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12/06/2022 06:00:00

In Sicilia la scuola ritorna il 19 Settembre. Record europeo di abbandono

 In Sicilia il nuovo anno scolastico inizierà lunedì 19 settembre e si concluderà sabato 10 giugno 2023, per un totale di 204 giorni di scuola. Lo annuncia il neo assessore regionale all’Istruzione Alessandro Aricò, che stamattina, come primo atto del suo mandato, ha firmato il decreto predisposto dal competente dipartimento.


“Mi sembra doveroso, oggi che è l’ultimo giorno di scuola – aggiunge l’esponente del governo Musumeci – comunicare ai presidi delle istituzioni dell’Isola e alle famiglie il nuovo calendario scolastico. Nella scelta delle date abbiamo valutato le peculiarità della Sicilia e le sue condizioni climatiche. Negli ultimi anni infatti – continua Aricò – l’anno scolastico è partito tra il 12 e il 14 settembre, totalizzando circa 207 giorni di scuola. Quest’anno abbiamo voluto posticipare l’inizio, visto che la Sicilia a settembre è ancora in piena stagione estiva, anche per favorire le famiglie che volessero con i propri ragazzi sfruttare qualche momento in più di serenità e condivisione prima dell’inizio dell’anno scolastico che solitamente coincide con la fine della pausa estiva e la ripresa delle attività lavorative”.


“Nel giorno in cui suona la campanella l’ultima volta per quest’anno – conclude Aricò – mi fa piacere ringraziare gli insegnanti, il personale amministrativo e tutti i collaboratori per il lavoro svolto, ma anche i genitori e gli alunni ai quali auguro un periodo di riposo e di condivisione in famiglia e con gli affetti più cari”.

Ma la Sicilia deve fare i conti con l'alto tasso di abbandono scolastico.  Aumentano i Neet (cioè i giovani che non studiano, non hanno lavoro e non lo cercano), calano i laureati, si incrementa la dispersione scolastica.  Secondo la banca dati della Commissione europea, a proposito dei giovani di età compresa tra i 15 e i 24 anni che sono fuori dal circuito di istruzione/formazione e non lavorano, la Sicilia è la regione europea messa peggio in assoluto nel 2021. Con il 30,2%, quasi un punto percentuale in più rispetto al 2020, l'Isola ha il poco invidiabile primato europeo. Mentre a livello continentale il dato si colloca al 10,8%.

Con quasi venti punti percentuali di distacco dalla media continentale, dopo un temporaneo riavvicinamento, la Sicilia torna quindi ad allontanarsi dalla media europea. La Lombardia viaggia attorno al 17% e la regione dell'Île de France, con al centro Parigi, o quella di Berlino sono al di sotto del 10%.

La statistica non sorride alla Sicilia neppure quando si scorrono i dati dei laureati, sempre del 2021. A fronte del 41,6% di giovani laureati in ambito europeo, mezzo punto in più rispetto ai 12 mesi precedenti, l'Isola fa un passo indietro. Dal 18,6% di laureati nella fascia d'età compresa fra i 30 e i 34 anni del 2020 arretra al 17,8% dello scorso anno. Retrocedendo al quartultimo posto, solo davanti a tre regioni della Romania. È il terzo anno consecutivo che il dato siciliano dei giovani laureati presenta il segno rosso rispetto all'anno precedente. L'obiettivo fissato dall'Unione europea per il 2030, il 45% rispetto alla popolazione della stessa fascia d'età, è lontanissimo. Quasi irraggiungibile. Mentre già un quarto delle regioni europee ha raggiunto o superato l'obiettivo prefissato.

A completare la disfatta siciliana anche il dato della cosiddetta dispersione scolastica, conteggiata come percentuale di giovani di età compresa fra i 18 e i 24 anni fermi al più al diploma di terza media. In questo caso il balzo in avanti è consistente: dal 19,4% del 2020 si passa al 21,2% dell'anno successivo.