Quali sono i libri da leggere assolutamente questa estate? In un Paese in cui ormai non legge più nessuno sembra una domanda fine a se stessa, ed anche un po' provocatoria.
Noi non demordiamo. Di libri da leggere abbiamo parlato a "Seguirà rinfresco", la rubrica culturale di Tp24, con il nostro Marco Marino. E' l'ultima puntata, prima del congedo per le vacanze estive, e, come di consueto, diamo qualche indicazione su letture da fare sotto l'ombrellone, come dicono i giornalisti bravi.
Attenzione, siccome abbiamo registrato qualche giorno fa, dopo la proclamazione del vincitore del Premio Strega, commentiamo anche il libro di Ada D'Adamo, "Come d'aria", che si inserisce a pieno titolo tra i "must" dell'estate del bravo lettore.
Oltre a quelli citati, aggiungiamo qualche altro titolo.
Cronicario, di Dario Tomasello. “Grottesco, lunatico, visionario … è un viaggio in direzione della verità, un’opera raffinata e sorprendente”. Sono le parole che Emanuele Trevi dedica a Cronicario, poema di Dario Tomasello, appena edito da Marsilio.Dario Tomasello docente presso l’Università di Messina, dove coordina il DAMS e ha fondato il Centro Internazionale di Studi sulla Performatività delle Arti e degli Immaginari sociali, torna dunque in libreria dopo il precedente volume intitolato Playtelling. Performance narrative nell’Italia contemporanea, pubblicato nel 2021 (anche questo edito da Marsilio). Cronicario – leggiamo nella scheda del libro “rimanda all’idea di un sanatorio disperante, di un’insanità inguaribile e irredimibile. In questa atmosfera estenuata, S. è protagonista e voce narrante di una catabasi, di un viaggio picaresco che si svolge a Giadida, città solare e inquietante, affacciata su un angusto braccio di mare”.
Il silenzio del coro, di Mohamed Mbougar Sarr. Romanzo avvincente, ricco di eventi, amore, odio e ironia, che affronta in maniera equidistante e profonda la questione dell’immigrazione, più che mai attuale, analizzando i punti di vista di chi accoglie e di chi vuole essere accolto, ma mettendo l’accento sull’aspetto più importante del problema: il diritto di essere uomini.Settantadue uomini arrivano in un paese della campagna siciliana. L’epoca li chiama “immigrati”, “rifugiati” o “migranti”. Ad Altino, quelli che l’associazione Santa Marta prende in carico si chiamano ragazzi. La loro presenza però sconvolge la quotidianità della cittadina. In attesa che venga deciso il loro destino i ragazzi si imbattono in ogni sorta di personaggi: un parroco atipico che riscrive le loro storie, una donna impegnata a offrire loro accoglienza, un uomo determinato a rifiutargliela, un poeta scorbutico che non scrive più. Ogni personaggio di quest’affresco, chiunque esso sia, è costretto a riflettere su cosa significhi l’incontro con persone di cui in fondo sa ben poco. I loro punti di vista sono altrettanti sguardi su una situazione meno conosciuta di quello che sembra, altrettante voci disarmoniche e mischiate, nel bene e nel male, fino alla fine, fino al silenzio imposto dalla voce ultima del coro.
Alessandra Carnaroli, La furia. L’esordio in prosa di Alessandra Carnaroli è un romanzo corale in cui l’autrice, come un bardo psichedelico, monta e trasfigura i pezzi dell’ordinario domestico – piatti, frigoriferi, pizzi, farmaci, cappelli e bomboniere – per costruire l’unica epica possibile, quella del tempo che ci resta. «Intanto io sogno che quello costa quasi niente.» Potrebbe essere il riassunto di una vita e in un certo senso lo è: una delle vite che schizzano fuori da queste pagine, racconti di donne i cui destini, diversissimi tra loro, si somigliano però nelle mille sfumature affilate del coraggio, della rabbia, della nostalgia, dell’amore. Dentro a interni metropolitani invasi da bucce di cipolla e mariti violenti, borsette in finta pelle e madri disapprovanti, si muovono le protagoniste e come si muovono sbagliano, ma non per questo si adattano a star ferme. Escono di casa, portano nelle strade le loro speranze e i loro errori, affrontano lo sguardo frastagliato di compaesani curiosi, rincorrono padri erranti con i segni del rossetto sul collo della camicia, accompagnano figlie riottose in educazioni sentimentali del tutto approssimative, tra consigli per gli acquisti, ambizioni televisive, pregiudizi etnici. In queste pagine c’è tutto il nostro mondo, non certo solo quello femminile: una grande jam session in cui squillano, si interrompono, si riprendono e si amplificano le deviazioni melodiche delle vite contemporanee. Storie che fanno ridere, storie urticanti, storie vere che sembrano viste da una finestra e sono travolgenti come solo l’immaginazione.
Maurizio Pistocchi, Paolo Ziliani. Juventopoli. A meno di vent'anni da Calciopoli, la Juventus è di nuovo nell'occhio del ciclone. Per la gestione finanziaria troppo "creativa" degli ultimi anni la Vecchia Signora è tornata nel mirino dei tribunali, nonostante i silenzi imbarazzati delle istituzioni calcistiche e pene sportive inferiori alle attese. Plusvalenze fittizie tramite lo scambio con club "amici" di carneadi valutati decine di milioni, stipendi dilazionati con manovre oscure, bilanci non veritieri, il tutto per nascondere una situazione finanziaria da allarme rosso malgrado le ricapitalizzazioni dell'azionista di maggioranza, la Exor: condotte che hanno falsato, lo dicono i magistrati, i campionati degli ultimi anni, compresi alcuni dei 9 scudetti consecutivi vinti dalla Juve tra il 2012 e il 2020. Ben prima delle dimissioni di Andrea Agnelli e delle inchieste della giustizia sportiva e ordinaria, solo pochi giornalisti hanno avuto il coraggio di raccontare quello che stava accadendo. Da anni Paolo Ziliani e Maurizio Pistocchi denunciano i comportamenti borderline dei dirigenti bianconeri, ricevendo in cambio insulti, aggressioni e minacce dal mondo Juve e la stima e l'affetto di tanti altri tifosi e appassionati. Nella storia della Juventus, vittorie e scandali sono spesso andati a braccetto, scavando un solco incolmabile tra chi pensa che conti solo vincere e chi pensa che sia più importante il come". Atto d'accusa durissimo, ma basato su fatti indiscussi e documentati, Juventopoli ripercorre anche la storia e le polemiche degli scudetti più controversi, e lancia un appello appassionato perché il calcio italiano ritrovi credibilità, pulizia e trasparenza.