C'è stato, lo scorso fine settimana, un vertice durate molte ore tra i coordinatori del Partito dei Siciliani (ex Mpa), Pistorio, e di Grande Sud: Fallica. Si tratta dei due partiti che dopo l’alzata di scudi di parte del Pdl nei confronti della candidatura di Miccichè, avallata da Berlusconi, gli hanno chiesto di mettersi alla testa di un progetto sicilianista e autonomista al quale avrebbe potuto chiedere di aderire anche a partiti nazionali, come Pdl e Pid. Ma l’evolversi degli avvenimenti, secondo Grande Sud e Partito dei siciliani, avrebbe preso una direzione diversa: Pdl e Pid cercherebbero di avere spazio, mettendo in secondo piano il progetto sicilianista. Progetto nel quale Musumeci ha sempre sostenuto di riconoscersi
Qualcosa rischia di rompersi nell’alleanza non ancora nata. Miccichè, che ha ritrovato l’antica sintonia con Lombardo, è stato esplicito: «Musumeci non può essere il nostro candidato se continua a privilegiare Pdl e Pid. Se nel Pdl c’è qualcuno che vuole giocare una partita per vincere, noi ci siamo. Ma credo che la volontà sia quella di perdere».
Musumeci ha risposto con tono tanquilizzante, ma sensa nascondere che tenere insieme l’anima sicilianista e quella nazionale della nascitura coalizione, è molto difficile. Fallica e Pistorio
hanno chiesto a Musumeci di non fare l’arbitro, ma l’autonomista. «I temi affrontati - ha sottolineato Musumeci -sono stati diversi, mi aspetta un lavoro impegnativo. Molto importante è per
me l’esclusione dalle liste a mio sostegno di eventuali candidati rinviati a giudizio per fatti di mafia o per reati contro l’amministrazione. Anche oggi farò degli incontri e, poi, renderò note le mie decisioni».
A Giardini Naxos si sonp riuniti i co-coordinatori del Pdl: Castiglione, Nania e Misuraca che hanno cominciato a valutare i candidati da mettere in lista. Castiglione ha proposto di
presentare una seconda lista di berlusconiani.
Una ipotesi che non piacerebbe né al Pid, né al presidente di Farefuturo, Urso.
In più dovrebbe esserci anche la cosiddetta lista del presidente.
«Stiamo valutando come meglio procedere - ha detto Misuraca al termine del vertice - a mio avviso va valutata con gli alleati l’opportunità di fare un listone unico».
Il Pdl giovedì prossimo terrà una conferenza stampa per illustrare i propri punti programmatici, ma non ci sarà alcun confronto preventivo con i potenziali alleati. Segnale che le ruggini non sono state ancora archiviate.
Certamente Fli non farà parte della coalizione che dovrebbe sostenere Musumeci.
Le parole di Granata, infatti, non lasciano margini di manovra: «Non sarà la foglia di fico di un “pizzetto” di destra a farci dimenticare il giuramento fatto in via D’Amelio:
noi non staremo più con il vecchio centrodestra, rappresentativo della zona grigia della società siciliana e d’interessitorbidi e aree di contiguità che nessun lifting potrà nascondere». L’assessore al Territorio, Aricò (Fli), spera che «il Nuovo polo non si spacchi e che potrebbe esprime un proprio candidato, alternativo a Crocetta e Musumeci".
PD - UDC. Nessun veto sull’Udc e no alle primarie: il Partito democratico si ricompatta attorno all’alleanza con lo scudocrociato e respinge al mittente gli appelli di Leoluca Orlando e Claudio Fava. L’ultimo tentativo di ricompattare la coalizione è arrivato sui temi della legalità. «L’alleanza tra il Pd e l’Udc – ha detto il segretario dei democratici, Giuseppe Lupo – è fondata su un programma di cambiamento della Sicilia, con al centro lo sviluppo produttivo, il lavoro e la legalità, che Rosario Crocetta saprà certamente interpretare al meglio». Sulla stessa linea Lillo Speziale, presidente della commissione regionale antimafia, che ha ricordato che «Fava ha dichiarato che tra i primi provvedimenti, in caso di sua elezione, ci sarebbe la riproposizione dell’emendamento, da me proposto, che impedisce agli imputati per reati di mafia di ottenere incarichi e di ricoprire cariche pubbliche. Quell’emendamento – ha aggiunto Speziale – ha avuto in aula il sostegno del partito democratico e del gruppo parlamentare dell’Udc, sostegno sancito dalle dichiarazioni rese dall’onorevole Giulia Adamo».
Il tentativo di ritrovarsi sul terreno della legalità è riscontrabile nelle dichiarazioni di Rosario Crocetta, che ha ricordato che nelle liste che lo sosterranno non ci saranno indagati per mafia. Quindi, riferendosi alle primarie di coalizione proposte da Claudio Fava, Crocetta ha detto che «Fava vuole la frammentazione e l’isolamento del centro-sinistra suggerendo una mossa che di fatto porta alla rottura dell’alleanza con l’Udc. Io lavoro per vincere le elezioni e per mettere insieme tutti gli uomini di buona volontà, progressisti e moderati. Fava invece vuole dividere e soprattutto vuole perdere». Parole che hanno riacceso lo scontro con Fava: «Le trattative di vertice, come quelle in corso nel centrodestra e quelle a cui non si sottrae Crocetta – ha detto l’esponente di Sel – sono il segno del vecchio ma indomito potere che ha mortificato e impoverito la Sicilia. Questa terra va liberata dai finti rivoluzionari, dai furbi e dai bugiardi, qualunque sia il partito che li propone».
Ed è rottura anche con Leoluca Orlando, per il quale «il Pd, proseguendo nella sua sfrenata corsa, propone adesso una alleanza con l’Udc, che per oltre 10 anni ha ”sgovernato” con Cuffaro e Lombardo. Questa scelta allontana il Pd da quelli che dovrebbero essere suoi alleati, da quella società civile che chiede con forza «Nei prossimi giorni sarà necessario definire programmi e candidature. Siamo al momento della verità. – conclude – Il Pd fermi la sua corsa». E un invito a costruire grandi alleanze arriva anche da Davide Faraone, deputato regionale: «Così divisi si perde. A Palermo il Pd ha costruito un’alleanza con Sel e ora, per le elezioni regionali, con l’Udc. Come se avessimo l’obbligo di stare sempre e solo in coppia, altro che grande alleanza».