Non posso dirmi sorpreso della decisione della Cassazione, pero’ sono preoccupato. Ho la sensazione che l’ultima sentenza della Corte su Marcello Dell’Utri e il dibattito che strumentalmente ne sta scaturendo, rientrino in quel processo di continua demolizione della cultura della giurisdizione e della prova che erano del pool di Falcone e Borsellino”. Così il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, commenta al sito di Repubblica la vicenda Dell’Utri. Lo riporta l’Agi.
Se il procuratore generale della Cassazione ha espresso forti perplessita’ sul reato di concorso esterno contestato a Dell’Utri, Ingroia ricorda che nella sentenza-ordinanza del maxiprocesso ter Falcone e Borsellino “scrivono che la figura del concorso esterno e’ la piu’ idonea per colpire l’area grigia della cosiddetta contiguita’ mafiosa. Dunque il concorso esterno non e’ un’invenzione della procura di Palermo, ma un insegnamento di Falcone e Borsellino. Ora che si voglia con un colpo di spugna tornare indietro, mi pare davvero enorme, peraltro proprio nel ventennale della stragi del ‘92″.