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02/02/2025 11:03:00

 Voto di scambio, l’ex senatore Nino Papania resta in carcere

Il Tribunale del Riesame di Palermo ha respinto il ricorso presentato dagli avvocati dell’ex senatore ed ex assessore regionale Antonino Papania e dell’ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone, entrambi coinvolti nell’operazione Eirene con l’accusa di voto di scambio politico-mafioso.

I legali avevano chiesto la detenzione domiciliare, sostenendo che non sussistessero elementi di inquinamento delle prove né pericolo di reiterazione del reato o rischio di fuga. Tuttavia, il Riesame ha confermato il carcere, ritenendo valide le misure cautelari imposte dal giudice per le indagini preliminari.

Le accuse e l’inchiesta Eirene
L’inchiesta, coordinata dalla DDA di Palermo, riguarda un presunto sistema di scambio elettorale tra politica e mafia in occasione delle elezioni regionali del 2022. Secondo l’accusa, Papania e Perricone avrebbero garantito sostegno elettorale in cambio di favori, coinvolgendo esponenti del clan mafioso locale.

Il collegio difensivo dell’ex senatore è composto dagli avvocati Vito Di Graziano e Saro Lauria, mentre quello di Perricone da Giuseppe Benenati e Valerio Spigarelli. Dopo la bocciatura del ricorso, i difensori hanno annunciato che presenteranno ricorso in Cassazione per chiedere una revisione del provvedimento.

La prossima udienza preliminare per i coinvolti nell'operazione Eirene non è ancora stata fissata. Intanto, fra gli altri soggetti finiti nelle indagini figura anche Francesco Coppola, considerato dagli inquirenti vicino alla famiglia mafiosa locale e successore del boss Ignazio Melodia, detto 'u dutturi.

Per il momento, Papania e Perricone rimarranno in carcere al Pagliarelli di Palermo, in attesa dei prossimi sviluppi giudiziari.