Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
16/10/2025 06:00:00

Lettera (immaginaria) di uno di quelli che a Marsala vi rovina il sabato sera

Sono uno di quelli che, nel fine settimana, esce per sfasciare tutto. 
Chissà quante volte mi avete visto.
Oppure no, manco mi avete cagato.
Eravate troppo presi dal vostro aperitivo fighettino con tanto di selfie adeguatamente modificato con una dozzina di filtri, voi e quelle figone delle vostre amiche.
A proposito: ma dove le trovate?
Sembrano tutte uscite da miss Italia!
Però, a me pare che le trattate male.
Vi sedete come nel 1848.
Voi ragazzi tutti da una parte e loro, poverine, dall'altra. 
Hanno tutte un'espressione infelice.
Secondo me, se potessero, vi metterebbero un veleno nel gin tonic.
Che rabbia che mi fate!
A proposito: vi vestite veramente da fare cagare.
Io sarà che sono tamarro, ma certo a quarant'anni con i bermuda il sabato sera non ci uscirei...
E il bello è che mi guardate pure dall'alto in basso perché mi sono messo la maglietta buona con il logo di DG sparato in carattere 84 dorato.
Avete tutti una faccia antipatica.
Io, per arrivare in centro, mi faccio la strada a piedi perché figurati se c'è un autobus che mi ci porta!
I miei genitori se ne fottono di accompagnarmi e quando vi vedo a bordo delle vostre auto da 80.000 euro che, detto per inciso, usate per andare da via Mazzini a Porta Nuova, non resisto alla tentazione di rompervele tutte.
L'adrenalina mi sale a 1000.
La settimana scorsa, il sindaco ha scassato i cabbasisi con l'inaugurazione della piattaforma a capo Boeo (che poi, pure io che sono ignorante come una capra dell'isola di Pasqua, lo so che quello non è capo Boeo) e a me è venuto il desiderio di andare a darle fuoco.
Ma come! Io quando andavo in quinta elementare non potevo mangiare alla mensa perché quel disgraziato di mio padre (disoccupato) non poteva pagare il bollettino e tu, sindaco onorevole, mi scassi l'anima con queste quattro tavole di legno che, secondo te, hanno fatto diventare questa città una città da cartolina?!?! Ma io me la mangio 'sta cosa fitusa! 
Sì, vi odio tutti. 
Vi odio perché non avete mai avuto una parola buona per me.
Solo per il fatto di essere nato fuori dal vostro quadrilatero magico mi avete programmato il destino fin dalla scuola elementare. 
Quando ho fatto sedici anni mi avete detto che era meglio che mi trovavo un lavoro.
Io me lo sono trovato, ma il principale mi pagava una settimana sì e quattro no...
Me ne sono andato.
A me sarebbe piaciuto studiare musica. 
Una volta ho sentito un pezzo di uno che dice scriveva musica nonostante era sordo.
Mi pareva di avere accanto Dio che mi prendeva per mano e mi portava a passeggiare in paradiso.
Poi, finita la scuola media, ho chiesto dove si poteva ascoltare e vedere suonare ancora quella musica, ma mi hanno detto che ci volevano i soldi.
E io soldi non ne avevo.
Mi piaceva pure andare al cinema e a teatro con la scuola.
Ma a quei tempi, si pagavano quattro euro.
Poi, una volta che ho provato a entrare al teatro Impero, mi hanno chiesto 15 euro e io me ne sono andato.
Di nuovo desiderio di sfasciare tutto.
Ora ascolto una spazzatura di musica che mi fa sentire accettato dai miei amici che sono più fusi di me.
Cinema e teatro manco a pensarci.
E così passo le mie giornate a pensare a quello che era sordo e parlava con Dio.
Io, invece, parlo con il vento e ci sputo pure contro.
E lui, manco mi considera.
Mi fate ridere con questa cosa di volere l'esercito per le strade.
Potete chiamare pure i Marines.
Io e i mie amici non abbiamo paura di nessuno. 
Ma voi, invece, avete paura di noi che siamo più disperati di voi e non ci volete vedere.
Perché, non vedendoci, vi sentite con la coscienza a posto e, pensandoci tutti in galera è come se metteste in galera la vostra paura di essere come noi.
Se solo foste stati un po' meno fortunati. 
Salutatemi il csindaco e tutte le persone perbene di questa cosa città. 
E state tranquilli.
I nostri incubi notturni non verranno a turbarvi.
Fino a quando potremo ce li gestiremo da soli.
Ma non so se questa sia una buona notizia per voi."
 

(M.P.)