Intervengono Salvatore Inguì, coordinatore del presidio marsalese di Libera, Giacomo Di Girolamo, direttore di www.marsala.it e di Rmc 101 e Paolo Salerno, Presidente Associazione Antiracket
Diciotto anni dopo ignoriamo chi azionò il telecomando della strage di via D'Amelio, in cui vennero macellati Paolo Borsellino e
cinque agenti di scorta. La mattanza di quel 19 luglio 1992 pone ancora una serie di domande senza risposte: come è sparita l'agenda rossa nella quale Borsellino segnava incontri, confidenze, ipotesi di lavoro? Dov'era posizionato l'uomo con il telecomando? Fino a che punto i servizi segreti sono stati coinvolti nella trama? Gli inquirenti hanno sbagliato per amore di carriera o per coprire pezzi dello Stato coinvolti con le cosche? Le rivelazioni di Gaspare Spatuzza hanno sbugiardato la ricostruzione ufficiale dell'eccidio su cui si sono basati tre processi con 47 condannati. Oggi sappiamo che Cosa Nostra partecipò alla preparazione dell'attentato e che Borsellino non fu ucciso per il fallimento della trattativa condotta dai carabinieri con Riina attraverso la mediazione di Vito Ciancimino. La rilettura dei verbali, le dichiarazioni dei testimoni, l'incrociarsi di vecchie e nuove verità aprono uno scenario ….
Alfio Caruso, nato a Catania nel 1950, è uno dei principali giornalisti italiani. Autori di diversi saggi sulla criminalità organizzata, collabora con le maggiori testate.
La presentazione del volume di Alfio Caruso si inserisce nella “Settimana della legalità ” realizzata dalla Prefettura e dall’Unione delle Associazioni Antiracket, con il patrocinio della Provincia Regionale di Trapani ed in collaborazione con i Comuni di Alcamo, Castellammare del Golfo, Castelvetrano, Marsala, Mazara del Vallo e Trapani.
Il programma, che si articola nella settimana dal 17 al 23 maggio, prevede una serie di appuntamenti di vario genere, culturali, musicali, incontri con i giovani, visita alle imprese danneggiate dalla criminalità e ricostruite anche a seguito degli interventi statali, testimonianze di vittime del racket e dell’usura, con il primario obiettivo di diffondere la cultura della legalità e di rafforzare l’associazionismo antiracket ed antiusura nell’intento di creare il terreno fertile per una maggiore collaborazione delle categorie produttive con le Forze dell’Ordine e le Istituzioni e costruire una solida e diffusa “rete di fiducia” sul territorio.