Il Libero Consorzio Comunale di Trapani torna a far parte della Fondazione Orestiadi di Gibellina, realtà simbolo della rinascita culturale e artistica del territorio belicino e trapanese. La decisione, formalizzata nei giorni scorsi, segna il ritorno dell’ente nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione.
“Rientrare nella Fondazione Orestiadi – afferma il presidente del Libero Consorzio, Salvatore Quinci – significa rinnovare un impegno verso la cultura come bene comune, come spazio di dialogo e crescita per tutto il territorio trapanese. È una decisione che restituisce profondità al rapporto tra le istituzioni e una delle realtà più rappresentative della rinascita culturale e civile del nostro territorio”.
Quinci sottolinea come “le Orestiadi di Gibellina siano un simbolo della capacità della Sicilia di trasformare il dolore in bellezza, la memoria in arte, la ferita in linguaggio condiviso. Il ritorno del Consorzio all’interno della Fondazione è un segno di attenzione verso i valori più autentici della nostra comunità. Ringrazio la Fondazione per l’accoglienza e per il dialogo costante con le istituzioni: la cultura resta una delle vie più solide per costruire coesione e sviluppo”.
Soddisfazione anche da parte del deputato regionale del Partito Democratico Dario Safina, che ha sostenuto il ritorno dell’ente all’interno della Fondazione:
“Accolgo con grande soddisfazione la notizia del rientro del Libero Consorzio nella Fondazione Orestiadi – dichiara Safina –. Si tratta di una scelta che ho fortemente sostenuto e che considero un atto di grande responsabilità istituzionale e di lungimiranza culturale”.
“Desidero esprimere il mio più sincero ringraziamento – aggiunge il parlamentare trapanese – al presidente Quinci, alla Fondazione Orestiadi e al vicepresidente e assessore alla Cultura Ernesto Raccagna, per l’impegno e la sensibilità dimostrati. Questo passo segna un segnale concreto di vicinanza al mondo della cultura e riconosce il ruolo fondamentale che le Orestiadi svolgono nel promuovere il dialogo tra le arti, la memoria e l’identità mediterranea”.
“Investire in cultura – conclude Safina – significa investire nel futuro, nella coesione sociale e nello sviluppo di comunità più consapevoli e partecipi”.