Lo ha detto ieri in aula il suo avvocato, Salvatore Longo, nell'arringa difensiva del processo Cosa Nostra Resort, che viaggia lentamente verso la fine. Secondo Longo, due soli sono stati gli errori di "Masino" Coppola: "Ha pagato il pizzo, e anzichè denunciare ha deciso di fare affari con la mafia. Ma non è colpevole di intestazioni fittizie, truffa e falso". Questi tre sono infatti i capi d'imputazione che pendono sull'imprenditore valdericino. Longo ne ha chiesto l'assoluzione. Gli imputati del processo sono nove. Per Coppola il pm Tarondo ha chiesto 5 anni di reclusione. Già in galera per una precedente condanna per mafia, Coppola è accusato di aver tentato dopo l'arresto di trasferire alcune sue quote societarie per impedirne il sequestro da parte dello Stato. Il tutto con la complicità di alcuni prestanome. Per l'avvocato difensore "non è stato Coppola a intestare le sue quote a prestanome, ma sono stati i suoi soci a non volerlo più dopo l'arresto, e con i nipoti lui non parlava di cose fare, nè dava ordini, invece voleva solo legittimamente sapere come erano messe le aziende di famiglia". Per Longo, "se Coppola nella sua vita ha sbagliato, lo ha fatto per le cattive frequentazioni...".