nel processo al 40enne Giuseppe De Vita, gestore del lido ''Laguna dello Stagnone'' di San Teodoro, accusato di estorsione, e alla moglie, la 39enne Ombretta Nizza, titolare della concessione demaniale, denunciata perché avrebbe minacciato le vittime affinché queste ritrattassero le accuse. Ma ciò non è avvenuto.
E anche nel corso del processo, i camionisti che fecero scattare l'indagine hanno confermato le accuse, dichiarando di essere stati costretti a pagare un ''pedaggio'' per attraversare la spiaggetta accanto alle torri di San Teodoro e quindi raggiungere l'Isola Lunga per caricare il sale e trasportarlo sulla terraferma.
Nell'udienza di ieri, l'appuntato Federico ha detto che nel corso di un sopralluogo notò sulla spiaggia un pedalò che impediva il passaggio ai camion, mentre l'autotrasportatore Culcasi ha affermato che lui, dal De Vita, non ebbe richieste. Se non quella (giudicata ragionevole) di risistemare la spiaggia dopo il passaggio dei pesanti mezzi. ''Non mi ricordo, però - ha aggiunto il camionista - se nell'ultima occasione, tra febbraio e aprile 2006, gli diedi dei soldi perché non avevo il tempo di sistemare la battigia con la mia pala meccanica…''.
L'indagine, condotta da carabinieri e Guardia Forestale, il 17 febbraio 2008 sfociò nell'arresto del De Vita, accusato di aver preteso ed ottenuto, tra il 2007 e il 2008, il pagamento di ben 15 mila euro da tre camionisti che si erano aggiudicati l'appalto per il trasporto del sale prodotto dalla Sosalt sull'Isola Lunga. A difendere gli imputati sono gli avvocati Stefano Pellegrino e Arianna Rallo.
Antonio Pizzo
La Sicilia