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08/04/2021 17:58:00

"Io, educatrice al Convitto di Marsala, vi chiedo di sostenere uniti questa istituzione"

 Gentilissimo direttore,
sono una semplice docente educatrice, mi chiamo Antonia Amodeo, desidero esprimere e condividere quanto sta verificandosi presso l’Istituzione Educativa “ Convitto Audiofonolesi” di Marsala, in cui oltre ad essere educatrice svolgo le funzioni di Tas, Terminale Associativo.

Una riflessione amara che giunge da chi, come me, lavora ed ha lavorato per anni presso questa struttura.

Sento il dovere da donna e da educatrice, con anni di esperienza alle spalle nel settore della formazione e dell’educazione, di evidenziare lo stato di malessere in cui versano Educatori/ci, Personale Ata, Cuochi, Guardarobiera, Personale Amministrativo, Infermiera, in capo a tutti i nostri BAMBINI.

Qualcuno si sta chiedendo come viviamo noi questa situazione?

Qualcuno sta veramente pensando, nel quotidiano, quali riscontri hanno i bambini respirando questo clima?

Per tredici anni sono stata educatrice segnante presso questo Convitto con incarico annuale, poi mi trasferisco a Palermo ed ottengo il ruolo presso l’Educandato Statale Maria Adelaide, il sogno di una vita, scegliere di essere e diventare educatrice, un ruolo poco apprezzato, poco riconosciuto perfino dallo stesso Miur, un ruolo che tende ad educare le anime e le menti dei bambini a noi affidati, un ruolo nei confronti di cui non ci si rende conto dell’importanza di investire nella rieducazione ai valori e al rispetto volti alle generazione che ci vengono affidate.
Palermo mi ha formata, l’esperienza con l’attuale Rettrice e Coordinatrici del Personale Educativo è stata fonte di apprendimento e feedback comunicativi continui, una ricchezza senza pari, il ritorno al Convitto, il mio Convitto, consentitemi, è stato amaro.

Il passato non va dimenticato!

Dopo sei anni a Palermo, in assegnazione provvisoria, insieme ad altri miei colleghi, ritorniamo presso questa Istituzione Educativa, dalla quale tutti abbiamo mosso i primi passi.

Noi, crediamo in questa Istituzione!

Il Convitto per Audiofonolesi non è una struttura specialistica tanto meno un centro polivalente terapeutico, è una Istituzione Educativa, unica struttura del meridione d’Italia da Roma fino a noi, la cui offerta formativa ed il piano di lavoro volto alla crescita e formazione degli allievi è in capo agli/alle educatori/ci, offre anche recupero logopedico e psicomotorio in regime di frequenza degli allievi semiconvittori/ci e convittori.

Noi, ci crediamo, direttore!

Scrivo per dovere di cronaca, per far comprendere come la situazione di gioco forza, diatriba, o di tendenze semplicemente differenti, le une dalle altre, non reca profitto ad alcuno.

I fornitori non vengono pagati da tempo, l’autista da mesi non riceve compenso, noi respiriamo un clima di certo non sereno, tutto questo fa male, sì, direttore, fa male!

E lo fa, ancor di più, ai bambini!

La questione inerente la situazione anomala dell’ istituto perversa da anni, io, da educatrice dei convitti e degli educandati, dipendente della Pubblica Amministrazione, ho sempre lavorato in regime di Istituzione Educativa

Statale, che le cose poi prendano altri sentieri come la gestione regionale può rappresentare solamente un traguardo ulteriore se, e solo se, tutto viene volto ad incrementare senza cambiare l’identità del nostro Convitto.

Che sia statale o regionale, il Convitto merita lunga vita, e per permetterla bisogna fare chiarezza fra gli organi istituzionali senza ulteriori passaggi di consegna.

Ben vengano i contributi della regione come l’interesse dell’onorevole per la situazione, ben vengano gli interventi presso il Comune da parte dell’attuale Rettrice, ogni ed eventuale aiuto è bene accolto.

E lo sarà ancor di più l’interesse del Sindaco, attuale, verso questa unica realtà nel territorio che amministra, noi aspettiamo una sua visita, siamo ben lieti di accogliere tutti gli attori che possono sostenere questa Istituzione Educativa.

Una Comunità Educante va sostenuta da più componenti che non si scontrino, va supportata nel suo percorso di crescita e riqualificazione senza per questo chiudere la comunicazione.

Di fatto, da anni, la struttura non riceve finanziamenti, più volte il rischio chiusura ha rappresentato lo spettro di volontà risolutive, definitive, assenti.
Personalmente ringrazio tutti quelli che si adopereranno per risolvere e riqualificare, nel territorio, la nostra struttura il cui fine è incrementare i servizi a favore dei bambini ospiti, puntando alla formazione-specializzazione: solo attraverso la formazione permanente ed in itinere ed incrementando i servizi saremo in grado di offrire, al territorio marsalese, e su scala regionale, una struttura di qualità.

Da anni non si organizzano corsi di specializzazione per formare gli educatori di nuova generazione che, seppur con anni di esperienza e formazione continua, trovano ancora difficoltà nei trasferimenti presso questa struttura, l’assurdità risiede che come supplenti, con incarico annuale, in assegnazione sì, nei trasferimenti, no, perché manca “ …quel pezzo di carta…”, nell’atto pratico siamo ben più che formati.

Quante ingiustizie burocratiche!

Apriamoci al territorio, offriamo servizi integrativi ed attività laboratoriali, incrementiamo le terapie, riportiamo audiologo e psicologo al suo interno, medici di riferimento, attiviamo corsi di specializzazione per gli educatori, questo bisogna fare : OPERARSI, PER INCREMENTARE L’OFFERTA FORMATIVA, SENZA TOGLIERE IDENTITÀ!
Auspico che quanto viviamo possa trovare presto soluzione, una soluzione che preservi l’unica identità che questo istituto possiede, essere Istituzione Educativa, che al pari delle altre realtà educative d’Italia rappresentano strutture uniche nel loro genere.

Mi rivolgo a quanti sono nel potere di agire e predisporre, di non cancellare l’identità di questa struttura, anzi, di lottare per preservarla ed incrementarla, il futuro di questo Convitto non può e non deve essere quello di finire nel baratro del principio della razionalizzazione, dell’accorpamento o della fusione, utilizzando tutti i termini che mi vengono in mente, auspicando invece che Il Convitto apra le porte al territorio, sia conosciuto su scala nazionale e ritorni ad essere il fiore all’occhiello per l’intera comunità.

Pertanto, auguro, che tutti gli attori convengano e si incontrino nell’arricchimento reciproco con un unico obiettivo comune: ridare nuova vita al Convitto.

Mi onoro delle parole di Padre Pino Puglisi
…se ognuno di noi fa qualcosa, insieme, potremo fare molto!


Docente Educatrice
Antonia Amodeo