Questo piccolo esercito, che ha lavorato e lavora dando un notevole contributo alle varie Amministrazioni, rischia di non veder rinnovati i loro contratti, pur essendo in attività , alcuni anche da vent'anni. Quella che stanno vivendo i precari e loro famiglie è, in questo periodo, una vera e propria emergenza sociale e sta interessando politici nazionali, regionali e locali per arrivare a una soluzione che sia il più indolore possibile. L’Assessore provinciale Giovanni Lo Sciuto, incontrando nei giorni scorsi una folta schiera degli storici precari della provincia, si è schierato a loro fianco perché sia stabilizzato, nel più breve tempo accettabile, il loro posto di lavoro.
Nel denunciare l’anomalia esistente tra i precari, molti dei quali vivono una situazione d’incertezza, a differenza di quelli che nel resto d’Italia, dopo tre anni, sono stati assunti con regolare contratto di lavoro, puntualizza che la Sicilia non potrebbe sopportare la fuoriuscita di questi lavoratori senza andare incontro a una crisi di notevoli dimensioni.
È pur vero che, riconoscendo le difficoltà legate oggi alla manovra Finanziaria, la scelta dei singoli provvedimenti, dice l’Assessore, debba tener conto delle singole peculiarità esistenti nella Regione e nella nostra Provincia in particolare. «E’ per questo – afferma Lo Sciuto - che s’impone una deroga al patto di stabilità che il governo nazionale dovrà concedere per evitare pesanti e incontrollabili ricadute nel nostro territorio».
L’Assessore mette in guardia perché il fenomeno, oltre a quello lavorativo, sociale ed economico, non abbia una ricaduta devastante: la perdita del lavoro e successiva impossibilità di trovarne un altro alternativo potrebbe contribuire a rafforzare la manovalanza criminale sul territorio con conseguenze peggiorative per tutta la comunità civile. Il responsabile della Solidarietà sociale si augura che i garanti politici e sindacali affrontino il problema a livello nazionale, non essendo più procrastinabile l’incertezza. «Sarebbe stato opportuno – dice ancora Lo Sciuto - che nell’approvazione del bilancio di previsione regionale, si fossero tagliati alcuni ruoli dirigenziali (poiché la Sicilia ne ha dieci volte in più rispetto alla Lombardia) e alcune società partecipate, per abbassare la spesa corrente ed evitare la bocciatura da parte del Commissario dello Stato sulla loro stabilizzazione, in una logica di amministrazione virtuosa cui tanto si richiama il Presidente della Regione».
Salvatore Agueci