Sembra una bollettino di guerra, appunto, anche perché ci si chiede come mai ci sia stato questo incremento di incidenti gravi sulle strade. Le risposte possono essere tante: le pessime condizioni del manto stradale, poca osservanza del codice stradale, pochi controlli. Il tutto confinato dentro le mura cittadine e nel pieno centro urbano.
Come lo schianto dello scorso 30 luglio di un giovane scooterista, Domenico P. di 20 anni, contro le transenne che delimitano il cantiere di via Cesare Battisti. Il giovane, che viaggiava senza casco, si trova tuttora in coma farmacologico.
A giugno, in via Mazara, altra strada a densissimo traffico, ci sono stati due incidenti mortali nel giro di pochissimi giorni. Prima, a perdere la vita è stato un giovane tunisino residente a Strasatti, Abdellaziz Rami. Aveva solo 19 anni. Giudava un'automobile, una Fiat Ulysse, con altri tre amici, e si è andato a schiantare contro un auto in sosta all'altezza dell'incrocio di Via Mazara con Terrenove Bambina. Dopo due giorni, Simona Li Causi, anche lei giovanissima, si spegne dopo una settimana di agonia. Era alla guida del suo scooter, all’altezza del Bingo, quando si è scontrata con un’auto. Aveva 22 anni.
Tutti molto giovani, come Antonio Di Dia, 32 anni, venuto a mancare dopo lo schianto con la sua moto in via Mazara. La sua morte, a maggio, ha suscitato grosso sgomento in città. Di Dia era conosciutissimo in città. La Chiesa Madre era stracolma per il suo funerale, e su internet sono stati numerosissimi i messaggi di affetto durante i tre giorni di agonia.
Di incidenti in città ce ne sono sempre di più. Da quelli lievi a quelli più gravi. Si vedono sempre di più, negli angoli delle carreggiate, pezzi di vetro o di paraurti. La sensazione, adesso, è che ci sia qualcosa di più. Che non sia solo il fato a determinare quella che sta diventando una carneficina.