"Come dire, le ricerche del latitante trapanese Matteo Messina Denaro, il numero uno di Cosa nostra, sono pagate dai poliziotti. C'era già un pesante arretrato per le missioni del 2010 e i soldi del 2011 sono bastati appena per archiviarlo". La scure dei tagli è arrivata anche sugli straordinari: "Non importa che fai cento ore, non importa che sei stato su un pizzo di montagna o chiuso dentro un furgone, a pedinare il favoreggiatore di un latitante, ti verranno riconosciute solo 55 ore, ma sulla carta - spiega il sindacalista - . In busta paga i poliziotti si ritroveranno l'equivalente di 30 ore, ovvero solo il corrispettivo per tre giorni di lavoro durissimo. Dobbiamo ritenerci fortunati - dice D'Anna, che è il segretario di base del Siap presso la squadra mobile di Palermo - si dice che i tagli dovrebbero arrivare a 22 ore".
Questore e capo della squadra mobile fanno il possibile per far sì che le indagini possano proseguire con serenità. "Dobbiamo ringraziarli - dice D'Anna - per la grande attenzione che mettono nella lotte alle cosche, e i risultati lo dimostrano. Ma la coperta è corta: se puntiamo alla ricerca dei latitanti, concedendo qualche ora in più di straordinario alla squadra Catturandi, bisogna poi toglierla ai poliziotti che sono impegnati ad arrestare spacciatori o rapinatori. La situazione dei tagli al comparto sicurezza è davvero drammatica".
I poliziotti, anche quelli più impegnati nelle indagini antimafia, devono fare pure i conti con il blocco di tutti gli scatti di servizio, almeno fino al 2014. "Era stata però prevista la possibilità di una somma "una tantum" - spiega D'Anna - ma fino ad oggi, neanche quella è arrivata".