Mentre le scuse piovono una dopo l’altra – prima la pandemia, poi le Olimpiadi – ora persino una serie televisiva, "Emily in Paris", è diventata un caso di Stato. L’indignazione di Angela è palpabile: come è possibile che una polemica televisiva riguardo allo spostamento delle riprese della serie da Parigi a Roma abbia suscitato più interesse del dolore e della lotta delle vittime? Come può il presidente francese Macron scagliarsi contro una questione così futile, mentre la giustizia per oltre 500 persone continua a essere rinviata senza alcuna risposta?