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21/02/2016 06:40:00

Salemi. Furti, fortissimamente furti in abitazioni ed esercizi commerciali

 E’ sempre pericoloso affrontare il tema dei furti e delle rapine.
Si rischia di inciampare nell’ovvietà o di scivolare sul viscido terreno dell’allarmismo. E tuttavia sono i freddi dati statistici ad imporcelo. Essi ci dicono che sono più che raddoppiati negli ultimi dieci anni. Con una media nazionale del +127% . E se è il Nord d’Italia a registrare il massimo incremento, Salemi non ha voluto essere da meno dal resto del Paese. Su questo fenomeno dimostra di volere essere al passo con i tempi. In linea, del resto, anche con il trend provinciale.

Ma con una novità.
Oggi, ad essere prese di mira sono soprattutto le abitazioni private. Negozi, banche, uffici postali e strade commerciali, dotati di sistemi di sicurezza, come le telecamere, scoraggiano chi vuole dedicarsi a questo tipo di attività illecita. Il rischio di essere riconosciuti infatti è grande e non sempre si ha la certezza di ricavarne un adeguato profitto. Il gioco non vale la candela.

Si è rafforzata la convinzione che sia più agevole trovare nelle case un bottino certo e da portarlo via senza essere scoperti. Anche i ladri sanno e si adeguano. Sanno che una lunga stagione di crisi e di grande incertezza per il futuro ha costretto gli italiani a ridurre non solo i consumi ma a tenere i pochi risparmi, non più nelle banche, ma «sotto il materasso». Come usava una volta.

Due fattori sociali che s’intrecciano in modo perverso. Ladro e derubato finiscono così per diventare due facce della stessa medaglia. Mentre a farne le spese sono sempre le fasce più deboli della società.

Una volta, i furti nelle abitazioni erano una prerogativa del Nord, mentre le rapine erano commesse principalmente al Sud.
Ad esempio, nella graduatoria provinciale, in base all'incidenza di questo reato rispetto alla popolazione residente, quella di Trapani, con 14,4 rapine ogni 100.000 abitanti, poteva vantare il primato di essere in vetta alla classifica nazionale.

Oggi le statistiche ci dicono che, almeno sotto questo punto di vista, l’unità d’Italia si è compiuta. Anche qui nell’estremo Sud, se non allo stesso ritmo, i furti nelle case segnano un progressivo e incessante aumento.
E, se questa tipologia di reato ha registrato un aumento record nelle zone del settentrione (una casa svaligiata ogni due minuti), anche in provincia di Trapani il bilancio comincia a farsi allarmante. Il numero crescente di furti in abitazioni private commessi nell'ultimo anno ce lo conferma.

Oggi quindi, senza tema di smentita, si svaligia sempre e comunque, al nord come al sud, di notte e di giorno, da soli o organizzati in bande, spesso sfidando gli ignari inquilini anche mentre si trovano in casa.

Parallelamente all'aumento dei furti, infatti, a disturbare i sonni tranquilli degli italiani è la crescita dell’altro reato ancora più allarmante che viene classificato come “rapine in abitazione”, che si differenzia dall’altro perché viene consumato con violenza o minaccia ai proprietari.

L'aumento dei reati, come è evidente, turba la vita domestica generando forti preoccupazioni tra la gente comune.

Siamo infatti al 6° posto in Europa per numero di furti e rapine in abitazione: 4 ogni mille abitanti rispetto alla media europea di 2,9 (i dati di comparazione internazionale sono riferiti all'anno 2014). Ma è quello della provincia di Trapani il dato più allarmante. Negli ultimi anni s’è registrata una crescita esponenziale.

Salemi , la città, nota anche per avere subito, due anni fa circa, lo strano furto di ben tre Campane, non poteva fare eccezione.

Il fenomeno non è passato inosservato nemmeno ai sindacati Cgil, Cisl ed Uil, in genere, non molto solleciti e sensibili a questo tipo di problematiche.

Evidentemente si saranno resi conto che ormai questo tipo di reati colpisce anche e soprattutto le fasce più deboli e indifese della società. Le vittime più indifese sono infatti soprattutto i pensionati e i lavoratori a reddito fisso.

Della questione si sono fatti carico anche i rappresentanti di categoria della Polizia di Stato, Silp Cgil, Siulp e Uil Polizia. Durante un incontro col prefetto Leopoldo Falco, qualche mese addietro, è stato chiesto il potenziamento del controllo del territorio. Sono state avanzate proposte operative e illustrate concretamente le possibili modalità attuative. Nulla sembra essere cambiato. Si rimane In attesa che arrivino un po´ di risorse umane alle Forze dell´Ordine. Attesa priva di speranze.

A Salemi molte sono state le abitazioni prese d’assalto, senza distinzioni di ubicazioni. Sia al centro, come nelle periferie. Ma anche nelle frazioni.

E così, dopo i numerosi casi di furti di cavi di rame, ora è il turno delle abitazioni. E non solo. Molti gli episodi in cui sono stati presi di mira un opificio, un plesso scolastico, un supermercato, automobili. C’è stato persino il tentativo di oltrepassare sofisticati cancelli elettronici per asportare alcuni mezzi pesanti da lavoro. Il tipo della merce rubata è variegato e fantasioso, come si vede. Non solo il classico borseggio di ori, argenteria e denaro in contanti. Ma anche derrate alimentari, cassette di acqua minerale, insaccati e forme di formaggio. Non si salvano nemmeno le bevande e le merendine della scuola. Vengono persino rubati i sacchetti della spesa dentro le auto se per distrazione vengono lasciate aperte. Tanti, infine , sono i furti che non vengono denunciati ma che ci vengono riferiti perché il cronista si faccia portatore di tanto malessere.  Furti individuali, come pure organizzati da piccole bande. Tutto serve, pur di mettere qualche spicciolo in tasca. Un vero allarme sociale. Una sorta di guerra tra poveri. Ci dicono che sono in aumento le richieste di un porto d’armi. E che qualcuno ha pensato di ricorrere a qualche arma impropria di difesa, una sorta di manganello dotato di palline metalliche.

C’è anche chi evoca l’esempio del Comune di Erice. Di utilizzare, cioè, le associazioni di protezione civile, in ausilio alla polizia municipale, allo scopo di arginare il dilagante fenomeno. Non se ne farà nulla. Il proverbiale individualismo del cittadino salemitano ce ne dà la certezza.

Gli elementi di sconforto e delusione riscontrati è in ogni caso notevole.

Il pugno duro del governo contro l’allarmante fenomeno, annunciato tempo fa, per innalzare il tetto della pena per questi reati, che verrebbero puniti con un minimo di 2 anni e un massimo di 8 anni, a fronte dell’attuale forbice di uno-sei anni, non crediamo che farà fare un passo indietro al potenziale ladruncolo.

Idea bizzarra quella dell’ aumento di pena per reati contro il patrimonio. Cambiamo le pene riducendole o aumentandole nella loro entità alla luce del dato statistico? Il codice penale dovrebbe essere sempre lo stesso, frutto di scelte razionali e non emotive.

L'emergenza è sociale e non penale.

Va detto senza mezzi termini che i redditi di alcuni strati della popolazione sono diminuiti e i bisogni aumentati. Da qui la ripresa di borseggi, furti in appartamenti, rapine nella pubblica via e in abitazione.

Provvedimenti legislativi che inseguono la realtà ma che non la modificano servono a poco. Convinti come siamo che è la crisi economica e il conseguente impoverimento della popolazione ad influire sull’aumento di furti e rapine nelle città.

Analisti del preoccupante e dilagante fenomeno sono convinti che il ruolo delle amministrazioni locali diviene centrale .

Come? Ad esempio, con la predisposizione di sgravi fiscali per le attività commerciali che aderiscano a un progetto su base comunale per l’installazione diffusa di telecamere; facendosi promotore per stipulare un’assicurazione per i privati per coprire le conseguenze nefaste di furti e rapine a un costo accessibile; il potenziamento della videosorveglianza, gestita però con equilibrio per non pregiudicare inutilmente la privacy dei cittadini.

Utopie? Non sembrerebbe, dal momento che questo tipo di interventi già esiste in tanti comuni italiani ed esteri.

 

Franco Ciro Lo Re