Si tratta di cinque immobili, dieci terreni e diverse disponibilità finanziarie, appartenenti a vario titolo ad un narcotrafficante di 64 anni coinvolto nell'operazione "Igres" che ha colpito un'organizzazione criminale composta da elementi di spicco della 'Ndrangheta calabrese e alcune famiglie mafiose della provincia di Trapani che gestivano un vasto traffico di cocaina importata dal Sudamerica. Sull'asse Platì-Mazara del Vallo si basava un colossale traffico di cocaina importata dalla Colombia e dal Venezuela. Per gli investigatori i beni posti sotto sequestro era frutto di proventi dell'attività illecita. L'operazione, è stata eseguita su ordinanza dei Tribunali di Palermo e Trapani, ed ha riguardato anche fabbricati e terreni nel territorio di Palermo per oltre mezzo milione di euro, nella disponibilità di Gerlando D'Alberti, uomo d'onore della famiglia di Porta Nuova, morto all'inizio di quest'anno all'età di 84 anni mentre si trovava agli arresti domiciliari.
L'OPERAZIONE IGRES. L'operazione “Igres”, acronimo di Sergi (Paolo), collocato dagli inquirenti ai vertici dell'organizzazione, era scattata il 30 maggio del 2003 a conclusione di un'indagine del Goa della Guardia di Finanza. Con decine di arresti era stata decapitata e smembrata la struttura criminale nata dalla sinergia tra le 'ndrine della Locride e le famiglie mafiose del Trapanese. Ha coinvolto, tra gli altri, i boss di Cosa Nostra Mariano Agate, Luigi Scimò e Matteo Messina Denaro accusati insieme ad alcuni esponenti di rango della ‘Ndrangheta, in particolare della locride, di traffico internazionale di cocaina. Nell'indagine emerse la conferma della ”forte presenza della ‘ndrangheta – e’ stato detto dagli investigatori – ai vertici del traffico mondiale di cocaina con le famiglie ioniche Marando-Trimboli-Barbaro, di Plati’, collegate con gli Agate di Mazara del Vallo".
Nell’ ambito DELL’ OPERAZIONE ”IGRES” le persone arrestate furono dodici. Si trattò di : Epifanio Agate, esponente dell’ omonima ‘famiglia’ di Mazara del Vallo ; Antonio Vincenzo Bastone, originario di Mazara del Vallo e residente a Torino; Salvatore Crimi, di Vita; Salvatore D’ Angelo di Salemi; Vincenzo Di Trapani, residente a Partinico ; Dario Gancitano, , di Mazara del Vallo; Fabio Greco, di Palermo; Giuseppe Guttadauro, di Bagheria (Pa); Marco Manzo, di Campobello di Mazara; Ivano Miceli, , originario di Toronto (Canada); Mario Fortunato Miceli, residente a Salemi e Vincenzo Patti, 30 anni di Castelvetrano. Un traffico di droga gestito da cosche con 53 provvedimenti di custodia cautelare, che disegnò i rapporti tra la famiglia del siciliano Mariano Agate e quella dei Marando-Sergi, sotto la regia dei Pannunzi, ritenuti gli organizzatori principali del traffico di cocaina dalla Colombia in Europa. Allora quaranta furono le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip antimafia di Reggio Calabria.
Nel 2005 arrivò per gli imputati una pioggia di condanne. Ben 463 gli anni di carcere inflitti. L'accusa era sostenuta dal Pm Nicola Gratteri. Ci furono 41 condanne e sei assoluzioni.
D'ALBERTI. Condannato in via definitiva nel 1992 per associazione mafiosa, era un esponente della componente “storica” di “Cosa nostra”, specializzato nel traffico degli stupefacenti e nella raffinazione dell’eroina, alleato del boss don Tano Badalamenti.Negli ultimi anni, pur essendo vecchio e malato, era ancora considerato un punto di riferimento per i giovani e meno giovani “capimafia”.A suo carico sono stati confiscati diverse disponibilità bancarie, nonché due immobili ed un terreno ubicati nel quartiere Pagliarelli di Palermo, ritenuti il frutto della sua attività criminale; il tutto per un valore complessivo di 530 mila euro circa