Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/11/2011 05:07:27

Oggi il Vescovo Mogavero incontrerà gli studenti nell'uliveto di Castelvetrano confiscato alla mafia

Mogavero dopo l'incontro con gli operai e gli studenti si trasferira' alla scuola elementare Ruggero Settimo di Castelvetrano alle ore 11 per un confronto - insieme al Prefetto di Trapani Marilisa Magno - con gli studenti degli istituti cittadini. Il confronto sara' preceduto dagli interventi di Bernardo Petralia, sostituto procuratore a Marsala e Rino Giacalone della Fondazione Libera Informazione, modera Toni Mira del quotidiano Avvenire.

Il confronto con gli studenti castelvetranesi è il primo che il vescovo di Mazara del Vallo tiene nella città del latitante Matteo Messina Denaro dopo l’uscita del suo libro “La Chiesa che non tace” (scritto a quattro mani con Giacomo Galeazzi) e di “Prodotto interno mafia” di Serena Danna (in libreria da pochi giorni), dove monsignor Mogavero è stato intervistato insieme a Pietro Grasso, Nicola Gratteri, Ivan Lo Bello e Moisés Naìm. «Nella provincia di Trapani il fenomeno criminale non è per nulla vinto - dice monsignor Mogavero alla Danna nel libro - il primo dei ricercati, Matteo Messina Denaro, è un nostro diocesano. Eppure non c’è una percezione chiara della presenza di Cosa Nostra sul territorio. È difficile sentire odore di mafia, sono coinvolti troppi insospettabili, troppi colletti bianchi». E Mogavero, a proposito di Messina Denaro, spiega ancora nel libro “La Chiesa che non tace”: «Se lui potesse ascoltarmi, se avesse voglia di sentire una parola che non porta guadagni su questa terra ma capitalizza per l’eternità gli direi: “Vale la pena vivere una vita da fuggiasco, piena di sangue, illegalità, prepotenze, violenze, preoccupato solo di sottrarti continuamente alla caccia delle forze dell’ordine? Con quale faccia ti presenti un giorno al cospetto di Dio, al cui giudizio nessuno può sfuggire?”».

SALEMI. L'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita' organizzata ha revocato il provvedimento di destinazione emesso dall'Agenzia del Demanio con cui era stato disposto il trasferimento al patrimonio indisponibile del Comune di Salemi di alcuni lotti di terreno e fabbricati confiscati al boss Salvatore Miceli e alla moglie Veronica Dudzinski. L'Agenzia si e' riservata di determinare la nuova destinazione del bene. ''La situazione catastrofica dell'economia in Sicilia - ha commentato il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi - comporta il totale disinteresse di aziende, imprese o associazioni produttive per qualunque intervento in qualunque area. Cosi' puo' accadere che un bene confiscato alla mafia non trovi nessuno disponibile ad accettarlo nonostante i ripetuti tentativi del Comune''. ''Per questo - aggiunge - l'amministrazione comunale plaude all'iniziativa dell'Agenzia di assumersi direttamente l'impegno di assegnare i terreni confiscati a chi sia in grado di occuparsene, cercando pero' di non ripetere l'esperienza di affidamenti di comodo ad associazioni religiose che accumulano senza alcun esito attivo e produttivo''