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11/11/2011 05:46:39

Confidustria e Legambiente contro la sanatoria selvaggia in Sicilia

Nella giornata di martedì 9 novembre 2011, la Commissione Territorio e ambiente ha ufficialmente siglato il testo di legge per il “riordino e la riqualificazione delle coste siciliane”.

Ribattezzato ’sanatoria selvaggia”, il testo invita le municipalità a predisporre dei piani di recupero delle aree costiere, consentendo di sanare gli immobili abusivi costruiti entro 150 metri dalle coste nei 114 Comuni affacciati sul mare e quelli ricadenti in aree rurali. Per gli abusi autodenunciati prima del '94 - pari a circa il 13-15% del totale – , il Comune potrà decidere di sanare l'immobile o acquisirlo al patrimonio e individuare un'altra zona edificabile per i privati.

Passato con cinque voti favorevoli, il disegno di legge ha scatenato l'indignazione di associazioni ambientaliste, sindacati e imprenditori. Confindustria e Legambiente hanno, infatti, annunciato di voler sottoporre ai 90 deputati "un appello al buonsenso e alla legalità", per richiedere" di non votare per lo scempio". Le due associazioni hanno poi comunicato la volontà di candidarsi a presentare un disegno di legge alternativo per la riqualificazione delle coste" annuncia Domenico Fontana, presidente regionale di Legambiente Sicilia.


L'Mpa, di cui Paolo Ruggirello si fa portavoce, difende invece il testo dalle accuse: "Non voglio più sentire parlare di sanatoria, è un disegno di valorizzazione della costa che dà la possibilità di verificare ciò che è sanabile. Apre le porte soltanto a chi ha presentato domanda di sanatoria prima del dicembre '94. In Sicilia ci sono 30mila case abusive ma quanti si sono autodenunciati? Noi non prevediamo nuova cementificazione, saranno i comuni a valutare quante domande di privati potranno essere ammesse".


Legambiente punta poi il dito contro la “sparizione “dal testo dell'Agenzia per la tutela e la conservazione dei 1.480 chilometri quadrati di costa, che – stando al decreto- sarebbe sostituita da un osservatorio. "Se non è una sanatoria è un condono edilizio: sembra la riedizione della legge scritta dall'assessorato all'Ambiente nel 2001, proposta da Bartolo Pellegrino. Non passò perché la bloccammo. L'effetto di quella norma era il condono: per realizzare le opere infrastrutturali, fogne, acque, strade e per riqualificare le aree, la stima era di 7 miliardi di lire. Una follia", sottolinea Domenico Fontana.