Oggi Cosa Nostra corleonese ha perso la sfida delle stragi e non la troviamo più, ma c'è la criminalità degli affari che si infiltra nell'economia, ecco perché sceglie i territori ricchi, dove ci sono infrastrutture. Lo ha detto Gaetano Paci, procuratore capo di Reggio Emilia e già pm della Dda di Palermo, intervenendo ieri all'inaugurazione de 'I cantieri del diritto' al baglio Florio del parco archeologico di Selinunte.
La quattro giorni ( i lavori si svolgeranno a Marsala) è organizzata dagli ordini forensi della Sicilia. A discutere sull'evoluzione della mafia e sul suo stato di salute ma anche di 416bis tra assetti giurisprudenziali e prospettive di riforma, sono stati chiamati magistrati, docenti universitari e avvocati.
"La mafia continua a operare perché c'è un problema di tutela dei diritti per i cittadini, nell'ambito salute, ambiente, per i lavoratori; sin quando cerchiamo i favori per ciò che è un nostro diritto s'innesta quella cultura che caratterizza la mafia", ha detto Alessandra Camassa, presidente del tribunale di Trapani.
Tra i relatori magistrati e avvocati che hanno vissuto decenni di lotta alla mafia. A partire dagli allora pubblici ministeri di 'Omega', il primo vero maxi processo alla mafia trapanese negli anni '90, Gabriele Paci (oggi procuratore di Trapani) e Massimo Russo (sostituto alla procura dei minori di Palermo). "Negli anni del mio impegno in Direzione distrettuale antimafia mi sono reso conto di una 'normalità' mafiosa, ossia di una struttura parallela allo Stato che svolgeva funzioni di sicurezza, welfare. E il gioco forza era il consenso della gente, sempre e comunque - ha detto Russo - oggi, invece, assistiamo a una rivoluzione antropologica che riguarda anche le nuove generazioni, basta guardare a cosa sta succedendo in alcuni quartieri popolari di Palermo".
"Quella di ora è una stagione senza più pentiti", ha ricordato Gabriele Paci, attuale procuratore capo a Trapani. Un aspetto quello dei collaboratori di giustizia che, decenni addietro, ha permesso lo svolgersi di tante inchieste. "Oggi in provincia di Trapani non abbiamo più collaboratori di giustizia", ha ammesso il pm della Dda di Palermo Bruno Brucoli.
Il giornalista Lirio Abbate ha, invece, evidenziato la mentalità della non denuncia nei territori: "Questa fa parte dei cittadini dei piccoli centri - ha detto - e, naturalmente, così si crea il consenso sociale attorno alla criminalità". (Ansa)