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14/09/2021 06:00:00

Deregulation e lo Stagnone di Marsala allo sbando

Siamo di fronte a quello che dovrebbe essere uno dei paesaggi più unici e suggestivi del Mondo! Di fronte ad una R.N.O. (Riserva Naturale Orientata) riconosciuta dalle autorità italiane ed europee.

Eppur non sembra! Sì, perché nelle zone delle riserve di tutto il Mondo si pone gran cura al rispetto di questi habitat naturali e sono previste onerose sanzioni per eventuali danni.


Qui, invece, la nuova attrazione sono file di auto in cerca dell’aperitivo, o che gironzolano in occasione della nuova apertura dell’ultimo chiosco alla moda con parcheggio selvaggio e posteggiatore abusivo. Di fatto siamo tornati indietro di quindici anni a quando l’amministrazione guidata dall’ Ill.mo Sindaco Notaio Galfano ci dava ogni sera la ninnananna della buonanotte a Canale 2 tramite il Vicesindaco Giacalone, che illustrava ininterrottamente il piano parcheggi, in totale 69, come se fossimo in una metropoli. Dopo è arrivata l’inserzione di vendita di un terreno con progetto “approvato” per la costruzione di una struttura alberghiera oggi Borgo della Pace, in virtù di un piano Prust su una superficie di 3880 mq ex preriserva, per grazia ricevuta dall’allora Esimio On. Bartolo Pellegrino, di cui ancora paghiamo le conseguenze.


Il piano Prust - per i poco informati - prevedeva la deroga dell’indice di edificabilità da 0,01 a 0,50 per un’altezza di 6,40 m (considerate che una zona B3 ad alto indice di edificabilità deve fermarsi a 7,50 m). Insomma, se avessero avuto a disposizione centomila mq avrebbero costruito una città, e c’è poco da ridere! Originariamente era prevista anche una piscina forse a meno di 150 m dal canale Ettore Infersa, tolta poi dal progetto per salvare capra e cavoli. Sembra che il terreno in cui sorge il Borgo della Pace sia stato venduto per 200.000 € da un cittadino bolognese all’associazione San Francesco di Assisi, (su un contributo pubblico di 800.000 € per la realizzazione). Posso immaginare l’unico modo per giustificare la costruzione, rivolgendosi al Buon Signore, dove bastava che la Soprintendenza fosse attenta nell’esercizio delle proprie prerogative per evitare che l’ennesimo scempio si realizzasse.


Oggi l’unica progettazione compatibile con la natura dei luoghi è forse la pista ciclabile
, che viene osteggiata solo perché realizzata dall’amministrazione precedente, la quale sarebbe colpevole, a detta di molti esperti del caso, di non aver previsto le “Superstrade”, le Autostrade e i grandi parcheggi - pura follia!

Per risolvere il problema, l’amministrazione che fa? Non avendo nemmeno 3000 € (a detta di una signora che ha pubblicato di recente sul vostro giornale, per la riparazione della linea elettrica nella sua zona balneare al buio), scarica tutte le responsabilità su un povero vigile che va in giro con la macchina fotografica per trovare la soluzione giusta. Soluzione impossibile e, quindi dopo un tentativo di cambiare i sensi unici sulla ex-sconosciuta ma ormai famosissima via Giacalone, caricandosi sulle spalle le proteste degli operatori turistici, finalmente partorisce l’idea sensata e più logica, cioè quella di tornare al doppio senso.

Unica novità sulla segnaletica stradale una freccina rossa, per indicare a chi proviene dalla Sp21 Marsala Trapani la precedenza a chi sopraggiunge dal mare. Cosa che i nostri amministratori, nonostante coadiuvati da un’infinita schiera di super esperti, non hanno saputo decidere.


In conclusione la verità è che sulla strada Provinciale del lungomare Stagnone non potrebbe circolare nessuna macchina che non sia di residenti, proprietari o “autorizzati” e, quindi nemmeno quella del Sindaco, a meno che non si rechi al Borgo della Pace e dimostri finalmente a quale titolo.
Nel frattempo si vocifera di grandi e urgenti progetti dell’amministrazione comunale per la realizzazione di superstrade e grandi parcheggi, già bocciati da precedenti sentenze perché in chiaro contrasto con la salvaguardia di una riserva che dovrebbe godere dell’aria pura, del silenzio e dello spettacolare panorama che offre la natura. E’ necessario segnalare, inoltre, che si tratta di una zona vocata alla caratteristica coltivazione dei vigneti che producono in particolare uva grillo doc, usata per la produzione del Marsala liquoroso, grazie al quale la nostra città di Marsala è conosciuta in tutto il Mondo. Nonostante la crisi, dovuta al crollo del prezzo dell’uva, questa attività rimane l’economia fondante del territorio. Purtroppo però, poiché la segnaletica stradale tra la pista ciclabile e la strada non consente il transito della macchina per vendemmiare, così come ha reso difficoltoso il transito dei Bus turistici, quest’anno in moltissime zone non sarà possibile eseguire l’ormai consolidata raccolta dell’uva meccanizzata a meno che non si preveda un urgente riposizionamento della segnaletica stradale, onde evitare ulteriori denunce, vista anche la difficoltà a trovare manodopera.

La fattibilità di valorizzare lo Stagnone è dimostrata da un grande lavoro - immagino molto oneroso per le casse comunali - svolto illo tempore da professionisti di alto livello e precisamente dal Prof. Tosi e dal Prof. Macario di Bergamo tecnici incaricati per lo studio del piano regolatore/comprensoriale mai approvato, con conseguente spreco di denaro pubblico. Essi avevano indicato come zona atta per la costruzione di alberghi, parcheggi e servizi, siti al di là della ferrovia, scelta che non solo non avrebbe danneggiato quella zona, ma anzi sarebbe stato uno stimolo per lo sviluppo futuro della stessa, sfruttando la linea ferrata per una metropolitana di superficie. Da qui, come avviene in tutti i parchi (civili) del mondo, un servizio navetta, elettrico, avrebbe portato il turista o il cittadino marsalese sprovvisto di bici o di buona salute all’interno della Riserva, dando il valore e l’attenzione che merita alla Riserva stessa.

Spero che alla luce di tutte queste considerazioni, l’amministrazione trovi urgentemente una soluzione equilibrata e inderogabilmente compatibile con le regole della riserva così da ridurre drasticamente il flusso delle auto e dei “bordellisti” allo Stagnone e magari mandi pure qualcuno a raccogliere più attentamente l’immondizia, visto che Energetikambiente non ritira nemmeno quella gettata nel regolare cestello.
Mi dispiace inoltre assistere all’assordante silenzio delle associazioni ambientaliste che avevano sollevato blandamente il problema del <<piano chioschi>>, senza tuttavia tentare di far rimuovere la delibera, peraltro facilmente impugnabile in qualsiasi sede giudiziaria, vista la ritenuta incompatibilità con il dettato delle regole della riserva.

L’altro silenzio assordante è quello delle forze inquirenti, che sul piccolo cittadino scoperto in <<flagranza di reato>> si accaniscono anche per cose di poco conto mentre qui, dove ci sarebbero da prendere provvedimenti su mezza laguna (v. chioschi e zona Birgi, quest'ultima in mano alle scuole di Kite che fanno e disfanno lo scenario della costa, a loro necessità), tutto tace.

Dov’è il sindaco? Che fa la Provincia, responsabile della Riserva? Dov’è l’ex candidato sindaco, oggi nelle vesti di esperto di questa nuova amministrazione, che pubblicava quasi quotidianamente appassionati articoli da primo della classe affinché Mothia e la Riserva diventassero patrimonio dell’umanità’: manca coraggio e lungimiranza!

Cosa stanno facendo affinché questa zona di riserva naturale, oltre che Sito di importanza comunitaria (Sic) e Zona di Protezione Speciale (Zps), seppur con notevole ritardo, diventi finalmente luogo di tutela della natura, della biodiversità ed anche della cultura, dove, in ossequioso, silenzio il turista possa immortalare il paesaggio o un tramonto tra i più spettacolari del Mondo? Se gli amministratori non hanno la forza e la sollecitudine per fare ciò che è giusto e hanno bisogno dell’esposto di un cittadino, che lo dicano, basta saperlo!

Chiaramente sarebbe auspicabile il loro immediato intervento, vista la drammaticità del momento che sta vivendo la zona dello Stagnone, così come sarebbe auspicabile che tutte le associazioni ambientaliste si facessero vive, vista la gravità della situazione, con un esposto comune; avrebbero certamente più titoli e più forza del sottoscritto, così recuperando un loro significativo ruolo sul territorio.

Potrei continuare a lungo, ma qui mi fermo per non tediare il lettore. Con l’auspicio che non sia necessario da parte mia produrre a breve scritti in altre sedi, in cui sarebbero costretti a leggere e a decidere di chiudere il traffico piuttosto che la pista ciclabile, finanziata per la maggior parte dalla Comunità Europea e, quindi, certamente soggetta a sanzioni per le rispettive responsabilità delle amministrazioni interessate in caso di chiusura, oltre all’onere della restituzione del contributo al progetto o ad intaccare provvedimenti fuori dalla misura della zona di riserva e preriserva, quali i chioschi, ormai ben 25 in un tratto di pochi chilometri, che costringono tutta l'area ad una inverosimile e sproporzionata pressione veicolare ed antropica, con tutti i danni che hanno già iniziato a materializzarsi.

Ringraziandovi per la cortese attenzione porgo

Cordiali saluti.


Enzo De Vita