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01/01/2021 06:00:00

Scilla e la compravendita di voti con i mafiosi. "Che devi fare, Toni?"

 Abbiamo raccontato ieri di come il "quasi" nuovo assessore regionale alla Cooperazione e alla Pesca della Giunta regionale di Musumeci, Toni Scilla, abbia cercato il gruppo mafioso di Campobello di Mazara, rappresentato da Giorgi e Luppino, sia in occasione delle elezioni regionali del 2017 che per le elezioni politiche del 2018, qualche mese dopo (potete  leggere qui).

Nel 2017 il clan gli preferì, all'interno della lista di Forza Italia, il marsalese Stefano Pellegrino, poi arrivato primo (Luppino, in una gustosa intercettazione, racconta che il nominativo di Pellegrino piaceva tra coloro che hanno avuto problemi con la giustizia per la sua attività di avvocato ...). Qualche mese dopo si vota per le Elezioni Politiche. Sono quelle del trionfo dei Cinque Stelle. Scilla accetta di candidarsi all'uninominale, sempre con Forza Italia, e torna dal gruppo mafioso di Mazara per chiedere il sostegno. Oggi siamo in grado di raccontarvi qualche particolare inedito di quella vicenda. Prima, però, cerchiamo di spiegare meglio di chi stiamo parlando.

GIORGI E LUPPINO - Calogero John Luppino, imprenditore campobellese di 41 anni e lo zio Salvatore «Mario» Giorgi, di 62 anni, al centro dell'indagine Mafia Bet del 2019. Entrambi sono stati arrestati, assieme al castelvetranese Francesco Catalanotto, di 48 anni, gestore di un centro scommesse a Campobello di Mazara.  Le accuse: associazione mafiosa, estorsione e corruzione elettorale.  Inoltre l’operazione della Dda di Palermo, portata a termine, dai carabinieri del Comando provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara e dal Ros, ha portato al sequestro di beni per un valore di circa cinque milioni di euro. 

L’ascesa imprenditoriale di Calogero John Luppino nel mondo delle scommesse e giochi on line - controllava il settore economico affidando alcune delle agenzie ad altri associati mafiosi – sarebbe stata favorita proprio dagli affiliati ai mandamenti mafiosi di Castelvetrano e Mazara, che imponevano in provincia di trapani l’installazione dei «device» delle società di Luppino e Giorgi. Dal sequestro di beni e attività (otto società e imprese individuali) nei confronti di Luppino, emerge che il suo giro d’affari si era diversificato in diversi altri esercizi commerciali quali rivendite di tabacchi, autonoleggi, bar, società di servizi e anche un centro di accoglienza per immigrati

Se la politica è spesso coinvolta, purtroppo, in vicende di malaffari, spesso con imprenditori collusi con la mafia, nell'indagine Mafia Bet, politica e imprenditoria collusa sono le facce di una stessa medaglia. Salvatore Mario Giorgi, zio di Luppino è, infatti, da sempre un appassionato di politica, con una militanza nella sinistra campobellese, e in passato è stato sia assessore sia consigliere comunale, oltre ad avere avuto il ruolo di responsabile della Cna. Con il movimento «Io amo Campobello», di cui è l'animatore e fondatore è stato un sostenitore del sindaco Giuseppe Castiglione. Sia Mario Giorgi che il nipote, Calogero Luppino, consigliere pure lui dal 2006 al 2011, alle amministrative del 2014 hanno contribuito all'elezione dei consiglieri Gaudenzia Zito (indagata in Mafia Bet) e Giacomo Gentile. Presto però il sostegno all'amministrazione, per motivi mai chiariti, è venuto meno e da allora Giorgi è stato sempre in contrapposizione all'attuale amministrazione. Nel corso di un incontro con l'assessore regionale al turismo Sandro Pappalardo, Giorgi annunciò la partecipazione alle amministrative con il suo movimento "Io Amo Campobello".

                                                                        Calogero Luppino e Mario Giorgi 

SCILLA, LE ELEZIONI E IL PRECEDENTE. Luppino e Giorgi dunque si sarebbero incontrati a ridosso delle Elezioni Politiche del 2018 con Toni Scilla per affrontare il tema del loro sostegno al candidato di Forza Italia. Sono i due a parlarne, intercettati. Gli incontri con Scilla sono diversi, secondo quanto si dicono i due. Ma attenzione, i rapporti tra Luppino e Scilla non sono proprio ottimi. Anzi, si sono incrinati, nel tempo. Perché? Per il sostegno a Stefano Pellegrino alle Regionali? No. Per un episodio di qualche anno prima. Siamo alle precedenti elezioni regionali, quelle del 2012. Scilla è candidato (tanto per cambiare ...). e quella volta con la lista "Grande Sud".

In un'altra lista è candidata Doriana Licata (altro nome del quale ci siamo occupati su Tp24...). Ebbene, Scilla è convinto che Luppino abbia fatto un'operazione di compravendita di voti a favore di Doriana Licata. La cosa bella è che Luppino racconta, intercettato, l'episodio. E conferma che è vero ... Luppino infatti racconta che c'è stata un'operazione di compravendita di voti, e che lui stesso ne ha parlato con l'architetto Giovanni Accardo, inteso "Panareddu" (architetto, classe 1957, sostenitore di Toni Scilla): "Vedi, cinque anni fa, il sottoscritto - racconta Luppino, riferendosi alle elezioni del 2012 - a Castelvetrano ... un sabato mattina ... c'erano 280 voti sicuri ... ed erano voti che io potevo vendere a chiunque ...".  Luppino spiega anche com'era l' "operazione", come la chiama lui: "Se sale, si paga: un regalo di 10.000 euro. Se non sale, non si paga niente". Luppino racconta di essere stato il venerdì notte da Scilla, a Mazara, alla presenza di Pino Burzotta. Burzotta è "Pupo Nivuro". E' scomparso nell'agosto di quest'anno, ed era contiguo alla famiglia mafiosa di Mazara del Vallo. Gli dice: "Mi hanno proposto questa cosa ...le persone aspettano i fac simile ... che devi fare, Toni?". E ancora: "Toni, se non sali non li paghi, ma se sali si devono prendere 10.000 euro e gli devi fare un regalo ...". Luppino insiste con Scilla a spiegare la convenienza dell'affare: "Vedi che stiamo andando a 30 euro a voto ... quindi è a parametro zero, minchia!". Dall'alto della sua esperienza anche Burzotta insiste per convincere Scilla a non farsi sfuggire l'offerta: "Ma che sei minchia? Meglio di questa c'è?". Anche questo affare non si concretizza, con grande amarezza di Luppino che ricorda: ci sono altri politici come Ruggirello o Lo Sciuto che avrebbero pagato subito, per quei voti. Non solo, si lamenta Luppino: "Gli porto tutti quei voti, non mi ringrazia e anzi dice che mi sono venduto ....?".

L'episodio è inquietante, per chi si appresta ad avere un ruolo di vertice alla Regione. Scilla conferma la ricostruzione e l'incontro con Burzotta e Luppino? Conferma l'offerta? Perchè non ha mai denunciato pubblicamente il tentativo di voto di scambio? E perchè, se sapeva della compravendita di votinon lo ha denunciato? Quali relazioni ha avuto Scilla con personaggi come Burzotta,  o con Giorgi e Luppino?