L'udienza, a porte chiuse, servirà ad avere un confronto diretto delle parti. La posizione dei fratelli Lombardo era stata stralciata dall'inchiesta Iblis su Cosa nostra di Catania. A conclusione dell'udienza sono tre gli scenari possibili per il Gip Barone: l'accoglimento della richiesta di archiviazione, l'imputazione coatta o l'avvio di nuove indagini. La posizione di Raffaele e Angelo Lombardo era stata stralciata dall'inchiesta Iblis nata da indagini di carabinieri del Ros su presunti rapporti tra mafia, affari e politica. La decisione provocò frizioni all'interno della Procura. I vertici non condivisero la richiesta di rinvio a giudizio di tutti gli indagati presentata dai sostituti Giuseppe Gennaro, Antonino Fanara, Agata Santanocito e Iole Boscarino. Per Patanè e Zuccaro «l'ipotesi di reato di concorso esterno» avanzato nei confronti dei Lombardo e di un altro indagato «non avrebbe retto in sede di giudizio» alla luce «della sentenza di assoluzione della Cassazione nei confronti di Calogero Mannino». Per i fratelli Lombardo la Procura ha invece disposto la citazione a giudizio per reato elettorale davanti il giudice monocratico di Catania. Il processo è già cominciato.
E si apre oggi davanti alla sesta sezione della corte d'appello di Palermo, anche il processo di secondo grado all'ex governatore siciliano Salvatore Cuffaro, imputato di concorso in associazione mafiosa. In primo grado nei confronti di Cuffaro, che sta scontando una condanna definitiva a 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra, il gup Vittorio Anania ha dichiarato il non doversi procedere per «ne bis in idem». Il giudice ha ritenuto, infatti, che i fatti contestati all'ex governatore fossero identici a quelli per cui il politico era stato già processato e condannato nel dibattimento in cui era accusato di favoreggiamento. Valutazione non condivisa dalla procura che ha fatto ricorso in appello contro la decisione.