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07/12/2011 05:08:52

Arrivano anche a Campobello di Mazara le indagini sulla nuova cupola mafiosa di Palermo

Una delle aziende sequestrate, la "Az Trasporti" di Palermo (con sede in Via Salvatore Cappello, 44) ha infatti una sua filiale a Campobello di Mazara, in contrada Birribaldi. La società, secondo la Procura distrettuale antimafia di Palermo, è riconducibile ad un fiancheggiatore dei fratelli Graviano, i potenti boss del quartiere Brancaccio di Palermo. Si tratta di Cesare Carmelo Lupo.

Cesare Lupo e' stato fermato  con l'accusa di avere "controllato e diretto la famiglia mafiosa di Brancaccio", coordinando le attivita' illecite degli associati e mantenendo i contatti con esponenti mafiosi di altri mandamenti. Non solo. Per gli investigatori, era l'amministratore delle somme "provento di beni di pertinenza della famiglia Graviano intestati a prestanome, tra i quali la 'AZ Trasporti' di Campobello di Mazara", ma si occupava anche delle estorsioni. In particolare, Lupo, avrebbe costretto un'imprenditrice, Maria Caviglia, amministratore unico di 'Ecolife', un'impresa di pulizie, "ad assumere personale gradito agli esponenti della famiglia mafiosa".

Condannato per mafia per la prima volta nel 1998 – in seguito collezionerà altre 3 condanne per associazione mafiosa ed estorsione aggravata – Lupo è fin dalle origini della sua storia criminale legato a doppio filo con i fratelli Graviano, "per conto dei quali – annotano gl'investigatori - risulta aver reinvestito il denaro accumulato con il traffico di droga e delle estorsioni". E proprio per questo due anni fa finisce tra i destinatari di un procedimento patrimoniale di confisca in quanto riconosciuto intestatario fittizio di beni riconducibili proprio ai Graviano. A questo proposito il pentito Fabrizio Iannolino ha raccontato che "tutte le compravendite o interessi che potevano essere di interesse di Graviano passavano sempre da Cesare Lupo. Se si doveva comprare una casa, un appartamento o un terreno, o se si dovevano volere dei lavori proprio operativi di movimentazione era lui che teneva i rapporti".

Secondo gli investigatori una volta tornato in libertà avrebbe messo in moto una vera e propria macchina del pizzo, coordinata dagli uffici della AZ Trasporti, azienda che si occupa di spedizione e consegna merci e presso la quale è formalmente assunto. In realtà gli uffici della società erano la sua base operativa e proprio da lì le microspie della squadra mobile lo sentivano impartire ai fidati Jimmy Celesia e Giuseppe Arduino ordini sullo spaccio di stupefacenti e sul racket. Specialità criminale del quale è ormai un esperto con tanto di titolo di studio, visto che nel periodo trascorso in carcere ha conseguito la laurea triennale in scienze giuridiche con una tesi proprio sull'estorsione mafiosa. Un aneddoto paradossale che il braccio destro dei Graviano conferma in una telefonata ad un amico.

A fine mese poi il boss incontrava i fedelissimi, sempre negli uffici dell'AZ Trasporti, che gli consegnavano i proventi del racket e dello spaccio di stupefacenti. Parte del denaro veniva quindi affidato ad Arduino che si recava a Roma dove li consegnava proprio a Nunzia Graviano, indicata dagl'investigatori come elemento di spicco della cosca.

Amministratore della società Az Trasporti  è tale Christian Divano.  Il suo nome emerge anche dalle recenti dichiarazioni di un neo collaboratore di giustizia, Fabio Tranchina.

Cosa c'entra la Az Trasporti in questa complessa e lunga indagine? La Az Trasporti, in pratica, attentamente monitorata dagli investigatori, ad un certo punto, poco tempo fa, ha ripreso improvvisamente ad avere soldi in cassa. Molta liquidità che gli amministratori stessi avevano il timore di dover un giorno giustificare in caso di eventuali controlli della Finanza. Tant'è che in un'intercettazione emerge proprio la preoccupazione degli arrestati che qualcuno cominciasse a chiedere conto di tutta quella liquidità. Ecco perchè avrebbero programmato di simulare il furto dei libri contabili.

Ma perchè la società aveva aperto una sede a Campobello di Mazara? E con chi aveva rapporti in quella città, tra l'altro al centro di diverse inchieste di mafia? Sono interrogativi ai quali gli investigatori cercheranno di dare risposta presto.