Protagonista della vicenda è Salvatore Nicotera che nel 2005 era in servizio a Castelvetrano.
Nel tentativo di sapere perchè non era stato rilasciato il porto d'armi a un parente della moglie, si era introdotto nel sistema informatico dell'Arma. Aveva così appreso, informando subito l'interessato, che l'uomo era coinvolto in un'inchiesta su una rete di interessi mafiosi culminata poi con un blitz.
Per il suo comportamento era stato condannato a due anni. Ora, per la Corte dei conti è anche responsabile di avere arrecato un danno consistente «nel discredito e nel sentimento di sfiducia ingenerato nell´amministrazione dal suo comportamento».