Alberto Di Girolamo, sindaco di Marsala, come si sta comportando la città in queste ore così drammatiche dovute al Coronavirus?
Io spero bene, diciamo che fino a qualche giorno fa le persone non avevano capito bene il pericolo. Il virus non si ferma con i muscoli, il virus non ha confini. Stiamo continuando a mandare comunicati per dire state a casa, stiamo a casa, tranne per motivi di lavoro, di salute e per acquistare beni di prima necessità. Chi non lavora non ha senso che vada in giro e stare al contatto con gli altri. Mi raccomando di stare ad almeno un metro di distanza. Questo è quello che mi sento di dire da sindaco, da medico, da padre. Seguire quello che ci dicono gli scienziati e fare prevenzione con queste semplici regole.
I cittadini la chiamano spesso in questi giorni?
Sì, mi mandano tanti messaggi e ci invitano a fare in modo che tutti sappiano dei rischi che possiamo correre. In questi giorni, in queste settimane, ne va del futuro di tutti noi. Se noi riusciamo a bloccare l’epidemia, se riusciamo a bloccare il contagio, avremo pochissimi casi e dopo torneremo alla vita normale e meglio di prima. Se noi non riusciamo a bloccare il virus piangeremo delle conseguenze amare, purtroppo il virus non guarda in faccia nessuno e la nostra situazione sanitaria non è all’altezza rispetto a quella che c’è nel Nord Italia. Noi non saremmo in grado di affrontare una epidemia del genere a Marsala e in Sicilia in generale.
Sindaco tra i suoi colleghi medici c’è un po’ di inquietudine e lanciano un campanello d’allarme. Come dice lei, dicono che non si è pronti ad affrontare questa emergenza. Non ci sono le tute, non ci sono i percorsi sporco/pulito. E per questo non dobbiamo stare tanto tranquilli e stare molto più attenti.
Assolutamente sì. Tutto il corpo sanitario è in prima linea. Se dovessero succedere dei casi all’interno degli ospedali, questi dovrebbero chiudere. Immaginate dunque cosa succederebbe se ci trovassimo a chiudere il Sant’Antonio di Trapani, il “Paolo Borsellino” di Marsala, ma anche se si ammalano i medici di base, il che significa di non poter curare le patologie normali che ci sono. L’invito che faccio è di stare a casa, uscire per il lavoro strettamente necessario, per problemi sanitari e per fare la spesa, ne vale della salute di tutti noi.
Che carico emotivo e di responsabilità istituzionale ma anche personale investe il sindaco della città di Marsala nell’affrontare l’emergenza coronavirus?
Il carico emotivo è tanto. Io avendo fatto il medico vedo molto l’aspetto sanitario che è fondamentale. Ero abituato a trattare situazioni di emergenza, questo mi sta aiutando anche nel prendere delle decisioni, perché vanno prese all’interno di regole certe che ci sono. Faccio l’invito a saperci comportare nell’interesse proprio e di tutti. Ai nostri giovani, ad esempio, che il fine settimana scorso erano in giro, dico, a che serve, anche se non sei dentro al bar, ma sei fuori e sei troppo vicino alle altre persone, il virus passa lo stesso. Con la mia professione di cardiologo ospedaliero ero abituato a trattare l’emergenza, qui è invisibile ma so cosa può significare la diffusione del virus.
Sindaco, facciamo un appello. Cosa possiamo dire alle persone più anziane per convincerle a non uscire di casa?
Cari anziani, stiamo a casa, stiamo lontano da tutti, passiamo la giornata leggendo un buon libro, vedendo un bel film e se una passeggiata dobbiamo fare, facciamola nei parchi ma lontano dalle altre persone.
E’ possibile fare una passeggiata in spiaggia?
Assolutamente sì. Naturalmente non a braccetto con un altro. Sicuramente, passeggiare ad esempio in via XI maggio, come siamo abituati a fare noi, non serve, è sbagliato e pericoloso.
Andiamo a passeggiare a Salinella?
A Salinella sì, perché è un parco grande, purché non ci si fermi in quattro/cinque persone a parlarsi addosso. Andiamo a Salinella perché si può fare lontano l’uno dall’altro, salutandoci soltanto con un sorriso o con un inchino, senza la stretta di mano e senza i soliti baci e abbracci. Ricordo inoltre di lavarci frequentemente le mani, senza toccarci gli occhi e la bocca perché nelle nostre mani il virus può esserci.