Uno scivolo non eclatante, silenzioso. Al momento a dirigere il corpo è il vicecomandante Vincenzo Menfi.
Si attua così, con anni di ritardo, uno dei progetti dell’ex vicesindaco Leonardo Giacalone, che proprio per risolvere le difficoltà organizzative dell’ente, aveva affiancato a La Rosa proprio Menfi, chiamato a Marsala dall’amministrazione Galfano quando era comandante del corpo di polizia municipale di Partanna. Menfi ha infatti un curriculum di tutto rispetto, è specializzato nella lotta all’abusivismo, e, soprattutto, non era troppo in confidenza con i marsalesi. Il progetto di rilancio del corpo si arenò con l’elezione del Sindaco Carini. Il vicecomandante Menfi fu spedito al tribunale a dirigere la sezione di polizia giudiziaria dei vigili urbani. E la gestione del corpo tornò nelle mani di La Rosa.
In questi ultimi due anni tanti scandali hanno coinvolto il comando della polizia municipale. L’ultimo riguarda i 24 vigili urbani indagati per omissione di atti d’ufficio, e tra questi c’è anche il nome di La Rosa.
A loro vengono contestate dalla Procura varie ipotesi di reato, dalle mancate contravvenzioni ai mancati sequestri di merce ad ambulanti privi di licenza. Le indagini sono state condotte dalla sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza. Con il comandante La Rosa, sono indagati anche i vigili Leonardo Angileri, Giovanni Arini, Mario Bondice, Pietro Di Girolamo, Vito Giuseppe Genna, Giuseppe Ingrassia, Luca Isacco, Annamaria Licari, Bartolomeo Maggio, Cosimo Marino, Vincenzo Marino, Giovanni Nizza, Giuseppe Occhipinti, Vito Pantaleo, Raimondo Parrinello, Riccardo Pinieri, Giusi Maria Rosolia, Agostino Sciacca, Savina Anna Sciacca, Tonino Siragusa, Gaspare Titone, Vincenzo Titone e Michele Toro.
Diversi i casi di «omissione» contestati dalla Procura. In parecchie occasioni, infatti, i vigili indagati, anziché agire, sanzionando gli autori di illeciti o di comportamenti non regolari, si sarebbero voltati dall'altra parte, omettendo atti che per ragioni di giustizia, igiene e salute pubblica dovevano essere compiuti all'istante.
Non avrebbero, in particolare, elevato contravvenzioni a commercianti abusivi che da anni operano nelle vie e nelle piazze della città , né proceduto al sequestro della merce (prodotti alimentari e non) posta in vendita. Non avrebbero, inoltre, multato automobilisti indisciplinati, non avrebbero contrastato il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, né impedito il commercio ambulante abusivo nei pressi del mercato ittico di via Garibaldi, né adottato iniziative volte a bloccare lo stato di degrado e illegalità nella zona dello stadio.
Le indagini che hanno messo nei guai con la giustizia i 24 vigili urbani sono state coordinate personalmente dal procuratore della repubblica Alberto Di Pisa. A condurle, invece, sono stati i militari della Guardia di finanza, che ai primi dello scorso mese di aprile avevano acquisito una corposa documentazione negli uffici del Comando di via Del Giudice. Anche se non è chiaro se vi sia un collegamento con quel blitz.
Per tutti gli indagati, la Procura aveva nominato difensore d'ufficio l'avvocato Roberta Anselmi. Poi, però, molti hanno preferito rivolgersi a legali di fiducia (Paolo Paladino, Stefano Pellegrino, Giuseppe Galfano).
«Mi auguro che tutti i vigili indagati possano dimostrare la loro innocenza. Altrimenti, si porrebbe anche il problema dei conseguenti provvedimenti amministrativi che il Comune sarebbe chiamato ad adottare…». È quanto afferma il presidente del Consiglio comunale, Oreste Alagna, a proposito.
Sulla delicata vicenda, intanto, il sindaco Renzo Carini preferisce non rilasciare dichiarazioni.