Prove di intesa finale tra il M5S in Sicilia e il Partito Democratico, c’è stato un incontro tra i rappresentati pentastellati e la candidata alla presidenza della Regione, Caterina Chinnici.
Al momento non c’è ancora un sostanziale accordo per il programma, è già difficile così andare avanti, oggi è il 20 di agosto e si voterà il 25 settembre, il tempo è concentrato dentro una clessidra che purtroppo non scorre a favore della coalizione del centrosinistra, nonostante i dem dicano il contrario e non è escluso che i Cinque Stelle possano correre da soli, a spingere verso l’unione con il Pd è Giancarlo Cancelleri e la sua area.
Il programma al momento è una sintesi di idee consegnate alla Chinnici dai vari rappresentanti della coalizione, una bozza, insomma, né più né meno.
Il M5S ha messo un punto fermo, da lì non si smuovono: nessun inceneritore in Sicilia ma con altrettanta chiarezza il deputato Nuccio Di Paola mette Enrico Letta di fronte le sue responsabilità, sarebbe stato proprio lui a creare la rottura tra Pd e M5S e adesso traballa l’alleanza anche per le regionali: "Enrico Letta, in modo inspiegabile, è il responsabile della rottura tra il PD e il Movimento 5 Stelle a livello nazionale. E' lui la causa della fine di quel discorso che si stava portando avanti da tempo".
E sull’appoggio alla Chinnici: “Valuteremo nelle prossime ore se è ancora possibile in Sicilia, diversamente da quanto accadrà a livello nazionale, mantenere un'alleanza col Partito Democratico. Caterina Chimici è un nome di alto profilo, il problema
risiede nell'affidabilità o meno del Partito Democratico. Quando due si mettono insieme, bisogna essere disposti a delle rinunce. Noi abbiamo dimostrato di poter fare diverse rinunce, il PD fin qui non mi pare. Non mi riferisco solo al fatto di aver lasciato il nome di Chinnici nel simbolo, ma per esempio penso ai vari dipartimenti da assegnare: quali assessorati andrebbero al Pd, quali al M5S, quali a Centopassi e così via?”.
Acque agitate, nel frattempo, dentro il Pd: la lettera recapitata a tutte le segreterie di ogni territorio secondo cui in lista non ci possono andare chi ha dei procedimenti in corso ha agitato ulteriormente le acque.
Entra nel vivo la campagna elettorale, Renato Schifani candidato per il centrodestra per la presidenza della Regione parla chiaro, su Italpress sull’operazione Terzo Polo e sul candidato presidente Gaetano Armao: “Il voto al Terzo Polo è il voto inutile, diciamolo chiaramente. A livello nazionale è una realtà costruita da poco ma finalizzata a superare lo sbarramento del tre per cento per avere una rappresentanza parlamentare. Sappiamo tutti che il Terzo Polo non ha i numeri per vincere le elezioni, lo sanno gli italiani, che sapranno scegliere tra voto utile e voto inutile. Su Armao preferisco tacere, francamente sono rimasto molto deluso però non voglio fare polemiche. Per cinque anni è stato con noi, non si è mai misurato sul consenso, ha svolto un ruolo all'interno del Governo Musumeci per cinque anni”.
Sulla scheda elettorale per le regionali ci sarà anche il simbolo del PCI, il segretario regionale è Vittorio Marco Gambuzza: "Nonostante il deludente presidente uscente della regione abbia deciso di rassegnare le sue dimissioni in piena estate non valutando che i partiti non presenti in parlamento avrebbero dovuto raccogliere le firme in condizioni di plateale difficoltà, nonostante l’impossibilità a reperire avvocati autenticatori delle firme e, perfino, nonostante la chiusura per ferie di molte copisterie nella settimana di ferragosto che ci ha messo in difficoltà per la stampa dei moduli, abbiamo completato le liste dei candidati in diverse province siciliane e, da oggi, inizieremo la raccolta delle circa 600 firme minime necessarie”.
DE LUCA. Si è chiusa a Trapani la presentazione dei candidati delle tre liste principali che sostengono la candidatura alla presidenza della Regione Siciliana di Cateno De Luca.
La scorsa settimana erano stati ufficializzati i candidati della lista “De Luca sindaco di Sicilia”, oggi quelli delle liste “Sicilia Vera” e “Orgoglio Siculo”. Si tratta di Salvatore Scianna, ingegnere dipartimento acqua e rifiuti regione siciliana, Sebastiano Grasso attivista per i diritti umani, Paola Badalucco, Mariella La Rosa, Francesco Sammartano, ufficiale Guardia costiera, Eugenio Strongone, Fabrizio Misuraca e Michele Galfano.
«Noi andiamo avanti con la nostra coerenza - ha ricordato De Luca, leader di “Sud chiama Nord” -. Per la prima volta nella storia della politica siciliana rappresentiamo la consequenzialità tra i nostri annunci, i nostri principi e l’azione. Noi abbiamo deciso di non candidare deputati uscenti per dare ai siciliani una nuova classe dirigente. Questa terra cambierà se nel parlamento a farmi compagnia ci saranno uomini e donne liberi, espressione del territorio che stanno facendo questa crociata politica per restituire dignità alla nostra terra».