Per non considerare tutto l'indotto che coinvolge Termini Imerese, Santa Flavia e Porticello. La produzione è ferma ormai da mesi e questo grava in una realtà dove la crisi si è abbattuta come non mai e la disoccupazione, soprattutto tra i giovani, ha raggiunto livelli allarmanti. Fabbriche che chiudono, la Fiat che da gennaio prossimo abbandonerà l’Isola, edilizia e agricoltura in ginocchio, la pesca che soffre. Una situazione che preoccupa il sindaco di Termini Imerese, che si è rivolto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Mentre Termini Imerese», scrive il primo cittadino, «continua a illuminare la cronaca per la vertenza Fiat, si sta consumando un nuovo ‘delitto’ alla nostra comunità. Questa volta non sono nemmeno il ‘privato’ o il mercato i responsabili di questa azione ma il ‘pubblico'. Centinaia di giovani formati alla nuova industria audiovisiva che hanno concorso, con successo, alla realizzazione di una produzione Rai vedono il loro lavoro scomparire nella più totale assenza di risposte dell'azienda di Stato».
«Come è possibile – chiede Burrafato - che in quest'epoca grigia, di sofferenza economica e di tagli, la Rai rinunci a 25 milioni di contributi già impegnati ed allocati dalla Regione siciliana per quella produzione (così da andare ora dispersi)? Come è possibile che la Rai sprechi quest'opportunità e tiri un calcio alla fortuna, inginocchiando e compromettendo una realtà virtuosa? Come è possibile che la Rai, diversamente da tutte le istituzioni pubbliche, inclusa quella che io interpreto, goda di questo benessere finanziario che le consente tanta superbia e dissipazione di risorse pubbliche (situazione che in qualunque altro contesto interrogherebbe e verrebbe segnalata alla magistratura contabile)?». Per questo il sindaco di Termini si rivolge al capo dello Stato: «Le chiedo un intervento nella difesa dei cittadini che rappresento e di tutti i cittadini, padroni della Rai e costruttori di questo Stato, di cui lei è il massimo garante. Disgelare la natura di questo scempio è nei nostri poteri e doveri».
Fonte Italpress
24 ottobre 2011