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26/10/2011 07:25:34

Ritratta per una "crisi mistica" il nuovo pentito Li Causi

Poi, all'improvviso, la settimana scorsa è fuggito dalla località segreta dove era stato trasferito dal servizio di protezione ed è tornato in città. Antonino Li Causi, 35 anni, fino ad agosto un perfetto sconosciuto per le forze dell'ordine, tiene adesso un rosario al collo, dice di essere stato assalito da una crisi mistica e di non volere più accusare nessuno. Giovedì scorso, i sostituti procuratori della Dda Marcello Viola e Francesca Mazzocco hanno disposto il suo fermo, per associazione mafiosa e detenzione illegale di una pistola: il provvedimento è stato convalidato dal gip Marina Petruzzella, al termine di un drammatico interrogatorio.

Ai magistrati della Procura restano decine di pagine di verbali firmati da Li Causi: contengono i nomi dei nuovi capimafia di Brancaccio. Lui, un ragazzone alto e possente, era il braccio violento della cosca, addetto alle punizioni ordinate dai boss, soprattutto nei confronti dei commercianti che non volevano pagare il pizzo.

A fine agosto, Li Causi si è presentato ai carabinieri, e ha chiesto protezione, perché temeva di essere ucciso, non è ancora chiaro il motivo, le sue dichiarazioni sono infatti ancora coperte da un rigido segreto istruttorio. Di certo, subito dopo essersi presentato in caserma, Antonino Li Causi ha svelato di essere stato a lungo al servizio del clan di Brancaccio, su cui ancora pesa l'ombra dei fratelli Filippo e Giuseppe Graviano, nonostante siano rinchiusi nei gironi del 41 bis. Nei giorni scorsi, il neo pentito ha anche fatto ritrovare una 357 Magnum, che adesso è all'esame del reparto investigazioni scientifiche dell'Arma.

Ora, Li Causi non vuole più parlare. Dice di essere stato ripudiato dalla moglie, che minaccia di non fargli vedere più il figlioletto. Messaggi pesanti gli sarebbero arrivati anche da altri familiari, nella località segreta dove era stato trasferito.