Lancio questo appello con profondo senso di responsabilità e amore verso la nostra terra: la Valle del Belìce, e più in generale, l’intera Italia. Siamo stanchi di assistere a continui episodi di risse, violenze e bullismo, soprattutto tra i giovani, che spesso si consumano nel silenzio o nella complicità dell’indifferenza.
Questi comportamenti non sono semplici “bravate”, ma segnali gravi di un disagio che va ascoltato e affrontato. Ogni atto di violenza, ogni gesto di prevaricazione, è una ferita al cuore della nostra società. Non possiamo più permettere che le piazze diventino teatri di scontro, che le scuole siano luoghi di paura, che il bullismo distrugga vite e autostima.
Per questo, chiedo con forza alle istituzioni locali, alle forze dell’ordine e al Governo nazionale di rafforzare le linee di sicurezza in modo concreto ed efficace: più controlli, più presenza educativa, più prevenzione. Ma anche investimenti nella cultura del rispetto, dell’empatia e della legalità.
Non si tratta solo di reprimere, ma di educare. È tempo di unirci – cittadini, insegnanti, famiglie, amministratori – per costruire una comunità più sicura, più consapevole, più giusta. La sicurezza non è solo una questione di telecamere, ma anche di cuori e menti da proteggere.
Facciamo in modo che la Valle del Belìce e tutta l’Italia diventino esempio di civiltà, non di cronaca nera.
Con profonda speranza
Giampiero Errante - Campobello di Mazara