La candidatura avverrebbe in ticket con Musumeci, capo siciliano de La Destra di Storace. Lagalla sarebbe disponibile a patto che il centrodestra fosse compatto. A quanto si apprende, sulla candidatura Lagalla sta lavorando il segreario del partito, Alfano. Si dice che abbia avuto anche l’avallo di Berlusconi. Si tratta, comunque, di superare alcuni ostacoli: ad esempio, Cascio che, seppure senza scoprirsi troppo, sta lavorando a una sua candidatura; ovvero, Leontini che ha apertamente ufficializzato la sua candidatura. E poi, resta il problema Miccichè già in campagna elettorale.
Il nome di Lagalla ai vertici del Pdl sarebbe stato fatto dai coordinatori regionali, Castiglione e Nania, con il placet del terzo coordinatore, Misuraca. Sostiene Castiglione: «Non abbiamo nulla nei confronti di Miccichè. Solo che, data la situazione di difficoltà dei partiti, riteniamo che sia necessaria la candidatura di un grosso personaggio fuori dei giochi degli stessi partiti e che abbia capacità di aggregazione. E il professor Lagalla ha questa caratteristiche. Del resto, Miccichè ha gande intelligenza politicae sono convinto che alla fine capirà. Come sono certo della riflessione di Cascio e Leontini». Castiglione precisa che, al contrario di quanto stabilito dal coordinamento del partito, non ci saranno primarie: «Ormai si è fuori tempo». E aggiunge che, sul piano delle alleanze, sarà rispettato l’impegno del coordinamento regionale: «Discontinuità rigorosa rispetto alla gestione Lombardo». La risposta di Miccichè non si è fatta attendere: «Se dovessero confermare la candidatura di Lagalla, tanti auguri. È un buon candidato, ma io credo che lo batterò. Quanto a Musumeci è un caro amico, ma prima ancora è un politico di grande spessore, di grande affidabilità, che sa amministrare molto bene. In accoppiata con Lagalla, il guadagno sarebbe certamente per quest’ultimo e non per Musumeci ».
Ieri è intervenuta ancora una volta Prestigiacomo per sostenere la necessità dell’unità del centrodestra, ma senza citare il nome di Miccichè. È un caso?
Dice la Prestigiacomo: «Per la Regione ci vuole un governo politico. E il centrodestra deve ritrovare l’unità intorno a una candidatura di prestigio, con personalità che in questi anni hanno dimostrato valore e capacità. Non è in discussione il valore del singolo tecnico, ma la necessità di riaffermare il primato della politica. Bisogna ricostruire la casa dei moderati, dialogando con tutte le forze disponibili a farlo. È necessario, da parte di tutti i moderati, cominciando da quelli che militano nel mio partito, mettere da parte veti, rancori personali, pregiudiziali. Non possiamo permetterci di regalare la Sicilia a una sinistra divisa tra antagonisti e populisti».
Frattanto, i deputati del Pdl Caputo, Vinciullo e Falcone chiedono la convocazione del coordinamemto del loro partito per «individuare il nome del candidato alla presidenza della Regione. Che vengaespresso: all’unanimità o a maggioranza».