. Il procedimento scaturisce da un’inchiesta dal titolo "Mafia e appalti seconda fase" riguardante una speculazione edilizia effettuata da alcuni imprenditori in un’area alle porte di Trapani, Villa Rosina. Pellegrino è accusato di essersi attivato al fine di agevolare il piano edilizio in cambio della promessa di trecentomila euro. A puntare il dito contro l’ex assessore regionale è l’imprenditore Antonino Birrittella che, dopo essere finito in manette nell’ambito dell’inchiesta su mafia e appalti, ha deciso di pentirsi e di collaborare con gli inquirenti. Pellegrino il 19 Dicembre 2009 fu assolto, al termine del processo di primo grado, dall’accusa di concorso in associazione mafiosa mentre il reato di corruzione fu dichiarato prescritto. Francesco Pace, accusato di avere promesso all’ex assessore la somma di trecentomila euro in cambio del suo intervento, e l’ingegnere Leonardo Barbara, che secondo gli inquirenti avrebbe svolto il ruolo di intermediario, furono invece condannati alla pena di cinque anni di reclusione ciascuno. Il «patto» di corruttela secondo i giudici ci fu, ma Pellegrino non aveva consapevolezza che dietro c'era la mafia che speculò, grazie a Pace e Barbara, su quelle case.Sia il pubblico ministero Andrea Tarondo che i difensori degli imputati hanno presentato ricorso. La Provincia Regionale di Trapani, i Comuni di Trapani, Valderice e Paceco e Confindustria si sono costituiti parte civile.