Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi

Una torta in faccia a Matteo Messina Denaro per il suo compleanno

Il dibattito era dedicato alla gestione dei beni confiscati, alla poca trasparenza dei Comuni e alla difficoltà ad utilizzarli e, non a caso, l’appuntamento è stato fissato per il giorno del compleanno di Matteo Messina Denaro. E c’è stata una vera e propria festa dedicata all’imprendibile boss trapanese con sorpresa finale: la torta sulla faccia della sua sagoma che ha “campeggiato” durante la rappresentazione dell’associazione teatrale Il Dilemma che ha letto – a mo’ di sfottò – dei testi tratti da Mafia Ridens di Raimondo Moncada. Ma prima c’era anche stato il dibattito organizzato dall’associazione A Testa Alta di Licata ed al quale ha partecipato tra gli altri il sostituto procuratore di Agrigento Salvatore Vella. Ne è nato un serratissimo dibattito, anche grazie al contributo del pubblico presente, dove il pm Vella non ha escluso che, anche sulla questione dei beni confiscati, non possa essere ripetuto il “sistema” per le demolizioni: la Procura di Agrigento potrebbe cioè “sollecitare” le Amministrazione comunali a dare corso ai provvedimenti della magistratura per evitare di incorrere nell’omissione di atti di ufficio. L’associazione a Testa Alta con un docu film ha rivelato le anomalie e le ombre che ostacolano in tutta la provincia di Agrigento il passaggio all’ultima fase del processo di restituzione alla collettività dei beni confiscati alla mafia, soprattutto a causa dell’inadempimento da parte dei Comuni degli obblighi di trasparenza, ricchezze sottratte ai mafiosi lasciate da decenni in stato di abbandono, appartamenti e terreni tolti alla mafia non utilizzati secondo le finalità di legge o abusivamente occupati da terzi. “Ma alla denuncia – ha spiegato Antonino Catania dell’associazione a Testa Alta - si accompagna la proposta. La confisca dei beni e il loro riutilizzo in favore della collettività hanno in sé un valore simbolico forte e rappresentano una concreta occasione di creare lavoro e sviluppo. È uno spreco di opportunità che davvero non possiamo permetterci”.

 |   |  Inizio  1 2 3 4   Fine