Nell'ultima udienza, lo scorso 11 Gennaio, è stato ascoltato il collaboratore di giustizia Vincenzo Calcara. Doveva essere ascoltato anche un altro pentito molto famoso, Rosario Spatola, ma si è scoperto che era morto da quattro anni. Sono stati acquisiti dei verbali di alcuni suoi interrogatori, nei quali Spatola ricordava che un suo compaesano (di Campobello di Mazara), narcotrafficante come lui, Antonio Messina, aveva sentito dire che Rostagno era un "rompiscatole". Per Spatola, inoltre, un omicidio così eclatante non poteva che essere deciso da Cosa nostra.
Il resto dell’udienza è seguito con l’audizione dell’ex pentito di Castelvetrano Vincenzo Calcara. Calcara ha ricordato che fu messo dal capo mafia di Castelvetrano Francesco Messina Denaro a lavorare presso la dogana dell’aeroporto di Milano, con la possibilità, ha detto, di fare transitare enormi partite di morfina base, “ho lavorato dentro la Dogana quando risultavo sorvegliato speciale” .
“Quando uccisero Rostagno ero detenuto a Favignana...ero in cella con Lazzarino, Luppino, l'ho sentito dalla televisione....Commentavamo i suoi interventi in tv con delle parolacce non oggi pronunciabili. La presenza di Rostagno dava molto fastidio parlando con Lazzarino e con Luppino Francesco, con Lo Bocchiaro, ma sopratutto tra me e Luppino se ne parlava, la cosa dava troppo fastidio e Luppino stesso, anche Lazzarino, dicevano che Rostagno non dava fastidio solo a Cosa nostra”. Ha aggiunto: “..io ho capito subito che Rostagno doveva morire perchè stava facendo molti danni...il primo danno consisteva nel fatto che lui ogni giorno era in tv a parlare contro uomini di Cosa nostra, era un detective, scopriva delle cose che facevano molto male.....accusava persone....indicava le ingiustizie....apertamente era contro Cosa nostra e la cosa era imperdonabile...andava molto sul profondo...era pericoloso in poche parole si doveva uccidere...quando lo hanno ammazzato in carcere Luppino e Lazzarino furono contenti della sua morte commentarono dicendo “ce lo siamo levati davanti alle scatole”....questo è molto pericoloso diceva sempre Luppino e si chiedeva dove voleva andare a parare”. Poi ha aggiunto: “Ebbi percezione che stava succedendo qualcosa, prima dell’omicidio Luppino mi disse che "la botta si stava preparando" e parlava di Rostagno”.
Potete ascoltare l'udienza per intero qui
Oggi, intanto, ricorre l'anniversario dell'omicidio del giudice Gian Giacomo Ciaccio Montalto. Era il1983. Libera lo ricorderà con alcune scuole trapanesi. Ed una cerimonia si terrà anche a Valderice, dove Montalto fu assassinato.