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22/05/2012 04:34:46

Cibus 2012: la Sicilia crede nelle sue eccellenze agroalimentari, ma le "confida" solo all'estero

C’è però un risultato positivo dietro tutto il grande sistema economico dell’agroalimentare: cresce l’export. Quel 10,3% del 2011 ci lascia ben sperare anche per l’anno corrente e quello avvenire, solo che a conti fatti - girando la faccia della medaglia - la notizia non sembra essere delle migliori. La ragione che ci porta a pensare che l’estero si aspetti dall’Italia molto di più di quello che possiamo aspettarci noi Italiani, francamente non fa sorridere nessuno.
Complessivamente e stando solo a guardare il panorama alimentare, pare che i guadagni del Bel Paese avranno una diminuzione del 64%. L’alternativa per risalire con la “quota d’interesse” consisterebbe nel puntare sull’internazionalizzazione consolidando anche i rapporti esteri; con ciò bisognerebbe cercare di implementarne dei nuovi puntando soprattutto sulla qualità e sul marchio “Made in Sicily”.
Al parere appena espresso dal Presidente di Unioncamere, Giuseppe Pace, possiamo accostare un’altra tipologia di strategia utile per garantire sviluppo nel meridione. La strategia in questione riguarderebbe l’ampliamento delle collaborazioni, proprio come sta accadendo con il caso Coop e Despar già alleate nell’Italia centrale e che adesso si mostrano interessate a fare lo stesso passo in Sicilia coinvolgendo Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest e Aligrup. C’è un dato che effettivamente lascia un po’ perplessi: l’alimentazione, rispetto ad altri, è il settore in grado di reggere meglio la prova risparmio, soprattutto nei giovani under 35 che risultano essere i soggetti maggiormente colpiti dai tagli alla spesa. Probabilmente - almeno moralmente – il quanto peserebbe meno sulle tasche dei siciliani, questo perché – secondo una ricerca condotta da MC per Federalimentare - le coppie di trentenni senza figli confesserebbero di trovare consolazione nella convivialità, nello stare assieme e nella buona cucina. Come se non bastasse il 27,8% dei giovani tra i 25/34 anni e gli over 65 pur facenti parte dell’onda lunga dei risparmiatori, puntano sì ad acquistare nei discount, ma allo stesso tempo sono in grado di ribaltare la situazione nel momento preciso in cui ci si sforza di percepire la qualità di un prodotto. Ebbene, il lancio della qualità “in” Sicilia, “per” e “dalla” Sicilia potrebbe ben funzionare con l’augurio di riuscire in maniera del tutto autonoma a considerarsi come una fiera campionaria a sé. Infatti nelle 4 giornate del Cibus (dal 7 al 10 maggio) alle Fiere di Parma, la Sicilia all’interno della sua “fiera nella fiera” dedicata alle regioni (padiglione 6) ha sottolineato la sua importanza all’interno della Food Valley del Mediterraneo tenendo testa con le sue eccellenze esposte in un unicom produttivo incentrato sulla biodiversità, sulle influenze culturali testimoni di variegate tradizioni produttive che si riconoscono nel mondo del vino, dell’olio, del comparto ortofrutticolo e pasticceria. Ad accogliere le 18 aziende selezionate per rappresentare la nostra isola, non poteva mancare l’intervento dell’Assessorato delle Risorse agricole e dell’Istituto regionale Vini e Oli di Sicilia, mentre, dall’altro lato le altre 135 aziende siciliane hanno fatto tutto da sé.
Possiamo dire che considerando la distanza e la crisi economica alla quale siamo ormai abituati, su 2300 aziende espositrici le 135 aziende siciliane hanno fatto la bella figura, non solo prestando attenzione alla conferenza stampa tenuta all’apertura della fiera dalla stessa Regione, quanto a quella a seguire che ha visto una partecipazione particolarmente attiva dei Fratelli Fiasconaro. Poi ancora, fuori dalla struttura fieristica, la Sicilia ha avuto modo di offrire i suoi sapori culinari e profumi con quella “Altra Sicilia” all’interno del “CibusInCittà”. Ad organizzare lo stand in Piazzale Paër a Parma ci hanno pensato quattro donne in carriera, le quali hanno preferito tralasciare per un attimo lo spirito prettamente imprenditoriale e commerciale nella speranza di poter regalare un piccolo frammento del patrimonio gastronomico siciliano, ricco di tradizioni da tramandare, a tutti quei clienti ormai assuefatti dei soli odori moderni.
È vero che siamo bravissimi nel comunicare ciò che ci appartiene ma siamo altrettanto abili nell’impossessarci di qualcosa che francamente non ha avuto origini vicini alle nostre. E’ esattamente quello che ha voluto fare l’azienda Fiasconaro di Castelbuono (Pa) riadattando il panettone basso, quello piemontese e quello a lunga lievitazione tipico di Milano. Nicola Fiasconaro - noto pasticcere – ne ha studiato approfonditamente i metodi, le logiche della produzione industriale e al suo dolce natalizio ha aggiunto le mandorle, i canditi, l’uva passa e altre tipicità della produzione siciliana. La novità di quest’anno è stata quella di sfruttare l’occasione del Cibus per presentare - nel giusto tempo – il panettone bio certificato, che oltre a testimoniare la provenienza da agricoltura biologica ha siglato elegantemente - e per l’ennesima volta - il binomio tradizione – innovazione. L’Oranfrizer invece ha usufruito dell’invito e lo ha fatto soprattutto per festeggiare i suoi 50 anni di attività. Per regalo gli è bastato ricevere un incremento del fatturato del 14% rispetto al 2011. Altra azienda che ha saputo far parlare di sé è quella di Giorgio Arestia, A.D. del marchio Agromonte. Questi sono noti per la salsa pronta di pomodoro ciliegino che nell’arco di tre anni dal suo lancio ha già raggiunto una ponderata del 55% a livello nazionale. Il successo oltre al rinomato sapore è dettato dal tappo a corona e dalla bottiglia in vetro da 330 grammi nella versione “salsa fatta in casa”. Soddisfacente è stato l’intervento del Presidente Spinello del Consorzio del Cioccolato di Modica durante l’Assemblea pubblica di Federalimentare a proposito del rilancio dei consumi e il sostenimento dell’internazionalizzazione. Nell’occasione Paolo De Castro, Presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, ha aggiornato gli intervenuti relativamente al “pacchetto qualità” dichiarando che, la norma sul provvedimento da destinare a quei Paesi restii all’inserimento del cioccolato fra i prodotti ammissibili a tutela comunitaria, sarà a breve approvata in quanto alcune di queste riserve sembrano ormai superate. La volontà del Consorzio di Modica in questo modo porterà giovamento a tutti i produttori artigianali di cioccolato d’Europa.
Tra le aziende trapanesi, nessuna pare aver portato grosse novità di prodotto, né al livello scenografico; né con spazi pubblicitari da spettacolarizzazione; più che altro si è lasciato campo libero ad alcune curiosità per il palato: il gelato all'olio extra vergine d'oliva e le bruschette con la Vastedda del Belice. Ma senza andare troppo lontani … - fatta eccezione della massa di curiosi attratti dalla cottura su lastra di sale rosa dell’Himalaya e le proprietà salutari del sale iodato protetto (rivoluzionario per la iodoprofilassi) – bisogna riconoscere che il senso culturale, l’etica, e la bellezza visiva che ci può regalare la partecipazione reale alla raccolta del sale trapanese ce la possono invidiare in tanti.
Escludendo la Sosalt, Stramondo e altre, il riconoscimento del successo delle imprese trapanesi al salone internazionale dell'alimentazione è stato reso in parte dalla Camera di Commercio. La Camera di Commercio infatti è stata presente assieme a 13 realtà: la "Azienda Agricola Barbara", "Bonomo e Giglio", "Lagel", "Oleifici Siciliani", "Pisciotta Pietro", "Oleificio Asaro", "Polar Sud", "Azienda Agricola Fontanasalsa", "Sipa", "Società Agricola Alicos", "Frantoio Torre di Mezzo", "Furco Biscotti" ed Consorzio Dop Valli Trapanesi.
Dei 1.200 buyers e 63.000 visitatori non ci si può di certo lamentare. Il successo complessivamente è garantito e ci si augura possa presto dare i suoi frutti. Si spera, dunque, nel caso in cui gli accordi non siano stati tanti … di poter citare la seguente frase: <meglio pochi ma buoni!>. E ancora: < Speriamo che per la novità del Cibus Glocal Forum del prossimo maggio … le cose possano andare ancora meglio!>

Sara Galia