Gli Sfraga restano però dentro, in virtù dell'altra ordinanza, la precedente, che li riguarda, quella del 10 Maggio 2010, che portò a 68 arresti sull'asse Marsala - Napoli, e alla scoperta di un accordo tra i casalesi, la 'ndrangheta e i corleonesi per la gestione di parte del grande mercato ortofrutticolo di Fondi, controllando sia la produzione, sia il commercio, sia il trasporto.
Antonio e Massimo Sfraga, 45 e 38 anni, gestivano a Strasatti un grosso centro per la commercializzazione di prodotti ortofrutticoli.
Ritorna in libertà invece Carmelo Gagliano, 45 anni, titolare di una ditta di trasporti, la "Afm", che secondo gli inquirenti avrebbe operato inesclusiva per gli Sfraga.
Alla base dell’annullamento dell’ordine di arresto emesso il 14 novembre c’è la carenza di motivazioni da parte del gip che, come hanno fatto rilevare gli avvocati difensori Diego Tranchida e Stefano Pellegrino, ha prodotto «quasi in fotocopia» la richiesta della Dda.
Durante le indagini è emerso che Antonio e Massimo Sfraga, nella veste di referenti della cosca mafiosa facente capo alle famiglie Riina e Provenzano, in concorso con altri soggetti - alcuni dei quali appartenenti al clan dei Casalesi - imponevano, sia nei mercati di Catania e Gela e della Sicilia Occidentale, che nei mercati di Fondi (Latina), Aversa e Giugliano in Campania, le ditte che dovevano effettuare il trasporto su gomma dei prodotti ortofrutticoli, nelle tratte dalla Sicilia verso la Campania, il Lazio ed altre zone del territorio nazionale.