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05/05/2024 06:00:00

L'Italia è ancora molto indietro sulla fecondazione assistita

 L’Italia non è un Paese per donne che vogliono diventare madri.

Ancora nel 2024 la legislazione identifica la famiglia alla vecchia maniera: marito, moglie, figli. Dunque non è possibile adozione da parte di donne single, nè una fecondazione che le renda mamme. Al contrario in Italia si parla di far diventare reato universale la pratica che viene chiamata “madre surrogata”.


Nel resto del mondo va per fortuna in maniera diversa, in Europa, in Danimarca, è lo Stato che aiuta le donne single a diventare madri.
Un sostegno alla genitorialità che è moderno e che fa pure risalire il tasso di natalità, lo Stato copre i tentativi di fecondazione assistita, accompagnando le cittadine in questo percorso.
La libertà di fare un figlio da sola in Italia è impossibile, tranne che non si finisca a letto con il primo che capita e allora è tutto “moralmente” corretto.


In Danimarca agli aiuti concreti ci pensa lo Stato, il congedo di maternità raddoppia fino a un anno, perché comprende i mesi del papà che non c’è.
Tantissimi gli sconti per i nidi, un team di esperti accompagnano quote donne fino allo svezzamento del bambino. Ad Aarhus c’è la sede della banca del seme, gli spermatozoi vengono isolati e congelati, il donatore può decidere di restare anonimo o di rendersi reperibile. La Danimarca spedisce gameti in 124 Paesi nel mondo, ogni anno donano circa 1.200 uomini. Le donne che si rivolgono alla banca del sempre sono per metà provenienti dall’estero.

Si chiamano “Solomor”, sono mamme single che decidono di avere figli in serenità, senza un partner, lo Stato danese le supporta anche economicamente durante la fecondazione e dopo la nascita con sussidi economici per affrontare le spese destinate alla crescita dei propri figli.
L’Italia non permette alle donne single o lesbiche di accedere a procedure di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA): in Italia, quindi, l’unica alternativa possibile è far riferimento a strutture estere per avviare il percorso di fecondazione assistita. La percentuale di donne italiane single che si rivolgono ai centri esteri per la procreazione assistita sfiora il 30% del totale delle pazienti, prevalentemente si sceglie di andare in Spagna, Belgio, Inghilterra, Danimarca e Grecia. Lo Stato Iberico ha una legislazione liberale, la legge 14 del 2006 prevede che “qualsiasi donna di età superiore ai 18 anni e con totale capacità di intendere e di volere, potrà essere ricevente o utente delle tecniche disciplinate dalla Legge sulle Tecniche di Procreazione Umana Assistita”. In questo modo la legislazione spagnola consente l’accesso a queste procedure a qualsiasi donna, a prescindere dal suo stato civile e dal suo orientamento sessuale.


In Italia invece ancora oggi si mette in dubbio pure il diritto all’aborto
, la capacità di autodeterminazione delle donne, si fa parlare di scelte che riguardano le donne solamente gli uomini. Accade nel nostro Paese dove la Prima Ministra è una donna, e per fortuna ci siamo arrivati anche noi, che però non si accorge di come i movimenti pro vita non debbano mai entrare e condizionare le scelte di uno Stato che è laico.