L'ultimo è stato ultimato e pubblicato nel febbraio 2007. Le conclusioni della ricerca sono affidate a una mappa e a una relazione che illustra gli interventi giudicati più urgenti di messa in sicurezza. Si calcola che servono almeno 6 miliardi di euro ma nessuno sa dove trovare tanti soldi.
Il piano di interventi più consistente è stato attuato tra il 2000 e il 2007 quando sono stati spesi complessivamente 640 milioni provenienti dai fondi strutturali europei e da risorse statali. Poi solo piccole e frammentate opere di assestamento. Con la conse
guenza di uno sbriciolamento sistematico e incontrollato del territorio che in passato ha lanciato numerosi segnali di un'emergenza ambientale molto alta.
La mappa del rischio, preparata a partire dal 1999, ha messo in rilievo quella che i tecnici definiscono una "altissima dinamicità " del territorio. Basti dire che sono state censite 21mila e 500 aree a rischio e 31mila e 800 frane oltre a tremila tra edifici e infrastrutture a rischio idraulico.
La mappa del servizio regionale per la difesa del suolo adopera due classificazioni delle aree a rischio: R4 e R3. La prima qualifica le condizioni idrogeologiche che comportano pericoli per la perdita di vite umane e danni gravi agli edifici: in queste condizioni si trovano 2.200 aree per un'estensione di 954 ettari.