Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
04/04/2015 06:15:00

Trapani, malasanità. Parla Di Martino, responsabile del Pronto Soccorso

 Dopo un mese e mezzo Massimo Di Martino, primario del Pronto soccorso dell'ospedale «S. Antonio Abate», ha deciso di replicare al sindaco di Erice Giacomo Tranchida che in una lettera aperta inviata al presidente della Regione lo scorso 23 febbraio chiedeva «ma che cavolo di sanità è questa qua? » riferendosi ai presunti casi di malasanità in seguito ai quali sono morti il 13 febbraio Daniel Cesanello, di 2 anni e il 19 febbraio l'imprenditore 75enne Pietro Colletta, di Valderice. Ecco il testo della lettera:

Egregio sig. Sindaco,
Voglio portare a conoscenza Sua e dei Cittadini del territorio trapanese alcune precisazioni circa i contenuti della Sua lettera aperta al Presidente della Regione dello scorso 23 febbraio, dall’elegante titolo “Ma che cavolo di sanità è questa?”
Lei ha duramente criticato l’attività complessiva svolta presso il Pronto Soccorso del S. Antonio Abate, sconoscendo le regole e il carico di lavoro di medici e infermieri.
Si è subito alzato a criticare, senza però mai intervenire, quando poteva:
Dov’era quando i sindacati e alcuni sindaci del circondario protestavano per delle piante organiche non rispondenti alle necessità assistenziali, disposte dall’Assessorato Regionale alla Sanità?
Dov’era quando l’allora sindaco di Trapani, Fazio, si batteva contro l’abbattimento dei posti letto nella nostra provincia?
Puntare il dito è facile, operare meno.
Le ricordo che il triage è eseguito dagli infermieri perché così è stabilito dalle norme di legge, che sono tenuto a far rispettare; se ponessi dei medici nella postazione di triage (naturalmente anche avendoli), questi si sentirebbero de-mansionati, sarei portato in giudizio e, sicuramente, condannato…
Il termine “Codice rosso” significa parametri vitali alterati, e i "parametri vitali" sono: capacità di respirare, di interloquire con gli altri, circolazione del sangue;
“Codice giallo” che i parametri vitali non sono alterati, ma potrebbero divenirlo entro brevissimo tempo. Il dolore toracico, in assenza di segni di shock, è un classico codice giallo.
Lei ha immaginato cosa sarebbe successo se l’episodio del 19 febbraio fosse accaduto mentre un medico o un infermiere si trovavano a soccorrere qualcuno in strada?

Nel 2014 sono stati “triagiati”, in questo Pronto Soccorso, 35.074 soggetti e visitati 31.558 pazienti. 882 sono stati indicati come “codice rosso”, 8.592 giallo, 20.707 verde e 945 bianco. Di questi 6.596 sono stati ricoverati in ospedale, 713 hanno rifiutato il ricovero e 1.578 sono stati inviati a strutture sanitarie territoriali, mentre 19 sono giunti cadavere. Di tutti i pazienti, solo il 10% ha atteso oltre due ore, e con codice verde o bianco. Per quanto riguarda la territorialità, 16.718 appartengono al comune di Trapani, 6.503 a quello di Erice, 2.211 a Valderice, a Paceco 2.148 e il resto ad altri comune, tra cui spiccano i 980 residenti nel comune di Marsala.
Le statistiche sull’attività del nostro P.S. dimostrano che, se mettessimo i pazienti tutti in fila e li facessimo entrare ordinatamente, ogni paziente avrebbe in media circa trenta minuti assistenziali per: entrare in stanza, spogliarsi, farsi visitare, eseguire quanto necessario (sutura, trattamento farmacologico, manovre salvavita, richieste esami e quant’altro utile al paziente), rivalutarlo, esaminare l’esito di quanto richiesto e poi dimissione/ricovero.
Ritengo che questo sia un tempo estremamente ridotto!
Le Sue accuse, sig. Sindaco, mi hanno sorpreso perché Lei ha frequentato il Pronto Soccorso e ha visto la dedizione al lavoro e il modo di lavorare del personale, e anche le innovazioni introdotte dalla Direzione e dall’Azienda, eppure punta il dito.
Ci ha dato uno spazio per posteggiare le ambulanze.
Ogni giorno, però, siamo costretti a chiamare i VV.UU. di Erice per la rimozione forzata delle auto, e spesso la risposta è che i Vigili sono impegnati da altre parti. Si verifica, quindi, una discrepanza fra le necessità e la capacità operativa, con la conseguenza che le ambulanze bloccano la strada d’accesso al P.S. e le auto, qualcuna, anche, con paziente a bordo, attendono in fila!
Mi scusi, non è lo stesso quadro che avviene in PS quando più pazienti afferiscono contemporaneamente al PS, impegnando i medici e gli infermieri? Quando tutto il personale è impegnato, l’ultimo paziente attende. Per questo esiste il triage, per individuare il paziente più grave, quello da trattare prima. Esiste una sola eccezione: il codice rosso, il paziente in codice rosso non può e non deve aspettare. In presenza di codice rosso, il triagista lascia la postazione e interviene subito, in prima persona, tutti gli altri pazienti in attesa restano abbandonati a se stessi, e, proprio per questo, è una situazione che deve avvenire il meno possibile!
Quanto sopra è avvenuto, anche, per il sig. Colletta il 19 febbraio.
I protocolli del Pronto Soccorso, sig. Sindaco, da 5 anni sono pubblicati sul sito del MCAU di Trapani, all’interno del sito WEB aziendale, basta cercare con un motore di ricerca “MCAU Trapani” e nella parte bassa della pagina li potrà consultare, Lei come tutti.
Vorrei farle notare, infine, che da quando sono Direttore del MCAU di Trapani (traducendo Primario del Pronto Soccorso), 1/9/09, ho subito sette ispezioni: tre dal Joint Commission International, tre dai NAS ed una dall’Assessore alla Salute, Massimo Russo.
Non sono state mai rilevate grosse criticità (escludendo il rapporto personale e locali/numero utenti che accedono al PS, di cui non sono certamente responsabile) e nell’ultima ispezione del JCI, l’MCAU di Trapani, ha ricevuto la votazione di 8,85/10, la più alta fra i venti P.S. siciliani esaminati.
Sig. Sindaco, perché non tuona, con altrettanto vigore, contro i medici che non fanno il proprio lavoro e intasano il Pronto Soccorso con pazienti non visitati e inviati telefonicamente? Perché non osserva quanti pazienti sono inviati, dall’ospedale, alle lungodegenze e non si chiede come mai non è stato il medico di famiglia, di quel paziente, a proporre e attuare il ricovero in queste strutture per lungodegenze, lasciandolo fare all’Ospedale, occupando così impropriamente, un posto letto?
Rifletta, infine, sig. Sindaco su quanto viene fatto in P.S. e in Ospedale quando non ci sono più posti letto: il paziente non è trasferito in altri ospedali della provincia/regione o messo per terra su un materasso, ma è ricoverato in barella. Mi sembra corretto precisare che le nostre barelle hanno una larghezza di cm.82 (un letto è largo 85/90cm) ed una lunghezza pari ad un letto normale, sono fornite di spondine e possono essere regolate rispetto alla distanza dal pavimento! Ciò determina un sovraccarico lavorativo per gli infermieri e i medici di tutto il nosocomio, ma il paziente è assistito nella sua città, non lontano dagli affetti familiari, senza i rischi legati al trasferimento con ambulanza.
Un’ultima nota: tutti i sindaci hanno sempre difeso il proprio ospedale, anche in evidenza di errore, Lei è l’unico che non lo fa, anche, in presenza di evidenti casi di mala-stampa, più che di malasanità! Ci chiediamo perché…

Dott. Massimo Di Martino
Direttore
Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza
S. Antonio Abate