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25/07/2022 06:00:00

Zona rimozione

 Dai che l'abbiamo sfangata anche questa volta, che il 19 Luglio è passato, con tutti i suoi colpi di coda, e per questi trent'anni abbiamo fatto la nostra figura, con i mazzi di fiori, le corone e la tromba che suona il silenzio che stringe lo stomaco.

Dai che abbiamo anche coloro che si improvvisano reporter, per l'occasione, per costruire la narrazione, per acconciare un racconto, lucidare il potere, che in Sicilia non è vero che la storia la fanno i vincitori, no, in Sicilia la storia la fanno i sopravvissuti, e chi è sopravvissuto può parlare di Falcone, Borsellino e tutti gli altri come se fossero cosa loro, interpetare frasi, ricostruire eventi, piegarli in una oscena rappresentazione di parte. 

Dai che ce l'abbiamo fatta anche quest'anno. Oggi è il 25 Luglio, domani il 26, tra un anno si vedrà. E i figli di Borsellino torneranno al loro silenzio, e chi chiede giustizia - semplicemente giustizia - ricaccerà il groppo in gola, e se qualcosa deve dire, si prepari per l'anno prossimo. Occhio, però, che è anno dispari, 31 anni dalle stragi, non è roba da prima serata. Meglio aspettare il 35°, o il 40°, se saremo ancora vivi, se ricorderemo, se non saremo stanchi. 

Dai che è bello, le fiaccole, il corteo, le persone che applaudono in piedi, e sono belle le parole, quelle dette e quelle scritte, e l'importante è parlare, parlare tanto, perché se parli tanto non pensi, che se pensi poi magari stai male. Se pensi ad esempio ai dettagli, che sono i dettagli che fanno la storia, e nel caso di Borsellino ti viene da urlare al solo pensiero, ad esempio, che nel Luglio del 1992, sotto la casa della mamma del magistrato più in pericolo d'Italia, in Via Mariano D'Amelio, a Palermo, nessuno aveva messo una zona rimozione. E infatti ci hanno parcheggiato l'autobomba. Sarebbe bastato questo.

Già, solo un cartello di zona rimozione in più, e avremmo evitato la strage. Si, magari Borsellino sarebbe morto comunque, era questo il suo destino, ma chissà, nel frattempo altre accortezze ci sarebbero state, di buon senso, altre complicità sarebbero venute meno. E invece. 

E invece Borsellino muore per una zona rimozione mancata, e, per legge del contrappasso, sembra che adesso tutta la Sicilia sia condannata al limbo, in una zona rimozione. Vietato parcheggiare pensieri scomodi, nelle celebrazioni dei giudici - eroi, vietato quasi pensare. A quanto erano soli, a quanto erano scomodi, a quanto tutto era assolutamente prevedibile, perché lo è sempre stato. Vietato, vietato: i cortigiani dell'antimafia dominante sono tutti ausiliari del traffico. Circolare, circolare, non sostare, non fermarsi, circolare, c'è un'altra parata da fare, un altro allievo del giudice da ascoltare, una testimonianza inedita da ripubblicare, un ricordo da trasmettere. 

Siamo in zona rimozione noi, e sono in sosta vietata perenne i nostri morti, tutti i nostri morti, che  assomigliano molto a quelle bare accatastate all'ingresso del cimitero di Palermo. Migliaia di bare che contengono migliaia di cadaveri per i quali non c'è posto. E non trovano pace.

Giacomo Di Girolamo