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28/02/2012 05:41:19

D'Alì, è battaglia tra Procura e legali. Tutto rinviato a Maggio. Verso il rito abbreviato?

Accusa e difesa hanno sollevato, nell'udienza di stamani, alcune eccezioni di natura procedurale. I legali di D'Alì - Stefano Pellegrino e Gino Bosco - sono orientati a chiedere il rito abbreviato.

Libera di don Luigi Ciotti e altre associazioni antimafia come il Centro Pio La Torre di Palermo avevano chiesto stamattina di costituirsi parte civile contro il senatore. L'istanza è stata presentata al Gup di Palermo, Giovanni Francolini. D'Alì era presente all'udienza, che è stata rinviata al prossimo 11 maggio dopo che la difesa di D'Alì si è opposta all'ammissione delle parti civili, tra le quali anche varie associazioni antiracket di Trapani, Alcamo, Marsala e Mazara del Vallo. Il Gup si è riservato di pronunciarsi sulla richiesta di costituzione.

09,00 - Forse è la volta buona in cui si conclude qualcosa? Sembrerebbe di si, ma potrebbero spuntare altri faldoni... Oggi si tiene la nuova udienza preliminare sull'eventuale rinvio a giudizio per concorso esterno del Senatore Antonio D'Alì. In tutte le occasioni precedenti, a partire da Dicembre scorso, l'udienza è stata riaggiornata per la presenza di nuovo materiale presentato dalla Procura. In particolare nell'ultima udienza è spuntata una informativa inedita  della Squadra Mobile di Trapani che proverebbe il ruolo di alcuni imprenditori trapanesi  nel sistema di aggiudicazione illecita degli appalti.  L'informativa illustra le ingerenze nella gestione degli appalti di imprenditori come Tommaso Coppola, in carcere per mafia, e Nino Birrittella. Quest'ultimo ha cominciato a collaborare con gli investigatori ed è ora tra gli accusatori di D'Alì. Sulla nuova documentazione, i legali di D'Alì, Pellegrino e Bosco hanno detto che si tratto di "un procedimento riguardanti altri soggetti, imprenditori del trapanese, e ad appalti della Provincia Regionale di Trapani. Vicende ed episodi precedenti alla presidenza alla Provincia del Sen. d’Alì, e dunque ben datati e risalenti nel tempo. Le poche righe in cui d’Alì viene citato, in un corpus di oltre 500 pagine, erano già state estrapolate e da tempo depositate nel fascicolo della pubblica accusa, senza riscontro, e riteniamo di averne già escluso ogni rilevanza probatoria attraverso l’attività di indagine difensiva svolta".

D'Alì sta affrontando una richiesta di rinvio a giudizio che - comunque vada a finire - sta assumendo la dimensione di un record, perchè si trascina avanti di rinvio in rinvio, ed anche precedentemente c'erano state ben due richieste di archiviazione, respinte. 

A Dicembre si era rinviato tutto perchè il Pm Andrea Tarondo aveva depositato nuove carte, tra cui le dichiarazioni dei due pentiti, Antonino Giuffrè, ex braccio destro di Bernardo Provenzanzo, e Tullio Cannella. La Dda aveva  presentato verbali di sommarie informazioni rese dall’ex moglie del senatore, la signora Picci Aula e dichiarazioni rese dall’ex vice presidente vicario di Confindustria Giuseppe Marceca.
Anche la difesa di D'Alì, composta dagli avvocati Gino Bosco e Stefano Pellegrino, ha giocato le sue carte, ed ha depositato le sentenze di alcuni processi alla mafia trapanese in cui, come sottolineano, "non si fa alcun accenno al senatore D'Ali'". Citato inoltre come teste l'ex capo della polizia, il prefetto Gianni De Gennaro. Durante l'udienza preliminare alcune associazioni antiracket tra cui quella marsalese 'Io non pago il pizzo' e il Centro Pio La Torre, hanno chiesto la costituzione di parte civile.
La  Dda ha chiesto il rinvio a giudizio di D'Ali', accusato di "avere messo a disposizione di Cosa nostra le proprie risorse economiche e successivamente il proprio ruolo istituzionale di senatore e di sottosegretario". Secondo l'accusa D'Ali' sarebbe intervenuto "ripetutamente presso organi istituzionali e uffici pubblici al fine di inibire o ostacolare le iniziative a sostegno delle imprese sequestrato o confiscate".