrative, eletto insieme a Luana Alagna e Ginetta Ingrassia. Mentre i pupilli di Ruggirello non arrivano a Sala delle Lapidi.
16,15 - "C'è anche una consigliera che non si imbarazza ad abbracciare il mafioso che l'ha fatta votare ed eleggere" ha detto stamattina il procuratore Lo Voi, a Palermo, commentando l'operazione antimafia "Scrigno" di oggi sui rapporti tra Cosa nostra e politica a Trapani. Di chi parla? Il riferimento è alle elezioni comunali di Erice del 2017, e ad uno degli arrestati, Pietro Cusenza, ritenuto uno dei membri della famiglia mafiosa di Trapani.
Cusenza, intercettato, "rievocava la felice esperienza avuta nelle consultazioni comunali trapanesi, tenutesi nel giugno del 2017, quando aveva consentito l’elezione dell’attuale consigliere comunale Simona MANNINA <<Cioè io quando ho fatto salire la figlia di Vito MANNINA a me, sua figlia mi ha abbracciato e si è messa a piangere, e mi ha detto: "Se non era per te io non avevo dove andare", dico sono belle soddisfazioni però Pietro, perché tu fai, una cosa...>>".
Cusenza viende definito come "soggetto pienamente inserito nel gruppo criminale capeggiato dai fratelli Pietro e Francesco VIRGA, per conto dei quali aveva ricoperto un rilevante ruolo nella raccolta voti a favore dei candidati politici con i quali erano stati stipulati gli scellerati patti politici".
Poco prima delle elezioni, Cusenza è in macchina con Virga e precisava di aver raccolto più di 100 voti per la ragazza che, uniti a quelli raccolti dal padre Vito Mannina e dal suocero, entrambi consiglieri comunali uscenti, potevano garantire con certezza l’elezione <<…100 voti glieli porta suo suocero… ed è consigliere uscente… Vito 100 voti devi averli per forza sopra sua figlia… e altri 100 li sto portando io…>>.
All’esito delle elezioni dell’11 giugno 2017, la candidata Simona Mannina, inserita nella lista n. 16 “Erice che vogliamo – Toscano Sindaco”, avendo raccolto 252 voti, veniva eletta quale consigliere comunale presso il Comune di Erice.
Suo padre Vito, invece, aveva comunque raccolto 218 voti, ma il commissariamento del Comune di Trapani rendeva di fatto inutile l’esito della competizione elettorale.
15,20 - 25 sono gli arrestati dell'operazione antimafia di oggi. Si tratta di:
Michele Alcamo, nato ad Erice classe '73, Diego Angileri, Marsala del '37, Salvatore Angileri, Marsala '72, Biagio Bianco, Marsala '67, Antonino Buzzitta, Erice classe '42, Pietro Cusenza, Erice '67, Antonino D'aguanno, Erice '64, Vito D'Angelo, Ravanusa, '48, Vincenzo Ferrara, Marsala '65, Vito Gucciardi, Vita '60, Stelica Jacob, Romania '85, Ivana Anna Maria Inferrera, Trapani '63, Domenico La Russa, Trapani '50, Mario Letizia Paceco '70, Giovanni Maltese, Trapani '55, Michele Martinez, Erice '69, Franco Orlando, Trapani '56, Francesco Paolo Peralta, Trapani '65, Giuseppe Piccione, Marsala '72, Paolo Ruggirello, Trapani '66, Francesco Salvatore Russo, Erice '78, Leonardo Russo, Paceco '61, Carmelo Salerno, Paceco '60, Filippo Tosto, Buseto Palizzolo 71, Francesco Virga, Erice '70, Pietro Virga, Erice '73.
Ecco le foto degli arrestati
14,55 - Sono davvero tante le accuse per Paolo Ruggirello, arrestato oggi.
L'ex deputato regionale è ritenuto organico a Cosa nostra, dagli inquirenti, con i primi episodi che risalgono addirittura al 2006.
Ecco l'elenco delle contestazioni che gli sono mosse.
. per aver preso parte all'associazione mafiosa denominata Cosa Nostra, quale politico destinatario delle preferenze elettorali fatte confluire da esponenti di detta associazione nel corso di varie consultazioni elettorali, fornendo un concreto e specifico contributo per garantire gli interessi del sodalizio mafioso, cui metteva a disposizione - per il tramite di singoli affiliati, con i quali intratteneva rapporti continuativi ed ai quali si rivolgeva anche per questioni personali - l’influenza e il potere derivanti anche dalla sua posizione di deputato regionale dell’Assemblea Regionale Siciliana, e più in particolare:
- garantiva piena disponibilità per tutelare gli interessi della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, anche relativi a futuri finanziamenti pubblici, attraverso accordi raggiunti con ACCOMANDO Michele, appartenente a detta famiglia;
- prometteva di interessarsi per far assumere a tempo indeterminato, presso l’ Azienda Ospedaliera Sant’Antonio Abate di Trapani, BURACCI Margherita, figlia di BURACCI Giovanni, appartenente alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara;
- esercitava pressioni politiche per far sì che GIAMBALVO Calogero, nipote dell’associato mafioso LA CASCIA Vincenzo, subentrasse come consigliere comunale a Castelvetrano, quale primo dei non eletti, e prometteva al medesimo GIAMBALVO opportunità di lavoro all’interno del Parco archeologico di Selinunte;
- accettava, quale referente provinciale del movimento politico “Articolo 4”, l’inserimento nella lista di detto movimento di una candidata, RAZZIANO Daria, indicata espressamente da SAMMARTANO Filippo, esponente della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara;
- si rivolgeva all’associato mafioso SALERNO Carmelo di Paceco per ottenere nominativi di fiducia da inserire come candidati nella lista “Democratici per Marsala” per le elezione comunali di Marsala del giugno 2015;
- sosteneva presso gli uffici amministrativi della Regione Sicilia l’aggiudicazione di un appalto per la fornitura di mobili in favore della ditta “Gulotta Design di Vincenza Costa”, segnalata da SALERNO Carmelo;
- sollecitava l’assunzione, come guardia giurata, di Vito COSTA, persona segnalata da SALERNO Carmelo;
- prometteva un personale interessamento per la posizione lavorativa del figlio di SALERNO Carmelo;
- si rivolgeva, in distinte occasioni, ad esponenti dell’associazione mafiosa, tra cui CRIMI Salvatore (della famiglia mafiosa di Vita), VIRGA Pietro, ORLANDO Francesco, SALERNO Carmelo, CUSENZA Pietro (tutti della famiglia mafiosa di Trapani) per ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018;
- corrispondeva denaro a VIRGA Francesco e VIRGA Pietro, promettendo il versamento di un’ulteriore somma, per acquistare voti durante la campagna elettorale per le regionali siciliane del 2017;
in tal modo contribuendo al raggiungimento degli scopi dell’associazione mafiosa, tra i quali procurare voti in occasione di consultazioni elettorali ed allacciare stabili connessioni con le istituzioni pubbliche, per il tramite di un suo rappresentante.
In Palermo, Mazara del Vallo, Paceco, Campobello di Mazara ed altri territori della provincia di Trapani dal 2006 sino al marzo 2018.
14,10 - Una vicenda strettamente personale, legata ad una relazione extraconiugale e ad figlia mai riconosciuta. Anche per questi fatti Paolo Ruggirello, ex deputato regionale arrestato oggi nell'operazione antimafia Scrigno, si sarebbe rivolto ai mafiosi per intervenire e risolvere alcuni problemi.
Riferiscono gli inquirenti che Ruggirello avrebbe chiesto un intervento ai pregiudicati mafiosi Salerno e Franco Orlando per una questione personale relativa ad una donna con cui Ruggirello aveva una relazione e da cui è nata anche una figlia.
La donna si separò dal marito al quale il giudice concesse di tenere la bambina tre volte a settimana. Ma qualche giorno dopo la donna impedì all'ex coniuge di tenere la figlia nei giorni stabiliti dal giudice, l'ex marito la denunciò.
“La vicenda coinvolgeva personalmente RUGGIRELLO Paolo che non voleva rivelare l’esistenza del rapporto extraconiugale in essere con la donn di essere il padre legittimo della bambina.
RUGGIRELLO, al solo fine di scongiurare eventuali ripercussioni negative che avrebbero arrecato nocumento al suo prestigio personale e politico, chiedeva a SALERNO Carmelo di gestire e risolvere quella vicenda privata, interessando anche un altro importante esponente mafioso trapanese, ORLANDO Francesco”.
Per gli inquirenti “RUGGIRELLO si è rivolto a SALERNO ed a ORLANDO per sfruttare un loro intervento che, per la caratura mafiosa di quest’ultimi e le modalità accorte degli incontri, assume chiaramente connotati illeciti”.
13,40 - Ecco il comunicato stampa integrale dei Carabinieri sull'operazione antimafia "Scrigno" che ha portato all'arresto 25 persone, e altre sono indagate, per essere organici a cosa nostra nel Trapanese.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, hanno tratto in arresto, in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica – DDA, 25 persone accusate di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento seguito da incendio e altro, tutti reati aggravati dal metodo mafioso.
Le indagini dei Carabinieri, coordinati dal Procuratore Francesco LO VOI, dal Procuratore Aggiunto Paolo GUIDO, e dai Sostituti Procuratori Gianluca DE LEO e Claudio CAMILLERI,hanno permesso, con l’operazione odierna, di disarticolare il mandamento mafioso di Trapani retto dai fratelli Francesco e Pietro VIRGA, figli del boss ergastolano Vincenzo, nonché di colpire il vertice della famiglia mafiosa di Paceco, capeggiata dal pregiudicato Carmelo SALERNO e esponenti della famiglia mafiosa di Marsala.
Gli esiti investigativi hanno fornito inoltre elementi che dimostrano, per la prima volta, l’esistenza di una articolazione mafiosa sull’isola di Favignana, capeggiata dall’anziano D’ANGELO Vito, originario di Ravanusa (AG), che dopo aver scontato una lunghissima pena per omicidio, era poi rimasto a Favignana, inizialmente in regime di semilibertà, diventando un punto di riferimento per gli esponenti di cosa nostra trapanese dell’intera provincia.
L’obiettivo dell’organizzazione mafiosa, rimane quello di acquisire il controllo di attività economiche, soprattutto nel campo dell’edilizia e della gestione di esercizi commerciali per reinvestire i capitali, ma anche di raccogliere consensi elettorali in occasione delle varie consultazioni.
Sono infatti stati tratti in arresto anche alcuni esponenti politici del trapanese, come l’ex Deputato regionale Paolo RUGGIRELLO, l’ex assessore e candidata alle elezioni regionali del 2017, Ivana INFERRERA e l’ex consigliere comunale di Erice, Giovanni MALTESE.
Le indagini hanno infatti permesso di registrare interferenze dell’organizzazione mafiosa nelle diverse competizioni elettorali; in alcuni casi persino la gestione diretta del rapporto con i candidati, attraverso l’attivazione della rete di contatti del circuito mafioso e l’acquisto di voti a seguito di accordi illeciti.
La particolarità che emerge è data dal fatto che sono proprio i rappresentanti locali della politica che si offrono ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale, così come fatto dal consigliere comunale MALTESE Giovanni, nel momento in cui si rivolgeva direttamente a esponenti di cosa nostra di assoluto rilievo, come VIRGA Francesco e ORLANDO Francesco, organizzando con gli stessi incontri riservati.
La candidata alle elezioni regionali Ivana INFERRERA, unitamente al marito Antonino D’AGUANNO, accettavano la promessa di procurare voti, mediante le modalità mafiose, da parte dei fratelli VIRGA, in cambio di somme di denaro con le quali acquistare le preferenze e promesse di assunzione di manodopera.
Anche l’allora deputato regionale RUGGIRELLO Paolo si rivolgeva, in distinte occasioni, ad esponenti dell’associazione mafiosa, tra, VIRGA Pietro, ORLANDO Francesco, SALERNO Carmelo, CUSENZA Pietro (tutti della famiglia mafiosa di Trapani) per ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018
Inoltre, significativa è stata la assoluta sinergia tra articolazioni mafiose di territori differenti, quali ad esempio Trapani e Marsala.
Dalle indagini sono emersi elementi significativi sui rapporti inter-mandamentali (Trapani e Marsala, che fa parte del mandamento di Mazara del Vallo), con incontri dei diversi rappresentanti nel corso dei quali sono state gettate le basi delle scelte imprenditoriali-mafiose e la spartizione degli introiti illeciti.
Il mandamento mafioso di Trapani, come si accennava, aveva anche diversificato i propri investimenti, riuscendo ad acquisire anche la proprietà del Gran Hotel Florio di Favignana, riconducibile a VIRGA Francesco. Ma anche due negozi “LO SCRIGNO” e “LO SCRIGNO 2” sempre riconducibili ai VIRGA; un’impresa edile e un autonoleggio riconducibili all’arrestato PERALTA Francesco e l’Efri Bar della centralissima Via Conte Agostino Pepoli di Trapani, gestito dall’arrestato ORLANDO Francesco. Tutte le predette attività imprenditoriali, le società che li gestiscono e relativo compendio sono stati sequestrati dai Carabinieri, per un valore complessivo dei beni di circa 10 milioni di euro.
13,20 - A Trapani ed Erice i Virga e Franco Orlando erano molto noti per la loro capacità di raccogliere voti a candidati a loro graditi. E a loro molti si rivolgevano per avere un aiuto elettorale. Dalle indagini emerge che ci sono stati degli interessamenti anche per Simona Mannina e Alessandro Manuguerra, consiglieri comunali di Erice, eletti nel 2017.
Anche Manuguerra, il padre Luigi e il figlio consigliere, e Mannina, il padre Vito e la figlia Simona, avevano avuto rapporti con i capimafia di Trapani.
I politici non sono indagati in questa operazione, ma emerge l'intervento della famiglia mafiosa della zona.
Scrivono gli inquirenti che per “le elezioni per i Comuni di Trapani ed Erice, due consiglieri comunali uscenti, rispettivamente Vito MANNINA e Giovanni MALTESE, si sono avvalsi della fattiva collaborazione di VIRGA Francesco e ORLANDO Franco, entrambi sostenuti da Pietro CUSENZA per la loro campagna elettorale e per quella di Simona MANNINA, figlia di Vito (solo quest’ultima veniva eletta)”. Si parla di “mobilitazione mafiosa” a sostegno dei candidati.
Da Orlando andavano anche i Manuguerra, il padre Luigi e il figlio Alessandro, consigliere comunale di Erice. I due, annotano i Carabinieri, si erano recati “presso il bar Efri, per pianificare la loro campagna elettorale”.
12,40 - "Da Paolo Ruggirello e Ivana Inferrera soldi alla mafia per avere voti". E' uno dei particolari che emergono dalle carte dell'inchiesta Scrigno. Da un'intercettazione risulta che Ruggirello ha pagato ai Virga somme di denaro in occasione delle elezioni regionali del 2017. Più precise le ricostruzioni su Inferrera, che ha girato ben 2000 euro a Virga, che a sua volta ne ha dati 500 ad un esponente mafioso di Marsala, come "prima tranche" dell'acquisto di voti.
Sono gli esponenti politici stessi ad offrirsi per elezioni a vari livelli agli esponenti mafiosi per la ricerca dei voti. Le mancate elezioni di Ruggirello (che è accusato di associazione mafiosa, non solo di voto di scambio). alle Regionali 2017 e alle Politiche 2018, poi, sarebbero da imputare al plebiscito ottenuto da altri schieramenti, che hanno messo in difficoltà i procacciatori mafiosi di voti.
12,30 - Qui la conferenza stampa integrale sull'operazione antimafia "Scrigno".
12,00 - "Il meccanismo di raccolta voti nel nostro territorio continua ad essere sotto l'influenza di Cosa nostra", lo dice il procuratore di Palermo Lo Voi, commentando in conferenza stampa l'operazione Scrigno. Lo Forte dice che Paolo Ruggirello era "anello di congiunzione tra istituzioni e Cosa nostra".
Paolo Guido aggiunge alcuni particolari riguardanti le indagini: "Ci sono arrestati cinque esponenti di vertice di Cosa nostra, i fratelli Virga, Franco Orlando, Angelo Vito come reggente della famiglia mafiosa di Favignana". "Il rapporto tra mafia e politica è costante e si ripete in ogni campagna elettorale - spiega Guido - ed è sempre il politico che cerca e incontra il mafioso, concordando con lui il tipo di appoggio. Nei colloqui intercettati i mafiosi hanno quasi timore di farsi vedere in appoggio a questo o quel politico".
C'è un rapporto antico tra la mafia, che ha spesso una declinazione massonica. Nel 2006 Accomando, imprenditore condannato per mafia, e massone, parlando con il nipote di Mariano Agate fa espressamente riferimento alla votazione per l'elezione di Ruggirello, importante "per noi".
C'è un'altra conversazione del 5 Ottobre 2017, che viene citata, tra Pietro Virga e Michele Martinez, due associati mafiosi. Si incontrano riversatamente e dicono: "Mi sto giocando tutte le carte per 'sti politici" dice Pietro Virga e chiede: "Dobbiamo raccogliere voti. Lo sai che se le cose vanno bene a me vanno bene a tutti". E aggiunge: "E' sempre così, qua".
I voti vengono comprati in cambio di poche decine di euro o della spesa.
Le indagini raccontano anche la scalata imprenditoriale dei Virga per acquisire un noto albergo di Favignana, con tutti gli accorgimenti per schermare la loro partecipazione. Nella fase della trattativa c'è la concorrenza con un gruppo napoletano, che a sua volta metterebbe in campo "uno che ha fatto trenta anni di carcere" . E anche in quel caso ci sono intercettazioni inequivocabili. "Digli a quelli che noi abbiamo Virga" è la risposta, con l'imprenditore che dice ai Virga: "Voi dovete solo entrare, appendere il cappello". La società viene costituita l'8 Gennaio 2018.
11,50 - C'è anche Francesco Todaro, politico di Calatafimi, ex vice sindaco di Salemi, uomo di fiducia di Ruggirello, tra gli indagati nell'operazione Scrigno.
Ciccio Todaro è indagato “per aver aiutato, in più occasioni e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, Paolo Ruggirello ad eludere le investigazioni dell’Autorità, curando in prima persona i rapporti diretti con esponenti, anche di vertice, dell’associazione mafiosa trapanese - quali i fratelli Francesco e Pietro Virga, Francesco Orlando, Carmelo Salerno e Salvatore Ceimi– al fine di fungere da tramite tra costoro ed il già deputato regionale Paolo Ruggirello, contribuendo a mantenere la riservatezza sui rapporti e gli accordi tra l’associazione mafiosa ed il Ruggirello medesimo”.
La Dda aveva chiesto anche per Todaro l'arresto, ma il Gip ha rigettato la richiesta.
Il politico di Calatafimi è stato per anni l'anello di congiunzione tra Ruggirello e i territori in provincia di Trapani essendo il coordinatore provinciale di Articolo 4.
E' stato candidato è alle primarie del centrosinistra per le amministrative ad Erice nel 2017 perdendo contro Daniela Toscano.
11,20 - Ecco i nomi di tutti gli indagati e gli arrestati dell'operazione antimafia di oggi, Scrigno, a Trapani.In grassetto i nomi degli arrestati.
Michele Alcamo, nato ad Erice classe '73, Diego Angileri, Marsala del '37, Salvatore Angileri, Marsala '72, Biagio Bianco, Marsala '67, Antonino Buzzitta, Erice classe '42, Maria Stella Cardella, Erice '69, Pietro Cusenza, Erice '67, Antonino D'aguanno, Erice '64, Vito D'Angelo, Ravanusa, '48, Tommasa Di Genova, Paceco '68, Vincenzo Ferrara, Marsala '65, Giuseppa Grignani, Trapani '73, Vito Gucciardi, Vita '60, Stelica Jacob, Romania '85, Ivana Anna Maria Inferrera, Trapani '63, Domenico La Russa, Trapani '50, Mario Letizia Paceco '70, Giovanni Maltese, Trapani '55, Pietro Maltese, Marsala '40, Michele Martinez, Erice '69, Franco Orlando, Trapani '56, Francesco Paolo Peralta, Trapani '65, Giuseppe Piccione, Marsala '72, Marcello Pollara, Mazara '62, Paolo Ruggirello, Trapani '66, Francesco Salvatore Russo, Erice '78, Leonardo Russo, Paceco '61, Carmelo Salerno, Paceco '60, Francesco Todaro, Calatafimi '63, Filippo Tosto, Buseto Palizzolo 71, Francesco Virga, Erice '70, Pietro Virga, Erice '73.
10,35 - E' davvero lungo l'elenco delle contestazioni che la Procura antimafia muove all'ex deputato regionale di Trapani, Paolo Ruggirello, finito oggi in carcere nell'ambito dell'operazione antimafia "Scrigno". Ruggirello ha sistemato uomini vicino alla cosca in posti di lavoro, tra cui il famoso Lillo Giambalvo, consigliere comunale a Castelevetrano, addirittura proposto per l'assunzione al Parco Archeologico di Selinunte. E' strana, poi l'indicazione che - lo dice la Procura - Ruggirello si sia rivolto alla mafia di Paceco per avere nomi nella lista "Democratici per Marsala", da lui presentata alle amministrative del 2015 in appoggio al Sindaco Alberto Di Girolamo. Indicazione strana, ripetiamo, dato che si tratta di una lista per il consiglio comunale di Marsala, appunto.
Secondo la Procura Paolo Ruggirello ha “preso parte all’associazione mafiosa denominata Cosa nostra, quale politico destinatario delle preferenze elettorali fatte confluire da esponenti di detta associazione nel corso di varie consultazioni elettorali, fornendo un concreto e specifico contributo per garantire gli interessi del sodalizio mafioso, cui metteva a disposizione - per il tramite di singoli affiliati, con i quali intratteneva rapporti continuativi ed ai quali si rivolgeva anche per questioni personali - l’influenza e il potere derivanti anche dalla sua posizione di deputato regionale dell’Assemblea Regionale Siciliana”.
Nel dettaglio, tra le altre cose “promesso di interessarsi per far assumere a tempo indeterminato, presso l’Azienda Ospedaliera Sant’Antonio Abate di Trapani, Margherita Buracci, figlia di Giovanni, appartenente alla famiglia mafiosa di Campobello di Mazara”.
Ancora, Ruggirell ha “garantito piena disponibilità per tutelare gli interessi della famiglia mafiosa di Mazara del Vallo, anche relativi a futuri finanziamenti pubblici, attraverso accordi raggiunti con Michele Accomando, appartenente a detta famiglia”.
Accertate le relazioni con esponenti dell’associazione mafiosa, tra cui Salvatore Crimi (della famiglia mafiosa di Vita), Pietro Virga, Francesco Orlando, Carmelo Salerno, Pietro Cusenza (tutti della famiglia mafiosa di Trapani, coinvolti nell'operazione di oggi) per ottenere supporto elettorale in occasioni delle consultazioni regionali del 2017 e nazionali del marzo 2018. Ai Virga ha dato anche soldi “per acquistare voti durante la campagna elettorale per le regionali siciliane del 2017”.
Poi, il capitolo Giambalvo. Ruggirello ha “esercitato pressioni politiche per far sì che Calogero Giambalvo, nipote dell’associato mafioso Vincenzo La Cascia, subentrasse come consigliere comunale a Castelvetrano, quale primo dei non eletti, e prometteva al medesimo Giambalvo l’opportunità di lavoro all’interno del Parco archeologico di Selinunte”.
A Campobello: “Accettava, quale referente provinciale del movimento politico Articolo 4, l’inserimento nella lista del movimento di una candidata, Daria Razziano, indicata espressamente da Filippo Sammartino, esponente della famiglia mafiosa di Campobello di Mazara".
Ancora, per lui l'accusa di “aver sostenuto presso gli uffici amministrativi della Regione Sicilia l’aggiudicazione di un appalto per la fornitura di mobili in favore della ditta “Gulotta Design di Vincenza Costa”, segnalata da Carmelo Salerno”. Chi è Salerno? Un mafioso di Paceco, dicono le indagini, al quale Ruggirello si è rivolto anche per ottenere "nominativi di fiducia da inserire come candidati nella lista Democratici per Marsala per le elezione comunali di Marsala del giugno 2015”. Sempre Salerno indica a Ruggirello di assumere Vito Costa, come guardia giurata.
10,20 - Ci sono anche degli arresti a Marsala nell'ambito dell'operazione "Scrigno". Si tratta di Diego e Salvatore Angileri, padre e figlio. Per loro l'accusa è di associazione mafiosa. Diego Angileri ha 81 anni. Hanno nominato come legale di fiducia l'avvocato penalista Luigi Pipitone, del foro di Marsala. Diego Angileri ha subito una perquisizione nell'ambito dell'operazoine Eris dello scorso Dicembre (ne abbiamo parlato qui).
L'operazione disarticola il mandamento mafioso di Trapani e permette, per la prima volta, di individuare l'articolazione di Cosa Nostra di Favignana. Tra gli arrestati anche i vertici del mandamento (rappresentati dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo), della famiglia mafiosa di Paceco ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala.
L'operazione disarticola il mandamento mafioso di Trapani e permette, per la prima volta, di individuare l'articolazione di Cosa Nostra di Favignana. Tra gli arrestati anche i vertici del mandamento (rappresentati dai fratelli Francesco e Pietro Virga, figli del boss ergastolano Vincenzo), della famiglia mafiosa di Paceco ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala.
09,25 - Dal Movimento per l’autonomia di Raffaele Lombardo all’ala renziana del Partito democratico, passando per la lista che nel 2012 sostenne Nello Musumeci nella corsa alla Presidenza della Regione vinta da Rosario Crocetta. Sono passati 13 anni da quando Paolo Ruggirello, big della politica trapanese arrestato oggi dai carabinieri del Comando provinciale nell’ambito del blitz antimafia ‘Scrigno’, fu eletto per la prima volta all’Assemblea regionale siciliana.
Figlio di Peppe Ruggirello, proprietario della Banca industriale trapanese che fu anche alla guida del Trapani Calcio, e per tanti anni uomo fidato dell’ex vicepresidente della Regione Bartolo Pellegrino, venne eletto per la prima volta con il Movimento per l’autonomia di Lombardo che sosteneva la ricandidatura di Totò Cuffaro a Palazzo d’Orleans nel 2006: Ruggirello varcò la soglia di Palazzo dei Normanni forte di 10.393 voti.
Due anni dopo il centrodestra, orfano di Cuffaro finito in carcere con sentenza definitiva per avere favorito la mafia, torna a vincere con Lombardo e Ruggirello è ancora fra le file degli autonomisti centrando la nuova l’elezione all’Ars con 10.478 voti. Il tris arriva nel 2012: inserito nella lista ‘Nello Musumeci Presidente’, torna per la terza volta a Sala d’Ercole grazie a 6.639 preferenze ed entra anche nell’Ufficio di Presidenza dell’Ars con il ruolo di deputato questore.
La legislatura, però, lo vede trasmigrare in Articolo 4, formazione politica messa in piedi da Lino Leanza, e infine, nel 2015, l’approdo al Partito democratico tra le file dei renziani con la quarta candidatura al Parlamento più antico d’Europa: è il 2017 e questa volta l’elezione non arriva.
Ruggirello ci riprova un anno dopo, alle Politiche che segnano la nascita del governo gialloverde: il suo nome figura nella lista per il proporzionale e il centrosinistra punta su di lui anche per la battaglia nel collegio uninominale di Marsala, ma il boom del Movimento cinque stelle gli sbarra le porte di Palazzo Madama.
09,00 - E' in corso il sequestro di beni di società e altri esercizi commerciali per un valore di oltre dieci milioni di euro nell'ambito dell'operazione 'Scrigno' che all'alba di oggi ha portato all'arresto di 25 persone, tra cui l'ex deputato regionale siciliano Paolo Ruggirello. Sigilli anche al Grand Hotel Florio di Favignana.
Tra gli arrestati ci sono due esponenti politici. Si tratta dell’ex deputato regionale del Pd Paolo Ruggirello, accusato di associazione mafiosa, e dell’ex assessore comunale di Trapani Ivana Inferrera, indagata per voto di scambio politico-mafioso.
Secondo gli inquirenti, i due politici si “offrivano” ai mafiosi, proponendosi come “punti di riferimento” per i clan e arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione della campagna elettorale. Ruggirello, 52 anni, trapanese, eletto all’Assemblea Regionale Siciliana due volte, è stato deputato questore. Si è candidato alle ultime elezioni politiche ma non ce l’ha fatta.
Inferrera, 55 anni e una laurea in Conservazione dei beni culturali, è stata direttrice del museo della preistoria e nel 2013 è stata nominata assessore alle Strategie di sviluppo, alle politiche sociali e al Turismo del Comune di Trapani.
L'operazione disarticola il mandamento mafioso di Trapani e permette, per la prima volta, di individuare l'articolazione di Cosa Nostra di Favignana.
08,30 - Maxi operazione antimafia questa notte in provincia di Trapani. Il video dell'operazione Scrigno, con le intercettazioni e gli incontri tra gli arrestati. 200 i carabinieri del Comando provinciale di Trapani impegnati nei blitz.
Oltre ai vertici del mandamento (rappresentati dai fratelli VIRGA Francesco e Pietro, figli del boss ergastolano Vincenzo), della famiglia mafiosa di Paceco ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala, tra gli arrestati vi sono anche esponenti politici locali, che si offrivano ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale.
Arrestato anche il politico Paolo Ruggirello, ex deputato regionale, accusato di associazione mafiosa.
07,30 - L'inchiesta si chiama "Scrigno". Indagata anche l'ex assessore Ivana Infererrera di Trapani e suo marito Ninni D'Aguanno per voto di scambio politico mafioso. Stessa accusa per l'ex consigliere comunale di Erice Giovanni Maltese. Eccellenti i nomi "mafiosi" coinvolti nell'inchiesta. C'è ad esempio Carmelo Salerno, della famiglia mafiosa di Paceco. C'è anche Franco Orlando, che Tp24.it in un'inchiesta pubblicata un anno fa aveva già indicato come il reggente della famiglia mafiosa di Trapani. Sequestrato il Grand Hotel Florio a Favignana, riconducibile a Francesco Virga, insieme ai negozi Scrigno 1 e Scrigno 2. Alle 11,30 in Procura a Palermo è prevista la conferenza stampa del Procuratore antimafia Francesco Lo Voi, dell’aggiunto Guido e dei pm Camilleri e De Leo
07,15 - E' stato arrestato Paolo Ruggirello. E' lui il politico di spicco finito nell'operazione antimafia di oggi. 53 anni è accusato di associazione mafiosa. Ex deputato regionale all'Ars, Ruggirello era stato candidato anche alle ultime elezioni con il Pd, senza esito.
L'accusa per Ruggirello è di voto di scambio e di associazione mafiosa.
Ruggirello è stato arrestato tre ore fa nella sua villa di Guarrato. Ha cercato e ottenuto voti mafiosi dai clan di Mazara per le elezioni regionali del 2017 e le politiche del 2018. In cambio avrebbe promesso l'interessamento per alcuni appalti.
07,00 - 200 Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, sono impegnati, in queste ore nell’arresto, di 25 appartenenti a Cosa Nostra trapanese per associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, estorsione, danneggiamento e altro.
L’operazione disarticola il mandamento mafioso di Trapani e permette, per la prima volta, di individuare l’articolazione di Cosa Nostra di Favignana.
Oltre ai vertici del mandamento (rappresentati dai fratelli VIRGA Francesco e Pietro, figli del boss ergastolano Vincenzo), della famiglia mafiosa di Paceco ed esponenti della famiglia mafiosa di Marsala, tra gli arrestati vi sono anche esponenti politici locali, che si offrivano ai mafiosi, proponendosi come loro punti di riferimento, arrivando, in alcuni casi, addirittura ad affidare loro la gestione, seppur parziale, della propria campagna elettorale.