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10/10/2021 06:00:00

Quasi 200 milioni di euro buttati via nella sola Sicilia occidentale coi 31 progetti irrigui bocciati

Superficialità, pressappochismo, bugie politiche, mancanza di professionalità adeguate, sono solo alcuni degli ingredienti dell’ultimo boccone amaro che i siciliani hanno dovuto ingerire con l’ultima bocciatura dei progetti legati ai sistemi di irrigazione, finanziabili grazie al ‘Recovery plan’. La débâcle della Sicilia è tutta in quei 31 progetti bocciati, su 31 presentati.

Focalizziamoci in particolar modo sulla parte occidentale dell’Isola, analizzando i progetti che avrebbero potuto alleviare le ataviche carenze d’acqua delle province di Palermo, Trapani ed Agrigento. Senza acqua alle campagne non potrebbe esistere “l’oliva da mensa a 1,40 euro al chilo” nei territori di Campobello di Mazara e Castelvetrano, a Partanna, ci dice una nostra fonte, che lavora in uno dei Consorzi di bonifica siciliani, cosi come: “non esisterebbe il melone di Paceco”.

POCO MENO DI 200 MILIONI DI EURO IN FUMO – In tre sole province sono ‘finiti in mare’, rappresentando un ulteriore impoverimento per la Sicilia occidentale, 191 milioni 997 mila 729 euro e 81 centesimi.

CONSORZIO BONIFICA 1 TRAPANI: bruciati, anzi vista la tematica, annegati quattro possibili interventi: 1) 7.999.786,32 euro; 2) 8.268.548,70 euro; 3) 4.300.000 euro; 4) 5.240.000 euro; per un totale di 25 milioni 808mila 335 euro e 02 centesimi.
CONSORZIO BONIFICA 2 PALERMO – persi quattro finanziamenti: 1) 12.000.000 euro; 2) 10.000.000 euro; 3) 10.100.000 euro; 4) 11.400.000 euro; per un totale di 43 milioni 500mila euro.
CONSORZIO BONIFICA 3 AGRIGENTO – addio a sei indispensabili progetti: 1) 4.430.000 euro; 2) 3.580.000 euro; 3) 9.993.079,09 euro; 4) 28.075.000 euro; 5) 37.470.000 euro; 6) 39.141.315,70 euro; per un totale di 122 milioni 689mila 394 euro e 79 centesimi.

ECCO IL BESTIARIO DEGLI ERRORI – I parametri su cui sono arrivate le sberle della bocciatura erano 23. E per capire a quale bassezza di livello siano alcuni burocrati regionali – che dovrebbero rendere conto all’assessorato Agricoltura, Pesca e Foreste, diretto da Toni Scilla – e alcuni dirigenti di Consorzio di bonifica, basta esaminare qualcuno dei parametri non rispettati. I quattro progetti bocciati al Consorzio Trapani 1, per esempio, hanno in comune la mancata indicazione dei ‘misuratori di portata’ (parametro A7) cioè la quantità di acqua prevista che si potrà erogare grazie a quell’intervento e, da lì, a cascata, quante colture irrigue ad uso agricolo si potranno servire. Indicazioni basilari, insomma, non calcoli da uomo sulla luna. Sempre a seguire mancavano tra gli altri, le schede progetto, l’aggiornamento dei prezzi per la realizzazione del singolo progetto e la sempiterna Valutazione d’Impatto Ambientale. Anche i Consorzi di Palermo e Agrigento non sanno, da quanto emerge analizzando il report analitico e sintetico col quale si capisce perché siano stati bocciati – cosa siano i ‘misuratori di portata’: incredibile ma vero. Chi lo volesse può scaricare il file contenuto in questo articolo, col report per approfondire l’argomento.

LE BALLE DELL’ASSESSORE SCILLA E MUSUMECI – “È chiaro che qualcosa non quadra. Il ministro Patuanelli scade in valutazioni sommarie a tutto svantaggio della Sicilia, e non è la prima volta che lo fa”. E anche Musumeci, nei giorni scorsi, aveva prospettato una sorta di disattenzione verso le regioni del sud a favore dei progetti per il centro-nord che, però, viene smentita dai fatti: basta vedere, per esempio, la quantità di progetti approvati al sud: in Campania (ok a 11 su 14), Puglia e Calabria (ok a 19 su 35). “Sul Pnrr – ha cercato di spiegare il presidente della Regione, Nello Musumeci, sulla sua pagina Facebook – il presidente Draghi avrebbe fatto bene a sentire prima le Regioni. Noi governatori non abbiamo avuto, preventivamente, la possibilità di confrontarci con Roma e così ci ritroviamo ora di fronte a una programmazione che, per molti aspetti, non risponde alle esigenze prioritarie del nostro territorio, a cominciare dalle infrastrutture”. Il putiferio scatenato da questa sonora bocciatura è stato affrontato anche nel corso di un’intervista a skytg24 durante la quale Nello Musumeci ha inoltre, aggiunto riferendosi all’interlocuzione per l’invio dei progetti al ministero: “Quello che avete mandatelo e noi lo inseriamo. È quello che è successo con i consorzi di bonifica” e ancora: “entro il 2026 è chiaro che si parla di piccoli e non di grandi progetti, tali da essere completati in solo quattro anni” ma “alcuni enti locali non hanno nemmeno gli uffici tecnici” ma, ha proseguito il presidente “noi abbiamo una siccità strutturale perché noi non abbiamo fiumi”.
Quest’ultima affermazione si commenta da sola e la dice lunga sulle competenze in materia dei nostri governanti. Potrebbe essere un utile promemoria per il presidente Musumeci a tal riguardo, rivedere la scena tratta dal film ‘Meri per sempre’ quando il professore, rivolgendosi ai detenuti del carcere minorile, e guardando alla cartina geografica della Sicilia, impartiva loro una lezione sui fiumi siciliani e la grande quantità e ricchezza degli stessi.

Alessandro Accardo Palumbo
www.facebook.com/AlessandroAccardoPalumbo