Si tratta del dato più alto registrato a livello nazionale, dove la media dei giovani drop out è pari al 18,8%. Il bilancio del sistema d’istruzione siciliano è stato tracciato dal Censis nell’ambito di Di.Sco.Bull: un progetto promosso dal Ministero dell’Interno, in accordo con il Ministero dell’Istruzione, con i fondi europei del Pon Sicurezza per lo Sviluppo nelle quattro regioni dell’Obiettivo convergenza (Puglia, Campania, Calabria e Sicilia). L’abbandono scolastico in Sicilia costituisce un’emergenza non solo educativa, ma anche sociale. Gli interventi realizzati nella regione sono riusciti a contenere il fenomeno, ma non a ridurlo in modo drastico. Dal 2004 al 2009 il tasso di dropping out è sceso di 4 punti percentuali, grazie alle numerose attività di prevenzione e contrasto attuate dalle istituzioni scolastiche. Tuttavia, oggi ancora un giovane siciliano su quattro si ferma a livelli di scolarità medio-bassi, non trovando nel contesto socio-economico e culturale in cui vive gli stimoli necessari per proseguire gli studi.
Gli indici di dispersione scolastica registrati negli ultimi anni hanno avuto un andamento discontinuo, con deboli segnali positivi nei percorsi tecnico-professionali e un peggioramento nei licei. Le sacche di dispersione sono pero’ ancora molto rilevanti, superiori ai valori medi nazionali, soprattutto negli istituti artistici e professionali, dove abbandona gli studi al primo anno il 22,7% degli iscritti e al biennio il 35,6% (una percentuale quasi tre volte superiore a quella dei licei).